Tutti noi abbiamo nel fondo del cassetto delle vecchie lire abbandonate. Monetine che ogni tanto ci capitano fra le mani, suscitandoci un misto di dolce nostalgia e anche, se si fa un rapido calcolo sull’inflazione intercorsa, di profonda tristezza. Ma chi lo ha detto che le nostre vecchie lire non valgono più niente? C’è un sistema legale per moltiplicarle per quattro. Il tutto a spese della banca centrale: il che può essere una giusta – e lo ripetiamo: legale – vendetta per tutte le volte che il regolatore ha sbagliato a gestire la politica monetaria.
Prima di spiegare come procedere, occorre ricordare di un paio di fatti. Innanzitutto, le vecchie lire erano fatte di leghe. Per esempio, le monete di 5 e 10 lire erano fatte di Italma, una lega che è composta da alluminio (62‰), magnesio (35‰) e manganese (3‰).
A questo punto, ai più curiosi viene spontaneo chiedersi quanto è il valore intrinseco di queste monete. Bisogna pertanto moltiplicare il peso della materia prima per la percentuale d’alluminio che si trova nella moneta. Ricordiamoci che si smise di produrre le vecchie monete di 1 lira poco dopo la seconda guerra mondiale perché il loro valore era cosi basso che molte persone le usavano come bottoni, che costavano più di una lira, e l’alluminio ivi contenuto valeva anch’esso di più.
Il peso dei componenti
La seguente tabella evidenzia il valore delle monetine da 5 e 10 lire sulla base del loro contenuto di alluminio
Moneta |
Peso (gr.) |
Composizione |
Prezzo |
Valore intrinseco in $ |
Valore in € |
---|---|---|---|---|---|
5 lire | 1 | Al (96,2%) | $ 2,550 | 0,0025 | 0,25 cent |
10 lire | 1,6 | Al (96,2%) | $ 2,550 | 0,004 | 0,40 cent |
Ora si può notare che, sino a quando il prezzo dell’alluminio non superi significativamente i valori attuali, il valore di questi “tesorini” non potrà essere convertito in barre d’alluminio con un congruo guadagno.
C’è però un sistema, perfettamente legale, per moltiplicare 5 lire per quattro. Basta recarsi in una filiale della Banca d’Italia (l’autore di questo articoletto lo ha sperimentato di persona presso la filiale romana di via dei Mille) e consegnare una moneta da cinque lire, chiedendo la conversione. Nel sistema monetario attuale, la più piccola moneta è di 1 centesimo di euro, ossia al cambio ufficiale 19,3627 lire.
Siccome la conversione deve essere garantita da Banca d’Italia, se uno porta una moneta di 5 lire, loro sono obbligati a darti 1 centesimo che equivale a 19,37 lire. Ecco fatto. Cinque lire diventano quasi 20. Non va però dimenticato che c’è ancora poco tempo per concludere questo affare. Infatti la Banca d’Italia tra meno di due anni non sarà più obbigata a cambiarli e le monetine da 5 e 10 lire avranno solo valore sentimentale.
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