ROMA – Su Villa San Martino sventola bandiera bianca. Ad Arcore, alla fine, il Cavaliere ha dovuto candidare a sindaco un leghista. Tra fuoriuscite, dimissioni, invidie e gelosie, il Pdl locale è imploso. Così, pur di scongiurare il ritorno di un’amministrazione di centrosinistra, il presidente del Consiglio avrebbe deciso di puntare su Enrico Perego. Il segretario cittadino del Carroccio.
Una doppia beffa per il premier. Perché Arcore è uno dei centri brianzoli dove il partito del Senatùr raccoglie meno voti. Tanto che alle scorse amministrative la Lega Nord aveva superato a stento il 7 per cento delle preferenze, riuscendo a eleggere un solo consigliere. Nelle ultime settimane si sono presentati a Villa San Martino per ottenere la candidatura a sindaco almeno in tre. Il primo, due settimane fa, è stato Vittorio Perrella. Professore di filosofia in un liceo di Monza e assessore alla Cultura di Arcore. In città si racconta che sia stato introdotto nella residenza del premier direttamente da Nino Sannicola, autista personale del Cavaliere. Un incontro non troppo cordiale, sempre stando alle voci che girano. Venti minuti scarsi di colloquio. Al termine dei quali Berlusconi, già infastidito per i dolori alla mandibola da poco operata, avrebbe liquidato l’assessore e il suo progetto.
La seconda visita risale a martedì scorso, quando alla corte del premier si è presentato l’assessore all’Urbanistica di Arcore Claudio Bertani. Sponsor della visita il geometra di fiducia del Cavaliere e sottosegretario alla Regione Lombardia Francesco Magnano. L’incontro si sarebbe chiuso ancora peggio del primo. Un faccia a faccia di dieci minuti netti, concluso con la bocciatura del candidato. Peraltro già scartato da Berlusconi alla vigilia delle amministrative del 1997, come racconta un esponente del Pdl locale.
Domenica scorsa l’ultima visita. Quella che avrebbe ottenuto il gradimento del Cavaliere. A Villa San Martino è arrivato il leghista Enrico Perego. Al suo fianco la parlamentare del Pdl e coordinatrice provinciale del partito Elena Centemero. Già professoressa presso il collegio San Giuseppe di Monza e – raccontano i bene informati – ex insegnante dei figli più piccoli di Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere avrebbe scelto, insomma. Siamo ancora alle indiscrezioni, ma nel partito è già scoppiato il finimondo. I consiglieri e gli assessori trombati non nascondono la frustrazione. Ma il primo scontento è proprio il geometra Magnano che, stando a quanto si dice in paese, non avrebbe digerito l’esclusione del suo candidato.
Intanto, il Pdl arcorese perde un pezzo dopo l’altro. Il sindaco Marco Rocchini aveva già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di candidarsi. Lo ha seguito il capogruppo Claudio Chetta. Circa un anno fa avevano già lasciato il posto in Comune i due consiglieri Rocco Addesa e Stefano Picotti Savelli. Prima ancora era toccato a Giorgio Migliorini, che a metà legislatura aveva abbandonato il Pdl per passare con la Lega Nord.
Sabato scorso, l’ultima defezione. La più importante. Il presidente del Consiglio di Arcore Alessandro Ambrosini ha lasciato il partito in polemica con i suoi. Non si tratta di un addio qualunque. Alle ultime amministrative Ambrosini aveva fatto il pieno di voti. Oltre 400 preferenze, record assoluto nel comune brianzolo. Il 15 maggio si presenterà con un suo simbolo: PopArc. Una lista di giovani (l’età media dei candidati non supera i trent’anni) che rischia di togliere al Pdl le preferenze necessarie per vincere al primo turno. Tutto a vantaggio del candidato sindaco del centrosinistra, Rosalba Colombo.