A due anni esatti dall’approvazione del Senato, la Camera inizia votare il discusso provvedimento sul fine vita. Dopo aver affrontato la discussione generale il 7 e il 9 marzo scorso, ieri l’aula di Montecitorio ha bocciato le questioni di legittimità costituzionale e le questioni sospensive presentate dall’opposizione. Subito dopo, i lavori sono stati sospesi.
Difficile fare previsioni sul percorso parlamentare della norma. «I tempi – ha chiarito ieri il relatore Domenico Di Virgilio – dipendono dal Def (il documento economico finanziario, ndr) per cui è stata riservata la seduta di giovedì». L’esame del biotestamento riprenderà dopo l’approvazione del documento economico, che deve essere licenziato entro il 30 maggio. Probabile che il voto sugli emendamenti depositati – ieri erano quasi duemila, la maggior parte dei quali a firma della componente radicale – possa saltare di un paio di settimane.
La discussione sul testamento biologico proseguirà così fino a maggio. Diventando uno dei principali argomenti della campagna elettorale per le amministrative (scenario che, a sentire i bene informati, non farebbe disperare il premier Silvio Berlusconi). Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ipotizza che il voto finale potrebbe essere rinviato a dopo la scadenza elettorale. «È possibile – ha detto – non c’è niente di precostituito, né alcuna volontà di forzature». La parola passa alla riunione dei capigruppo di Montecitorio che domani ridisegnerà il calendario dei lavori.
Il Cavaliere, intanto, si mobilita. In una lettera invitata ai suoi deputati, il premier ha invitato il gruppo a votare compatto sul provvedimento. «Non è possibile dimenticare che la legge che ci accingiamo a discutere nasce da un evento che ha traumatizzato l’opinione pubblica e tutti noi – scrive Berlusconi riferendosi al caso Eluana – la morte di una donna, stabilita, per la prima volta in Italia, attraverso una sentenza».