Andrea, l’ingegnere che sfida il mare con barche fai da te

Andrea, l’ingegnere che sfida il mare con barche fai da te

«Avete presente la classica immagine dello skipper francese, coriaceo, muscoloso e barbuto, con la faccia scolpita dal vento, e quella dell’ingegnere in giacca e cravatta, “fighetto” e perfettino? Bene, io sono esattamente a metà strada». E così che si descrive in due parole Andrea Pendibene, 29 anni, viareggino, la verve del toscanaccio e i modi del bravo ragazzo con un gran senso dell’umorismo e tanta autoironia. A completare il quadro: due lauree, una in architettura navale e un’altra in ingegneria, conseguite a tempo di record, e una passione per il mare che per lui conta più di qualunque titolo accademico.

Le sue imprese tra vele e stralli iniziano nel 2007, quando attraversa l’Atlantico in solitaria, dalla Francia al Brasile, a bordo di una barca malconcia da fare pietà, ritrovata quasi per caso in un’aia di campagna dove era stata messa praticamente a fare da pollaio. Andrea la vede, la compra e la rimette a nuovo tutta da solo. Il lavoro di rattoppo fatto in casa gli riesce così bene che diventa il più giovane italiano di sempre a concludere la Transat 650, celeberrima traversata oceanica per solisti della vela. Come se non bastasse, nello stesso anno vince anche il titolo italiano di categoria e si qualifica tra i migliori 84 skipper di tutto il mondo.

Ma l’anno di grazia di Andrea, quello che lo porta per davvero sulla cresta dell’onda, è senza dubbio il 2010: su sette regate disputate, in Italia e in giro per il mondo, riesce sempre a salire sul podio. Prestazioni che gli consentono di aggiudicarsi la vittoria del Campionato Italiano Mini 6.50 tra le imbarcazioni di serie, e soprattutto di chiudere l’anno al terzo posto del ranking mondiale di categoria. Ancora una volta l’imbarcazione con cui riesce a dare il meglio di sé nella categoria riservata ai prototipi è di quelle “home made”, realizzata questa volta con il contributo di un’azienda specializzata in telefonia satellitare, che sostiene la sua voglia di vela “fai-da-te”. «È stata la realizzazione di un sogno – racconta – Fin da piccolo sono stato un appassionato di regate e, assieme a questo, ho sviluppato la passione della progettazione, maturata nelle aule universitarie». Insomma, esattamente quello che ci si aspetta da un tizio che si definisce un po’ skipper avventuroso e un po’ ingegnere “fighetto”.

Poche settimane fa, Andrea ha vinto il Gran Premio d’Italia, una grossa preda da mettere nel carniere: «È stata una delle mie vittorie più belle – racconta –. È sempre bello quando vinco in Italia: anche se le gare, gli allenamenti e la preparazione tecnica mi portano spesso all’estero, non c’è nulla per me che possa valere quanto vincere qualcosa nel mio Paese».

Ora tutto è pronto per replicare l’impresa della Transat, che dal prossimo 27 settembre porterà Andrea in solitaria da Fort Boyard, sulla costa occidentale della Francia, sino in Brasile, a San Salvador de Bahia. L’unica tappa intermedia sarà in quel di Funchal, sull’isola di Madeira, dopo circa dieci giorni di navigazione. Le vittorie degli ultimi due anni sono servite anche a questo, a qualificare Andrea Pendibene per l’appuntamento tanto atteso con l’oceano. Lo scorso inverno la sua barca, Intermatica ITA 520, è stata completamente smontata, messa a punto in ogni sua parte e rimontata. Nel frattempo il giovane velista viareggino si allenava in Francia sui laser con i colleghi della squadra olimpionica d’Oltralpe.

Adesso è passato alla fase più complessa della preparazione, con gli esercizi per la gestione del sonno, fondamentale durante le traversate oceaniche in solitaria, e per adeguare allenare l’organismo al lungo ed estenuante periodo di alimentazione tutto particolare che lo attende, a suon di cibi liofilizzati e razioni da astronauta. Gli allenamenti “sul campo”, pardon, in acqua, proseguiranno presto tra Douarnenez e Lorient, che sono un po’ le Milanello e Coverciano della vela francese.

Ma la svolta tanto attesa da Andrea potrebbe essere, ancora una volta, tutta tricolore: «Se tutto va bene, presto potrò gareggiare con i colori della Marina Militare Italiana. E, magari, riuscirò a farlo già a settembre, in occasione della Transat». Il giovane velista ha infatti superato con successo la prima fase delle selezioni, ad Ancona, e dovrà fare rotta verso Taranto, per completare le prove di ammissione e raggiungere l’approdo che sogna da tanto tempo: il gruppo sportivo della Marina. E allora buon vento, Andrea. 

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