La partecipazione di minoranza in Metroweb per ora rimane ai milanesi. Questo pomeriggio, il consiglio di amministrazione di A2a, la utility cittadina che detiene il 23,5% delle quote di Metroweb, ha optato per una soluzione attendista: si deciderà a bocce ferme. A margine della riunione dell’associazione degli industriali di Brescia, il presidente del consiglio di sorveglianza di A2a, Graziano Tarantini, ha spiegato di stare valutando il dossier: «non è detto che usciamo del tutto, ci sono varie opzioni», ha detto.
Rispondendo alla fatidica quanto inevitabile domanda su Pisapia, Tarantini – e non poteva essere altrimenti – ha sottolineato di non essere preoccupato del cambiamento di uno dei suoi due soci di riferimento (il Comune di Milano e quello di Brescia detengono il 27,45% di A2a) anche se, sottolinea, «è chiaro che cambiando i soci ci potrebbe essere comunque qualche problema sugli indirizzi da dare al gruppo», auspicando infine che i sindaci del capoluogo lombardo e della Leonessa «dialoghino per il bene della società».
Niente strappi, dunque. Il business non ha dunque approfittato del temporaneo vuoto istituzionale per liberarsi, per ragioni di bilancio, di 210 milioni di euro di debiti e contemporaneamente incassare circa 450 milioni di euro. Più che una nota positiva, si tratta di fair play.
Sul fronte più strettamente finanziario, Tarantini ha confermato la corsia preferenziale che Stirling Square, che detiene la maggioranza del capitale sociale di Metroweb, ha garantito alla cordata Intesa Sanpaolo – F2i: i custodi dell’italianità del sistema pubblico-privati per eccellenza, dalle solide radici a Milano.
Dopo il via libera di venerdì scorso all’appalto da 1,7 miliardi di euro per la quarta linea del metro in favore del raggruppamento guidato da Impregilo (il cui presidente, Massimo Ponzellini, è anche numero uno della Popolare di Milano, e nel cui capitale troviamo il costruttore Ligresti) via libera arrivato in tutta fretta, questa volta i manager dell’ex Aem hanno preferito non forzare la situazione.
La palla ritorna al centro e la partita, ora che Pisapia è sindaco di Milano, potrebbe cambiare. Programma elettorale alla mano, il nuovo inquilino di Palazzo Marino si è speso molto per il wi-fi gratuito cittadino. E la dichiarazione di Tarantini sul fatto che «ci sono varie opzioni», la si potrebbe leggere in tal senso. È presto per fare previsioni, ma l’auspicio è che al nuovo socio di maggioranza di Porta Vittoria non sfugga il valore di una società che mezzo mondo finanziario fa a gara per accaparrarsi a prezzi di saldo.