La Russa ai gazebo: «Letizia al ballottaggio? Sarebbe normale»

La Russa ai gazebo: «Letizia al ballottaggio? Sarebbe normale»

La bagarre scoppia prima del comizio, nella centralissima via Dante, a Milano, poco distante dal Castello Sforzesco. Il ministro la Russa raggiunge il gazebo elettorale di Anton Luca Romano, candidato per il pdl al consiglio comunale. L’intento è quello di «trascorrere, coi milanesi che lavorano lì, la pausa pranzo, per chiacchierare di Milano». Piccola coda di una campagna elettorale giunta alle battute finali (ferma l’ipotesi che non si vada al ballottaggio). Mentre il Ministro arriva con la sua scorta, due contestatori, strillando, chiedono chiarimenti sull’episodio di ieri (la calunnia della Moratti, nei confronti del candidato Pisapia, sulla vicenda giudiziaria di parecchi anni fa). La Russa si allontana, infilandosi nel budello di una via interna, seguito dal suo staff. Gli uomini della sicurezza bloccano invece i due disturbatori, chiedendo loro la generalità. Uno ci confida: «Se non ci foste voi, con le telecamere e la macchina fotografica, li avremmo già portati via di peso».

Seguiamo il Ministro, domandandogli se non assomigli più a una fuga il suo volersi negare al confronto. Ci risponde che conosce bene i contestatori (uno pare si faccia chiamare “Pac” e non sia nuovo a episodi simili) e che non parlerà fino a quando non vengono allontanati. Nel frattempo, si intrattiene con un dirigente della Polizia stradale per spostare il palco dal quale – domani, nella stessa via Dante – la Moratti si esibirà nell’ultimo discorso (forse con l’endorsement di Bossi), mentre in Duomo Vecchioni canterà nel concerto dedicato a Pisapia.

Arrivano Sara Giudice col padre Vincenzo. Originariamente nel pdl, Sara corre adesso nella lista “Nuovo Polo” per Manfredi Palmeri, candidato Fli. Il Ministro le chiede se può gentilmente spostare il suo gazebo (posizionato nella stessa via Dante, a pochi passi dal palco che verrà montato domani). Sara garantisce di sì. Risolta la pratica generalità, e congedati i disturbatori, La Russa prende la parola: «Se la Moratti ha ritenuto di usare quell’episodio per dimostrare la provenienza culturale e politica di Pisapia, la colpa è di Pisapia che la nasconde. A me nessuno viene a dire che negli anni ‘70 ero segretario del Fronte della Gioventù perché non l’ho mai nascosto». Gli facciamo notare che Pisapia non ha nascosto molto, perché ha rilasciato, in merito, un’intervista al Corriere. «Quale intervista? Non c’è nessuna intervista», ci risponde. Il 21 marzo del 2011 Pisapia dichiarava al giornale di via Solferino: «Fui arrestato, innocente, per banda armata e concorso morale nel furto di un’autovettura. Prosciolto dalla prima accusa; giudicato e assolto anche per la seconda. Si trattò di errore giudiziario, riconosciuto da una sentenza passata in giudicato, che comunque ho pagato con quasi quattro mesi e mezzo di carcere». 

Sul perché la Moratti abbia citato una sentenza di primo grado, omettendo l’assoluzione in appello, il Ministro risponde: «Probabilmente si è dimenticata. Era agli ultimi secondi e non ha completato». Poi prosegue: «Io che faccio l’avvocato vi assicuro che tra un amnistiato e uno che fa ricorso contro l’amnistia c’è una differenza, ma non è una differenza grande». E riguardo alle indiscrezioni sui retroscena della vicenda che ascrivono alla Santanché la paternità di questa idea? «Lo escludo. La Santanché, in una recente conferenza stampa, ha detto chiaramente che Pisapia era stato assolto. Ma poi perché voi giornalisti vi fissate e non parlate di contenuti?». I cronisti chiedono se l’incidente possa incidere sfavorevolmente sul voto di domenica: «Certo che peserà, ma positivamente, per la Moratti». Ma si va al ballottaggio?, incalza un altro. E qui s’avvertono toni di inconsueta prudenza: «Se anche si andasse al ballottaggio non ci sarebbe nulla di strano, sarebbe normale. Ma poi noi faremo più del normale, andrà meglio delle scorse amministrative». Gli domandiamo un commento sulla dissociazione della Lega, di Salvini e Bossi: «Dissociazione? Quale dissociazione? Non c’è stata nessuna distanza. La Lega ama la Moratti. Ha solo detto che dobbiamo guardare al presente e non al passato. E infatti, perché non mi fate domande su oggi? Quante moschee vuole mettere Pisapia? Qual è il suo concetto di legalità? Dove vuole mettere i rom?».

Insistiamo: «E che dice del Palasharp vuoto?». Qui si spazientisce: «Non era vuoto! Se ci fosse stata lo avrebbe visto, ci sono le foto». Lo informiamo che, infatti, c’eravamo. E le foto le abbiamo scattate e pubblicate. Risponde che non è un dibattito tra noi e lui. Uno dello staff chiede per quale giornale lavoriamo. Nel mentre, il Ministro ritorna sullo scontro elettorale: «Dal punto di vista personale io non ho mai parlato male di Pisapia, tant’è che anche durante il ballottaggio ho sempre sostenuto che con Boeri avremmo vinto facile. Che sia un avversario politico di valore non l’ho mai messo in dubbio ma la Moratti con quell’intervento ha solo voluto fare emergere le frequentazioni, non solo passate ma anche attuali di Pisapia».

Attuali? «Sì. Eppoi con questo episodio la Moratti ha dimostrato che è donna passionale e non algida come la si dipinge». In ultimo si difende davanti ai taccuini e alle telecamere sull’accusa del suo presunto utilizzo di un aereo di Stato da Roma a Milano, e ritorno, per andare a vedere una partita dell’Inter, lo scorso 5 aprile. Vicenda oggi al vaglio della Corte dei Conti (è partita un’inchiesta contabile: la Guardia di Finanza acquisirà i piani di volo e la documentazione sul viaggio per stabilire quanto abbia pesato sulle casse statali).

Mentre si allontana – in mano stringe delle carte con il calendario di una fitta agenda di appuntamenti che ancora lo aspettano – gli chiediamo: «Come commenta il fatto che Marco Osnato, genero di suo fratello Romano, e candidato come consigliere per il pdl, sia indagato in un fascicolo aperto dalla procura sulle case popolari dell’Aler?». «Non è indagato», risponde sorpreso della domanda. Poi ribatte, seccato: «E se lo è, allora è innocente». 

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