Milano, il futuro di Berlusconi è in mano alle donne

Milano, il futuro di Berlusconi è in mano alle donne

Nonostante le promesse dei candidati per un’aria nuova e più salubre, diminuiscono progressivamente gli elettori a Milano mentre continua a crescere la componente “straniera” che potrà presentarsi alle urne per decretare il nuovo sindaco. Rispetto alle elezioni politiche e amministrative del 2001, il numero degli iscritti nelle liste elettorali del Comune di Milano è infatti calato di oltre 98 mila persone (-9%), con una lieve flessione anche rispetto alle consultazioni dello scorso anno. Dei 992.500 potenziali votanti, continua a crescere invece il numero degli “stranieri” (oltre l’1,5% del totale): gli elettori naturalizzati italiani sono circa 11 mila mentre gli elettori comunitari, cittadini di un paese dell’Unione Europea diverso dall’Italia che hanno richiesto l’iscrizione alle liste del Comune, quasi 3.750.

Milano è rosa. Parallelamente ai dati sull’intera popolazione di residenti, si conferma anche per questa tornata elettorale la predominanza della componente femminile (531.696, quasi 70 mila più degli uomini), soprattutto per quanto riguarda gli elettori dell’Unione Europea che potranno votare a Milano: 2.353 donne e 1.378 uomini. Secondo i dati diffusi ieri durante una conferenza stampa dell’Assessore Stefano Giovanni Pillitteri, le donne rappresentano invece solo il 47,2% del totale degli elettori residenti all’estero, come a indicare una minore mobilità rosa. Le cose però stanno cambiando.

E i milanesi lasciano Milano. Negli ultimi 10 anni, il numero di donne che si trasferisce in paesi extra Ue è cresciuto del 78% a fronte di un +66% per gli uomini. Aumentano quindi gli elettori “espatriati” che, dai 23.626 rilevati nel 2001, hanno fatto segnare un +82%, superando nel 2011 quota 43 mila. Se da una parte la diminuzione generale degli elettori può essere sommariamente spiegata ipotizzando un trasferimento nell’hinterland milanese di fasce della popolazione a più basso reddito, questo dato suggerisce un crescente interesse nei confronti di paesi stranieri o, a seconda dei punti di vista, un progressivo disinteresse per la Madonnina: mobilità in crescita ma non per merito delle tanto attese linee 4 e 5 della Metropolitana.

Ex stranieri: quasi 15 mila per il Sindaco. Saranno 9.857 gli elettori che potranno votare per la prima volta mentre 1.152 sono gli iscritti nelle liste elettorali che non potranno esercitare il diritto di voto tra oggi e domani non essendo ancora maggiorenni. Il “nuovo” bacino elettorale è però rappresentato dai comunitari e soprattutto dagli “ex stranieri”, naturalizzati italiani che hanno diritto di scegliere tra i nove candidati a Palazzo Marino. Si parla per lo più di egiziani (16%), brasiliani (11%), marocchini (5%), peruviani (5%) e filippini (5%). A seguire cinesi, eritrei e albanesi. Gli elettori comunitari che hanno fatto richiesta di votare per le elezioni comunali e circoscrizionali sono invece per lo più rumeni (755), francesi (712) tedeschi (563), britannici (385) e spagnoli (349).

Nasce quindi un dubbio: le liste rappresentano gli elettori? Dei 1.305 candidati al Consiglio, 602 sono nati nel Comune di Milano mentre l’età media è 49 anni. Le persone nate all’estero (in 28 diversi Paesi) e candidate sono 60, di cui 9 nate in Egitto, 4 in Belgio, Germania e Svizzera. Le liste che prevedono il maggior numero di persone nate all’estero sono “Io Amo Milano Io Amo l’Italia” (che appoggia Letizia Moratti con 7 egiziani e un israeliano), a seguire “Milano Civica x Pisapia Sindaco”. Pdl e Pd rimangono invece meno sensibili alla candidatura di naturalizzati italiani.

Nonostante tutto, che Sindaco sia. Le liste civiche più “giovani” in media sono invece “Giovani per l’Expo insieme a Letizia” (età media inferiore a 29 anni) e “Forza Nuova” (33), che schiera tra le sue fila il più giovane potenziale consigliere, 18enne da poco più di un mese. La meno “fresca” invece una candidata della lista “La Tua Milano De Albertis Sindaco”, 86enne.
In generale, a parte la prevalenza di uomini, la definizione dei candidati sembra in prima analisi rispecchiare gli aventi diritto. Ma forse in questo caso è meglio non chiedersi perché; ora c’è solo da capire se le diverse scelte politiche aiuteranno ad aumentare l’affluenza alle urne, che nel 2006 ha raggiunto il 67,52% degli aventi diritto, e assistere inermi alle ultime querelle tra i due favoriti, Giuliano Pisapia e Letizia Brichetto Arnaboldi detta Letizia Moratti.
 

X