All’università del circo, senza trucco né inganno

All’università del circo, senza trucco né inganno

C’è una scuola, alle porte di Torino, dove non ci sono né banchi né lavagne, perché per trasmettere agli allievi la magia e la tradizione del circo non servono né gli uni né gli altri. Dimenticate anche i carrozzoni sgangherati, le tende spifferose e piene di toppe che spuntano come funghi nei prati di periferia, o nei parcheggi di qualche vecchia fabbrica dimessa, e altrettanto rapidamente spariscono quando cala il sipario. Non ci sono leoni, zebre, giraffe o elefanti. Gli artisti circensi di oggi preferiscono lasciarli correre liberi nella savana. Non c’è neanche la donna barbuta, e nemmeno l’uomo colosso. Perché il circo moderno non è il serraglio del sultano di Babilonia né una fiera di fenomeni da baraccone.

Il circo moderno è spettacolo e fatica, divertimento e cultura, gioventù e talento, ma anche impegno, riflettori, sudore, trapezi e corde, lavoro, studio ed esercizio, clavette e lustrini. Allievi e maestri si esercitano in palestre moderne e attrezzatissime, e le luci della ribalta si accendono sui palcoscenici dei più bei teatri del mondo. È tutta un’alchimia di danza, acrobazia, spettacolo, musiche e coreografie, muscoli e tendini sinuosi allenati da ore e ore di esercizio quotidiano che raggiungono il limite e lo superano, per la vera meraviglia e l’incanto dello spettatore. In una parola: arte.

L’avventura di questa scuola così particolare è iniziata più o meno dieci anni fa, quando Paolo Stratta, 38 anni, ha dato vita a un sogno chiamato Scuola di Cirko Vertigo. La k è una strizzatina d’occhio alla classicità, da quel termine greco “kinesis” che vuol dire movimento e ben rappresenta il dna di questa scuola. Assieme a Paolo, una manciata di amici altrettanto innovatori, altrettanto visionari. Di tutti loro si sarebbe potuto dire che avessero qualche venerdì in meno nel calendario, se non fosse che l’idea balzana di allora si è trasformata oggi in una realtà viva e attiva in quel di Grugliasco, prima cintura torinese, che opera oggi con il patrocinio delle istituzioni, e si è già fatta apprezzare all’estero, compresa la Francia, vera e propria culla del circo contemporaneo. Il corso dura due anni, riconosciuti dal Miur (Ministero istruzione, università e ricerca) come scuola professionale, più un terzo di specializzazione, riservato agli allievi migliori, che vengono avviati alla professione “sul campo” con un calendario di oltre 50 spettacoli l’anno.

Vertigo, la prima scuola di circo in assoluto nel nostro paese, si sta facendo conoscere in tutta Italia grazie all’omonima compagnia che sta calcando i palcoscenici di mezzo mondo con lo spettacolo “Una piccola tribù corsara”: «Un omaggio all’Italia, al sentimento di italianità e ai suoi grandi maestri» spiega il patron Stratta. Da Federico Fellini a Dante Alighieri, passando per Gaetano Donizetti e Hugo Pratt. Pensato proprio per l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, lo spettacolo ha debuttato nel 2010 a Buenos Aires, è passato per San Paolo del Brasile, ha toccato diversi altri istituti italiani di cultura all’estero e di lì è tornato in Italia per un fitto calendario di repliche in occasione del centocinquantesimo compleanno tricolore.

Nonostante abbia l’internazionalità nel sangue, la Scuola di Cirko è uno straordinario fenomeno tutto italiano che ha saputo costruire il suo successo praticamente dal nulla, per di più in un paese in cui il circo contemporaneo fa ancora molta fatica a imporsi. Colpa soprattutto di luoghi comuni, pregiudizi infondati e credenze stantie, che ancora oggi nell’immaginario nostrano legano il circo allo stereotipo del bestiario itinerante di folklore picaresco, malamente camuffato sotto strati di cerone e paillettes.

Gli allievi della Scuola di Cirko Vertigo sono trenta ogni anno, senza contare i 250 iscritti ai corsi amatoriali. Giovani e giovanissimi che arrivano da tutta Italia e dai quattro angoli del mondo, attratti da una realtà che non ha eguali nel Bel Paese e compete ad armi pari con le migliori scuole d’Europa. Guai a sminuire con sufficienza quello che fanno, perché a tutti gli effetti la scuola rappresenta per loro quello che la facoltà di Giurisprudenza rappresenta per un ventenne che aspira a fare l’avvocato. E i veri protagonisti in tutti i sensi sono proprio loro, gli allievi: allestiscono uno spettacolo al mese, da novembre a maggio, registrando regolarmente il tutto esaurito in un palatenda da 500 posti, con una media annuale di spettatori di oltre 3000 presenze.

La Scuola e i suoi allievi hanno collaborato in passato con il Cirque du Soleil, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Regio di Parma, La Scala di Milano, l’Arena di Verona, la Scuola Holden dello scrittore Alessandro Baricco e il Free Dome Project in Israele. Di recente i ragazzi della Scuola di Cirko hanno preso a cimentarsi gomito a gomito con i cugini circensi d’Oltralpe, grazie al progetto europeo “Passeparcirque”, che prevede la realizzazione di un centro di documentazione bilingue che cataloga libri, video, materiale cartaceo e sonoro sull’arte circense, e la creazione di una compagnia italo-francese che fa la spola tra Grugliasco e Chambery. Un carnet di successi e apprezzamenti che la scuola vorrebbe coronare con il conseguimento del titolo di Accademia di Circo, un traguardo che non sembra essere poi così lontano. Venghino, dunque, signore e signori. Lo spettacolo è già cominciato. 

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