Parma, lancio di monetine dopo arresti per corruzione

Parma, lancio di monetine dopo arresti per corruzione

In mattinata, un comunicato della Guardia di Finanza ha reso nota la seconda parte dell’operazione Green Money (qui il video). E per la città è stato un colpo. Come si legge nel comunicato, le indagini «sono proseguite portando alla ulteriore ricostruzione del giro vorticoso di interessi privati soddisfatti attingendo o meglio depauperando ingenti risorse pubbliche». Gli arrestati dalla Guardia di finanza per peculato e corruzione sono undici, tra cui imprenditori, due stretti collaboratori del sindaco, Emanuele Moruzzi e Carlo Iacovini, e il comandante della Polizia municipale, Giovanni Maria Jacobazzi.

Moruzzi è il direttore del settore Mobilità e Ambiente del Comune. Iacovini è un ex dirigente in una società partecipata (Infomobility) ed ora era responsabile di un progetto comunale. Sono accusati di aver distratto, con un complesso sistema di false fatturazioni, somme destinate ad opere di pubblica utilità, mai realizzate o eseguite per importi molto inferiori. Soldi pubblici che sarebbero stato drenatì grazie all’aiuto di Mauro Bertoli, direttore di Enia, (la multiutility partecipata anche dal Comune di Parma poi confluita in Iren), accusato di aver gestito il sistema delle tangenti che lo scorso anno ha portato all’arresto di Nunzio Tannoia, funzionario di Enia che materialmente – secondo le indagini – ha intascato le mazzette. Un sistema che coinvolgeva «controllati e controllori», secondo il procuratore Gerardo Laguardia, e che è venuto allo scoperto proprio con la prima tranche di indagini.

Durante il consiglio comunale nel pomeriggio, una folla si è raccolta davanti alla sede del comune chiedendo le dimissioni del sindaco Pietro Vignali. In questo video, della Gazzetta di Parma, la cronaca della giornata in una città il cui Comune è a rischio bancarotta.

( Qui di seguito ripubblichiamo un articolo del 26 maggio sui guai finanziari del Comune di Parma)

«Abbiamo deciso di sospendere il nostro giudizio sulla società in quanto essa non ci ha ancora fornito i dati finanziari necessari alla nostra azione di sorveglianza». A parlare, attraverso un comunicato diffuso nel primo pomeriggio, è l’agenzia di rating Standard & Poor’s, la stessa che ha avvisato sabato scorso l’Italia su un possibile abbassamento della valutazione sul debito. La società in questione è STT (sigla che sta per Società di trasfomazione del territorio), holding di partecipazioni fondata nel 2009 e controllata dal Comune di Parma. Una struttura che riunisce sotto un unico ombrello sette società, tra cui MetroParma, progetto di mobilità cittadina costato 3 milioni di euro e rimasto a secco dopo la riconversione, da parte della municipalità parmigiana, dei fondi già stanziati.

L’agenzia americana, che ha abbassato da BB a B+ la valutazione sul lungo termine della compagnia d’investimento cittadina, con outlook stabile. «Ci aspettiamo che le banche accetteranno un riscadenziamento del debito di STT posticipandone i termini». La sospensione del rating, specifica infine S&P nella nota, significa che la società non si è impegnata a fornire i dati sul business plan e sui flussi di cassa.

Dopo Parmalat e Mariella Burani, l’Emilia potrebbe ritrovarsi nuovamente di fronte ad un fallimento. Non di una società, ma della città sede della Barilla e della European food safety agency, ente europeo che vigila sulla sicurezza alimentare. Nessuno conosce quale sia con esattezza l’entità dell’esposizione debitoria delle casse comunali nei confronti degli istituti di credito. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, si tratterebbe di 335 milioni di euro, ma c’è chi parla del doppio.

Da un mese il Comune non può prendere decisioni in materia di bilancio. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso presentato da alcuni esponenti dell’opposizione in consiglio comunale dopo che il Tar aveva rifiutato di annullare la delibera adottata lo scorso 21 febbraio, recante la nomina dei due revisori. Ad alcuni consiglieri non era piaciuto il blitz – approvazione con i voti della sola maggioranza dopo aver verbalizzato l’annuncio dello scioglimento del consiglio comunale e la sua immediata riconvocazione – per dare l’ok ai due tecnici. Nella medesima seduta, ulteriore motivo di conflitto, l’erogazione di un contributo di 3 milioni di euro apannaggio di Stt holding.

All’impasse economica, dunque, si aggiungono le incertezze amministrative. Stt holding, inizialmente guidata da Andrea Costa, ex dirigente Barilla raggiunto da un avviso di garanzia per «abuso d’ufficio», dallo scorso febbraio è gestita da Andrea Varazzani, uomo di Tremonti. Che lo chiamò prima a ristrutturare l’Enav, e poi alla guida della Cassa depositi e prestiti prima dell’arrivo di Gorno Tempini. Ironia della sorte, Varazzani è cresciuto professionalmente nell’ex Sanpaolo Imi: proprio la banca guidata da Corrado Passera ha acquisito il controllo di Banca Monte Parma, istituto esposto alla tempesta finanziaria cittadina.
Dopo il tampone di via XX Settembre, non sembra che sia proponibile un finanziamento a fondo perduto in stile Catania. A differenza del 2008, quando il capoluogo siciliano ottenne 140 milioni di euro da Berlusconi, la maggioranza appare meno forte di prima.

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