I consumatori sfidano Youtube e intanto Mediaset guarda

I consumatori sfidano Youtube e intanto Mediaset guarda

Sul diritto d’autore online la battaglia è già cominciata. E tra gli opposti schieramenti cominciano a partire le prime cannonate. E pensare che la delibera AgCom, che sta provocando proteste e sollevazioni e di cui abbiamo ampiamente parlato su Linkiesta, non è ancora stata approvata. E non lo sarà almeno fino al prossimo autunno.

In questi giorni si sta consumando però una vicenda che, secondo molti osservatori, non è altro che la prova generale di ciò che potrebbe accadere da settembre in poi. I contendenti sono YouTube e l’Unione nazionale consumatori (Unc), con Mediaset che recita il ruolo di spettatore interessato. Nelle scorse settimane, infatti, YouTube ha oscurato l’intero canale di Unc per violazione del copyright. Nell’occhio del ciclone erano finite alcune interviste di Massimiliano Dona – segretario generale dell’associazione – a Striscia la Notizia e le Iene, programmi trasmessi da Cologno Monzese. Video che secondo il “tubo” più famoso del mondo avrebbero violato il diritto d’autore. Ma, appunto, solo pochi video che non giustificavano la chiusura dell’intero canale.

Secondo Unc, però, quegli spezzoni rientrano nel recinto protetto del diritto di cronaca e non hanno scopo di lucro. L’associazione ha così deciso di presentare ricorso d’urgenza al tribunale di Roma. E qui arriva la sorpresa: neanche dodici ore più tardi YouTube ha deciso di riaprire il canale dell’associazione di consumatori evitando così un procedimento giudiziario. E nel canale sono ricomparsi anche i video incriminati. Fonti interne a Mediaset precisano di non aver «mai chiesto l’oscuramento del canale di Unc» e che «YouTube ha semplicemente applicato il procedimento di notice and takedown. Cioè: dopo tre avvisi al titolare del canale, la piattaforma procede con l’oscuramento dei video o del canale stesso». E ancora: «E’ stato un giudice a stabilire che YouTube non può permettere che venga caricato nostro materiale audiovisivo sulle sue pagine, oltretutto guadagnandoci con la pubblicità. Hanno agito proprio in virtù di questa sentenza».

Se la delibera AgCom venisse approvata così com’è oggi accadrebbe qualcosa di molto simile. Il contenuto sospettato di violazione del copyright verrebbe rimosso direttamente dal gestore del sito. Un procedimento che si svolgerebbe – dall’inizio alla fine – sulla testa del singolo utente, che pure quel video lo ha inserito, senza che questi possa muovere un dito. L’avvocato Fulvio Sarzana, che ha curato gli interessi di Unc, analizza differenze e punti di contatto tra ciò che accade oggi e ciò che accadrà domani: «La delibera non si rivolge a quei siti che già applicano una procedura di rimozione selettiva, come fa appunto YouTube. Cambierebbero gli attori, comunque non la sostanza».

«Immaginiamo che Mediaset presenti una segnalazione ad AgCom per una presunta violazione del copyright. Bene, l’Authority dovrebbe stabilire in quattro giorni se quel contenuto rientri o no tra le eccezioni previste dalla legge. Cioè diritto di cronaca o finalità educative. Fino ad oggi, i giudici hanno impiegato 2-3 mesi a stabilirlo. E parliamo di procedure di urgenza. L’AgCom dovrebbe riuscirci in 96 ore?». E se, dopo 96 febbrili ore, il video risultasse davvero fuorilegge? AgCom chiederebbe la rimozione al fornitore di servizi, cioè l’hosting. Che, in assenza di controdeduzioni, obbedirebbe. All’utente non resterebbe che assistere, da un giorno all’altro, alla sparizione del contenuto che aveva caricato.

Intanto, Unc cerca una vittoria completa. «Vogliamo agire in sede civile nei confronti di Rti-Mediaset perché è interesse della collettività che un giudice italiano dichiari la legittimità della pubblicazione di spezzoni di programmi televisivi quando i contenuti sono diffusi in modo parziale, nell’ambito del diritto di cronaca e comunque per finalità educative e non a scopo di lucro» annuncia Dona, il segretario generale nonché il grande oscurato dagli schermi di YouTube. Mediaset ostenta tranquillità: «C’è già una sentenza a nostro favore. Sarà poi la magistratura a decidere se quei video costituiscono un’eccezione al diritto d’autore».

A Cologno Monzese non ci stanno a passare per censori: «Non abbiamo mai inibito un contenuto video: chiunque può accedere gratuitamente al nostro archivio online e rivedere tutti i programmi che desidera. Anziché caricare un video su YouTube, basterebbe inserire un link al nostro sito. Cosa cambia?» La battaglia giudiziaria è appena cominciata. E i primi fuochi d’artificio estivi potrebbero essere solo l’antipasto di un autunno molto caldo.

Per approfondire:
Dossier – Agcom vs Internet