«The time for putting party first is over. If you want to see a bipartisan #compromise, let Congress know. Call. Email. Tweet. —BO». La differenza la fa la sigla. Sull’account di Barack Obama è comparso questo tweet, verso le 18,30 ora italiana. La sigla è quella del presidente degli Stati Uniti, dato che normalmente l’account è gestito dal suo staff.
«Il tempo per mettere al primo posto il partito è finito. Se vuoi vedere un #compromesso bipartisan, fallo sapere al Congresso. Chiama. Manda mail. Scrivi dei Tweet – BO». Questo primo messaggio in 140 caratteri ha dato il via a una serie di messaggi indirizzati agli account dei deputati del Tea Party, la componente più oltranzista e contraria all’accordo sul tetto del debito.
Questi i primi tweet dell’iniziativa. Fantasiosa nella scelta della piattaforma, ma non molto nel messaggio. D’altra parte ora la priorità è mettere pressione sui deputati repubblicani vicini al Tea Party. Gli stessi che però fanno sapere che sono «i nostri elettori» a chiedere più intransigenza. Anche al costo di un downgrade degli Stati Uniti, per ora solo paventato dalle agenzie di rating. Certo è che l’innalzamento del tetto del debito è una prassi abbastanza consolidata, ma mai era stata vissuta con una tensione tale.
Il presidente degli Stati Uniti anche oggi ha chiamato all’accordo. Una voce che però stenta, presa fra le difficoltà di un Harry Reid, portavoce democratico al Senato, comparso visiblmente provato: «è il momento per i repubblicani di dichiarare vittoria, ritirare le chip dal tavolo e alzarsi», e uno scontro nel campo repubblicano che non fa intravedere una soluzione, anche se tutti – o quasi – giurano di voler evitare il default. Intanto ci sono tre giorni di tempo per twittare al proprio senatore tutta il desiderio per un #compromise.
Il primo risultato della “campagna” di Obama, è stato però quello di far perdere circa 36 mila follower al suo account e, in contemporanea, farne guadagnare ai politici repubblicani a cui i tweet erano mirati. Un’analisi di Mashable mostra infatti un calo di follower, dai 9 milioni 400 mila che erano prima della partenza dell’hashtag #compromise. La campagna però è stata diffusa su un totale di 22 mila account di Twitter, raggiungendo così un potenziale di 36 milioni di untenti del social media. Rimane il fatto che, dei 28 mila tweet analizzati da NM Incite, il presidente Obama è stato menzionato positivamente nel 40% del totale, contrariamente al 13% che non ha visto con favore la nuova iniziativa.