Pure il regime cinese inizia a capire il web

Pure il regime cinese inizia a capire il web

Da inizio luglio anche i Radiohead hanno iniziato a comunicare su Sina Weibo, la piattaforma di microblogging più affermata in Cina. Si tratta di un profilo ufficializzato che dà seguito a quelli di Tom Cruise e Bill Gates. Il fatto che personaggi pubblici di tale calibro abbiano deciso di avvicinarsi all’utenza cinese proprio attraverso Sina Weibo testimonia come il servizio cinese rappresenti oggi un vero e proprio punto di riferimento per molti internauti residenti non solo nello Stato di Mezzo.

Per capire quanto sta accadendo basta ricordare che dallo scorso gennaio la conduttrice televisiva statunitense Oprah Winfrey non è più nella top ten dei tweeter più influenti al mondo perché scalzata da Yao Chen, l’attrice cinese più seguita su Sina Weibo, il servizio che spesso troppo frettolosamente viene ribattezzato dalla stampa come “l’equivalente di Twitter in Cina”. È stata la prima volta che tra i microblogger più seguiti al mondo ci sia stato un utente di un servizio che non sia iscritto a Twitter.

Il successo di Sina Weibo è impressionante soprattutto per i risultati maturati in un arco di tempo decisamente ristretto. Lanciato nell’agosto del 2009 da Sina Corporation, la società che gestisce Sina, uno dei portali più importanti nel Web cinese, Sina Weibo è arrivato a contare oltre 140 milioni di iscritti (Twitter ne ha 200 milioni, ma fu lanciato nei primi mesi del 2007) e una quota di mercato pari all’86,6% (quota di mercato in base al tempo trascorso online rispetto ai competitor del tipo Baidu shoba e Tencent weibo ).

Una delle chiavi più importanti per leggere questo fenomeno è costituito dall’apporto profuso da diversi personaggi famosi, celebrità e testimonial capaci di attirare e fidelizzare una considerevole quota di utenti. Una formula vincente già sperimentata in passato dalla stessa Sina con il servizio Sina Weblog; al momento Sina Weibo ha un bacino di oltre 60.000 celebrità autenticate.

Un’altra funzione finalizzata alla fidelizzazione dell’utenza di Sina Weibo è quella del badge: proprio come Foursquare, Sina Weibo offre diversi badge come ad esempio quello di “sofa collector” per i commenti su un nuovo post e il badge di “weibo controller” per tutti gli utenti che hanno postato un pensiero almeno una volta al giorno per un arco di tempo di 10 giorni. Oltre al numero di followers, un utente sarà quindi ritenuto autorevole anche in virtù dei badge conquistati. La popolarità della piattaforma è stata poi sostenuta anche da lotterie che attraverso l’utilizzo del passaparola, o retweet, sono state capaci di coinvolgere nuovi utenti.

Niente di apparentemente rivoluzionario ma decisamente funzionale soprattutto se si considerano i diversi concorrenti. È opportuno ricordare che già dopo soli 9 mesi dal lancio di Twitter, gli utenti cinesi potevano far riferimento a Jiwai.de, presto oscurato per motivi legati alla censura. Un mese dopo, nasce Fanfou (questo sì vero e proprio clone), ma anch’esso oscurato dopo un anno di attività per motivi politici e recentemente riattivato ma con scarse possibilità di un riposizionamento significativo sul mercato. Un’altra piattaforma degna di nota è stata 9911 nata grazie alla collaborazione di MySpace China, un progetto che tuttavia, come MySpace, non è stato capace di far breccia tra gli utenti cinesi. Riassumendo si può sostenere che dal 2007 al 2009 vi è stata una vera e propria onda di piattaforme di microblogging di prima generazione, che tuttavia non sono riuscite a rimanere operative anche per ragioni legate alla censura.

Oltre a motivazioni di carattere tecnico, Sina Weibo ha potuto far leva anche sulla fiducia del governo cinese. A tal proposito è illuminante un’osservazione del noto blogger cinese Keso che da Zhilu (il corrispettivo cinese di Quora) ricorda come: «Sina Weibo ha rischiato di essere chiuso circa un anno dopo la sua nascita. In quel periodo, i media diffusero dei rapporti menzogneri circa la “Twitter Revolution” iraniana che portarono alla convinzione secondo cui il governo cinese avrebbe dovuto chiudere i servizi di microblog perché rappresentavano una minaccia. Ciononostante le agenzie governative iniziarono ad utilizzare Sina Weibo ed a rispettare l’instancabile lavoro di supervisione, in tal modo il governo ha iniziato a capire gradualmente che il pubblico necessita di una valvola di sfogo attraverso cui commentare ed esprimere le proprie emozioni. Una valvola di sfogo che è meglio monitorare piuttosto che non poterla controllare. Sina Weibo è controllata da gente che obbedisce al governo, di conseguenza è più alto il rischio di censurare la piattaforma piuttosto che permettere che essa continui a funzionare. Dopotutto anche il governo stesso può usare Sina Weibo».

Oltre a motivi politici e legati alla censura (l’ultimo riscontro è la difficoltà nel ricercare messaggi inerenti alla non confermata scomparsa del ex Presidente Jiang Zemin), Sina Weibo non può essere considerato “l’equivalente di Twitter in Cina” per l’orientamento sempre più mirato a diventare più un social network (in stile Facebook), che un social media (in stile Twitter). La conferma viene da una serie di servizi avviati con notevole successo negli ultimi mesi come la creazioni di gruppi divisi in otto categorie (celebrità, industria, interessi, cultura, lifestyle, casa, vecchi amici, città) con oltre un centinaio di sottocategorie. Altri servizi social sono le pagine pubbliche, che offrono la possibilità di creare dei mini siti personalizzabili; gli inviti e le raccomandazioni per implementare la propria lista di follower; senza dimenticare le nuove chat room, dei capienti cloud storage per il file sharing e nuovi algoritmi per diversificare l’utilizzo dei feed. Ma non solo, non va assolutamente sottovalutata l’importanza della lingua, essendo il cinese una lingua sillabica permette agli utenti di esprimere dei concetti molto più articolati rispetto alla maggior parte delle lingue indoeuropee senza prestare troppa attenzione al limite delle 140 battute.

In un’intervista rilasciata lo scorso febbraio al canale economico della Cctv, dal Ceo di Sina, Charles Chao, si è messo in evidenza come molte aziende avessero sviluppato le loro iniziative di marketing traendo vantaggio dai servizi offerti gratuitamente da Sina Weibo. A tal proposito Charles Chao ha ricordato che «Sina mette a disposizione la piattaforma, una piattaforma in cui si è speso parecchio in termini di ricerca e sviluppo, e offerta variegata di servizi. E’ quindi importante che ogni contribuente abbia la sua parte di ricavi”. La proverbiale concretezza cinese non si è fatta attendere: da metà giugno Sina Weibo ha inaugurato Enterprise Edition, un servizio che include i profili di brand ufficiali. Ma lo sviluppo di Sina Weibo sembra non conoscere soste. Ad inizio di giugno Liu Qi, portavoce di Sina, ha anticipato all’agenzia di stampa Reuters che entro la fine dell’anno sarà realizzata una versione completamente in inglese di Sina Weibo. Chissà, forse per quell’occasione i profili dei Radiohead, di Bill Gates e Tom Cruise avranno una connotazione meno esotica; certamente Twitter avrà iniziato a considerare la crescita di Sina Weibo, almeno in Asia. 

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