Anche l’esodo non è più quello di una volta. Sabato 30 luglio 2011, il giorno da bollino nero per il traffico di strade e autostrade e della grande fuga dalle città, la circolazione sulle principali arterie viene declassato: da «critico» a «intenso con possibile criticità». E anche l’incubo degli automobilisti italiani, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, ha registrato nei momenti di massimo afflusso «solo» 3400 veicoli all’ora con una situazione di circolazione intensa ma scorrevole secondo l’Anas. Gli italiani non vanno più in ferie? Quanto si svuotano le città? Quanto incide la crisi e l’aumento dei prezzi sulle vacanze?
«Anche se gli operatori del settore tendono a dire che la stagione sta andando bene per non influenzare negativamente le partenze – spiega Stefano Landi, presidente di SL&A, società di ricerca e consulenza in tema di ospitalità e turismo – è vero che c’è un forte calo di domanda interna, anche se è difficile da misurare». Landi per Lavoce.info ha messo in fila i numeri dei viaggi e delle notti di vacanze degli italiani nel triennio 2008-2010 e i conti non tornano per il settore turismo del Belpaese dove si concentrano il 78% delle nostre ferie, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale del turismo – Isnart.
La perdita di fatturato complessiva dell’offerta turistica italiana nel 2010, per il solo effetto del calo del mercato interno di 58 milioni di notti per vacanza, sarebbe di circa 6 miliardi di euro. Più altri due miliardi di euro per per il turismo d’affari. Una stima di 8 miliardi di euro di mancati introiti considerando il valore medio di circa 100-105 euro in termini di spesa media per persona ogni giorno. E la tendenza non migliora per questa stagione con un «luglio nero» annunciato dai gestori degli stabilimenti balneari: due milioni di presenze in meno sulle spiagge italiane (per il Sindacato italiano balneari) a causa delle piogge e delle temperature basse, con i consumi ridotti di oltre il 35 per cento. Rispetto allo scorso anno si sono registrati cali in tutte le regioni italiane, con un picco del 25% rilevato in Liguria, si salvano solo le isole, dove comunque le presenze dei bagnanti sono diminuite del 5%.
E le vacanze mordi-e-fuggi sono il sintomo del cambiamento radicale delle abitudini sotto l’ombrellone. Abitudini che vengono pesantemente penalizzate dalla contrazione dei consumi: quest’anno soprattutto la benzina alle stelle (con punte per la verde a 1,67 euro al litro) e il caro traghetti per le isole, con il caso limite della Sardegna con prezzi praticamente raddoppiati. «Dal 2008 in poi – continua Landi – c’è stato un sorpasso delle vacanze brevi, che non superano i 4 giorni, rispetto a quelle lunghe. Non sono più un eccezione ma la regola dettata dalla congiuntura economica». Ed anche i 32 miliardi di euro spesi complessivamente dai turisti nel quadrimestre giugno-settembre 2010 (con una media di 665 euro a persona secondo il centro studi della Federazione italiana pubblici esercizi) sembrano difficilmente raggiungibili.
In queste settimane si è scatenata una «guerra di numeri» sulle stime delle partenze per il mese di luglio. Le associazioni di consumatori Federconsumatori e Adusbef contestano i dati diffusi dalla Federalberghi, che stimavano il 55% degli italiani pronti a partire. «Più che altro – dicono le due associazioni di consumatori – consideriamo l’analisi fatta da Federalberghi come un vero e proprio auspicio. Purtroppo, i dati sulle partenze per le vacanze estive testimoniano una realtà ben diversa: saranno il 38,5% le famiglie che potranno permettersi quest’anno di andare in vacanza». Erano il 40% nella passata stagione estiva con un costo inferiore del 4%.