“Remember, remember the Fifth of November”. Per gli emuli di Guy Fawkes, o almeno della sua versione caricaturale resa celebre dal film “V per Vendetta”, non poteva certo esistere data più evocativa per pianificare quello che si preannuncia uno dei più pesanti attacchi mai messi a segno dagli Anonymous. Sarà infatti il 5 novembre 2011, 406° anniversario della cosiddetta “congiura delle polveri”, del fallito attentato di Fawkes a re Giacomo I nel palazzo di Westminster, il giorno in cui i cyberattivisti più famosi del momento prenderanno di mira il social network più famoso di sempre: Facebook.
La notizia è stata ribattuta quest’oggi su Twitter attraverso l’hashtag #opfacebook da alcuni dei canali di informazione più vicini al movimento degli Anonimi e alla rete Antisec. Su Youtube circola da quasi un mese un videomessaggio dello stesso tenore, che ha già collezionato quasi 900mila visualizzazioni.
La ragione dell’attacco è accuratamente spiegata in un lungo “j’accuse”: «Facebook – sostengono gli Anonymous – vende informazioni sul vostro conto alle agenzie governative, e consente l’accesso clandestino alle aziende di sicurezza informatica in modo che possano spiare persone in tutto il mondo. Alcune di queste aziende stanno lavorando per governi autoritari, come quelli di Egitto e Siria». Ma c’è di più: «Tutto quello che fate su Facebook – prosegue il comunicato – rimane su Facebook indipendentemente dalle vostre impostazioni di privacy. Eliminare il vostro account è impossibile: anche se si “cancella” l’account, tutte le vostre informazioni personali rimangono su Facebook, e possono essere recuperate in qualsiasi momento. Anche la modifica delle impostazioni di privacy per rendere il vostro account di Facebook più “privato” non serve a nulla. Facebook sa più cose sul vostro conto di quanto non ne sappia la vostra famiglia».
La notizie è di quelle in grado di eclissare tutto quanto fatto finora non solo da Anonymous, ma anche dagli alleati della LulzSecurity, e dall’intero movimento Antisec. Non tanto per l’identità della vittima, quanto perché l’attacco coinvolgerà inevitabilmente milioni e milioni di suoi utenti. Forse è anche per questo che gli anonimi hanno scelto di lanciare un appello agli amanti del social network, invitando loro a comprendere le ragioni alla base del loro annuncio: «Non potete nascondervi la realtà in cui voi e noi, popolo di internet, viviamo. Facebook è l’esatto opposto della causa Antisec. Non siete al sicuro né da loro né da alcun governo del pianeta. Un giorno vi guarderete indietro, pensando a questo atto, e realizzerete che ciò che abbiamo fatto è giusto. E ringrazierete i giustizieri di Internet, comprendendo che non siamo qui per nuocervi, ma per salvarvi». E poi ancora: «I disordini sono in corso. Non è una battaglia per il futuro della privacy e della pubblicità. Si tratta di una battaglia per la scelta e il consenso informato» dichiarano gli hacktivist. «Facebook – proseguono – continua a dire che offre agli utenti scelte, ma è completamente falso: offre agli utenti l’illusione della scelta, e poi nasconde loro i dettagli di ciò che fa “per il loro bene”. Quando un servizio è “gratis”, in realtà significa che stanno facendo soldi alle vostre spalle, grazie alle vostre informazioni».
Insomma, la guerra è dichiarata, il nemico è avvisato e sa che deve tenersi pronto. Non fosse che questa, sul web, è la notizia del momento, sembrerebbe presa pari pari da un romanzo di Dumas, con i Moschettieri del Re che lanciano il guanto della sfida alle Guardie del Cardinale per un duello all’ultimo sangue. Appuntamento all’alba, dietro il convento delle Carmelitane. All’alba del 5 novembre, ovviamente.
Eppure è proprio per questo che sull’operazione non mancano i dubbi e le perplessità. A cominciare dalle modalità di annuncio: il profilo Twitter @anonops, il primo a diffondere la notizia, chiosa il lancio spiegando che anche se gli autori dell’annuncio sono Anonymous non significa che tutta la comunità di Anonymous sia d’accordo. Una discrepanza non irrilevante rispetto a quanto avvenuto finora, con gli hacktivisti sempre pronti a fare quadrato attorno a ciascuna delle operazioni messe a segno, o a solidarizzare senza se e senza ma contro qualsiasi cyberattivista “preso di mira” dalle forze dell’ordine.
La seconda discrepanza, quasi impercettibile, è la definizione che nel comunicato gli Anonymous danno di se stessi: “tre rulers of Internet”. Un’espressione traducibile sia nell’innocua versione gergale di “quelli che su internet figheggiano, fanno faville”, sia come quella, a dire il vero un po’ inquietante, dei “giustizieri di internet”, o, comunque, di quelli che su Internati “dettano legge”. Ben strano, detto dagli anarchici più anarchici della rete.
Un’altra stranezza, nemmeno questa di poco conto, è che l’annuncio sia arrivato in pompa magna quasi tre mesi prima dell’attacco. Quattro, se si considera la messa on-line del videomessaggio su Youtube. Per dei “guerrilleros” della tastiera, sempre pronti a colpire il “nemico” quando meno se l’aspetta e dove fa più male, scoprire le carte con così largo anticipo sarebbe come per una nazione in guerra allegare alla dichiarazione di apertura delle ostilità le date degli attacchi e l’elenco dettagliato gli obiettivi nel mirino. Lasciando all’avversario, per giunta, tutto il tempo necessario per adottare le contromisure opportune. Marchiana ingenuità tattica, delirio di onnipotenza di chi si sente (o vuole mostrarsi) intoccabile, oppure semplice operazione di marketing virale?