Volendo razionalizzare i fondi per le infrastrutture, la Ue ha proposto di trasformare l’asse Berlino-Palermo in quella Helsinki-La Valletta tralasciando tutto ciò che è a sud di Napoli ma includendo invece Bari. Per questo lo sviluppo delle infrastrutture paventato dai documenti della Commissione di Bruxelles sulle reti transeuropee, la Ten-T (questo l’acronimo che significa le reti di trasporto trans-europee dall’inglese Trans-European Networks – Transport), segna «un pericoloso cambiamento di approccio». A scriverlo è un gruppo di parlamentari italiani (rigorosamente bipartisan) al Parlamento Europeo.
Quello che chiedono è che venga «assicurata» la realizzazione dell’asse Napoli – Sicilia, parte di una delle tre grandi direttrici che avrebbero dovuto attraversare l’Italia: le altre due sono la Lione – Torino – Budapest (la Tav) e la Genova – Rotterdam (quella del Terzo Valico). Nella lettera si parla di «confermare la vocazione mediterranea del nostro Paese, integrando i corridoi plurimodali coi nodi navali ed aeroportuali che costituiscono le porte di accesso dal Mediterraneo».
Vi proponiamo la lettera indirizzata dagli europarlamentari al Presidente della Commissione Barroso nella sua forma integrale. In fondo alla lettera troverete anche gli articoli sul dibattito in corso su un nodo, questo, centrale per lo sviluppo infrastrutturale ed economico del nostro Paese.
Gentile Presidente,
con la politica delle reti TEN-T “Linee guida per lo sviluppo delle reti Transeuropee” (Decisione UE n°884/2004), l’Unione Europea aveva riconosciuto il carattere strategico dell’Italia nell’area euro-mediterranea. I Progetti Prioritari PP6 (Lione-Torino-Budapest), PP24 (Genova-Rotterdam), PP21 Autostrade del Mare, ma soprattutto il progetto prioritario PP1 (Berlino-Palermo) valorizzavano la vocazione mediterranea del nostro paese.
Sembra però che la Comunicazione della Commissione sulle Prospettive di Bilancio “A budget for Europe 2020” presentato al Consiglio ed al Parlamento Europeo il 29 giugno scorso segni un cambiamento d’approccio. In tale Comunicazione si individua infatti un modello di pianificazione e finanziamento basato su due livelli: il primo, di interesse europeo (core network) sul quale si concentreranno le risorse di bilancio comunitario, e il secondo, nazionale (comprehensive network) la cui realizzazione e finanziamento spetta soprattutto agli Stati membri. La proposta della Commissione struttura il core network attorno a 10 corridoi plurimodali europei della mobilità che riconfigurano i 30 Progetti Prioritari individuati nell’Annesso I delle “linee guida TEN-T” adottate nel maggio 2004 con la Decisione UE n°884/2004. È importante sottolineare che l’individuazione di questi 30 progetti prioritari è il risultato di un difficile accordo politico raggiunto dall’Italia nel suo semestre di presidenza UE giugno-dicembre 2003.
Lo scenario futuro per le TEN-T prospettato dalla Commissione rischia, a nostro avviso, di accentuare il divario economico fra i Paesi del Centro-Nord Europa e quelli Mediterranei, concentrando il core network nell’area economica del Centro Europa. Dallo scenario della Commissione emerge in modo chiaro l’intenzione di razionalizzare le reti TEN-T di interesse comunitario. Infatti il nuovo metodo adottato concentra le risorse su 10 corridoi del core network localizzati nelle regioni ad alto reddito e a forte domanda di mobilità.
Questa configurazione di rete penalizza non solo intere regioni del nostro paese, ma anche l’area mediterranea nel suo complesso. Nell’incontro del 6 maggio scorso con la DG MOVE della Commissione europea, la posizione italiana, pur condividendo l’obiettivo strategico della Commissione UE di ottimizzare gli impieghi del fondo ”Connecting Europe Facility”, riteneva opportuno di 1) dare continuità agli interventi di completamento dei Progetti Prioritari italiani e 2) di realizzare il corenetwork TEN-T in una logica plurimodale soprattutto per le reti nelle Regioni del Mezzogiorno(sud ed isole).
È importante confermare la vocazione mediterraneadi questa parte dell’Unione europea integrando i corridoi plurimodali con i nodi navali ed aeroportuali che costituiscono le porti di accesso dal Mediterraneo verso il core network. In particolare, appare opportuno 1) rafforzare il corridoio plurimodale PP24 Genova –Rotterdam attraverso una definizione progettuale condivisa con la Svizzera riguardante le due direttrici di collegamento Genova-Novara-Loescheberg-Sempione e Genova-Milano-Chiasso-Gottardo e 2) sostenere gli sforzi volti a rafforzare la magliatura ferroviaria attraverso un rinnovato sostegno alla PP6 Torino-Lione e una valorizzazione degli interventi sulla linea Genova-Ventimiglia per il trasporto passeggeri.
Per quanto riguarda l’ipotesi di riconfigurazione del Progetto Prioritario PP1 (Berlino-Palermo), dalla proposta della Commissione sembra emergere un rischio di marginalizzazione del Mezzogiorno italiano, in quanto il nuovo tracciato taglia fuori dal nocciolo duro dei trasporti europei vaste aree del Mezzogiorno abitate da circa 10 milioni di abitanti (Campania meridionale, Basilicata, Calabria e Sicilia). Il nuovo corridoio Helsinki-Valletta, proposto dalla Commissione nel nuovo quadro di interventi prioritari all’orizzonte 2020, si sovrappone al progetto prioritario Berlino- Palermo solo fino a Napoli. Qui il tracciato del nuovo corridoio si attesta su Bari. La nuova linea Napoli-Bari, prospettata dal progetto della Commissione, se integrata al PP1, potrà rappresentare un asse di connessione con i Balcani e, nel porto di Bari, con il Corridoio paneuropeo VIII Durazzo-Tirana-Skopje-Sofia-Varna. È tuttavia importante assicurare la realizzazione dell’asse Napoli-Sicilia.
La struttura del PP1 da Napoli alla Sicilia si è consolidata nel tempo grazie a rilevanti interventi effettuati a partire dal 2004: basti citare la nuova linea ferroviaria AV/ AC da Napoli fino a Battipaglia, finanziata con fondi strutturali FESR e FS, gli interventi di upgrading riguardanti la linea Salerno-Reggio Calabria per il transito dei treni alta velocità nonché le nuove linee ferroviarie in Sicilia (raddoppio in corso della Messina-Palermo e Messina-Catania-Siracusa, tutte cofinanziate con fondi strutturali FESR).
La riconferma del PP1 lungo la direttrice tirrenica è cruciale per assicurare l’integrazione nel core network dei porti e delle piastre logistiche del Mezzogiorno,comprese Sardegna e Sicilia, funzionali allo sviluppo del Progetto PP21 autostrade del mare e al sostegno ai crescenti traffici Oltre-Suez e Far East. Di più, l’esclusione degli aeroporti del Mezzogiorno dal core network dei trasporti europei rende più fragile la creazione di una rete plurimodale del settore aereo, che si pone a servizio dei nodi urbani e metropolitani soprattutto insulari e che necessità di connessioni con le reti ferroviarie. In questa prospettiva sembra opportuno integrare nel core network gli aeroporti del Mezzogiorno di Napoli, Bari nonché di Catania, Cagliari, Olbia e Palermo, garantendo così i transiti dall’Europa verso l’Africa e l’Oriente.
Per rafforzare la dimensione euromediterranea del settore aereo occorre inoltre armonizzare i sistemi di controllo ATM del traffico aereo e continuare il processo di integrazione degli spazi aerei nel mediterraneo orientale già avviato con il progetto Blue Med-TEN-T coordinato dall’Italia e con la partecipazione di Malta, Cipro, Grecia, Egitto e Tunisia. Al fine di assicurare la continuità euromediterranea nella politica delle reti TEN-T, noi parlamentari europei della delegazione italiana ci impegniamo a sostegno del Sistema-Paese per definire insieme alla Commissione Europea una rete europea dei trasporti che garantisca l’integrità della rete nazionale delle infrastrutture in una prospettiva europea e mediterranea.
On. Mauro, On. Sassoli, On. Casini, On. Rinaldi, On. Angelilli, On. Pittella, On. Bartolozzi, On. Comi, On. Gualtieri, On. Iacolino, On. La Via, On. Mazzoni, On. Pallone, On. Rinaldi, On. Scurria, On. Serracchiani, On. Tatarella, On. Uggias
Per approfondire:
La Ue non crede nel Sud perché non ci crede Roma
Volendo razionalizzare i fondi per le infrastrutture, la Ue ha proposto di trasformare l’asse Berlino-Palermo in quella Helsinki-La Valletta tralasciando tutto ciò che è a sud di Napoli ma includendo invece Bari. In molti in Italia si sono arrabbiati. Ma non è l’Unione ad essere cattiva. Perché la Commissione dovrebbe credere nello sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno se non ci crede l’Italia?
Il Sud Italia è strategico, l’Ue non lo dimentichi
Sulla proposta europea di far saltare la realizzazione della ferrovia Napoli-Reggio Calabria-Palermo interviene il primo vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella. «È vero – ammette – che il governo italiano ha difeso debolmente e svogliatamente gli interessi del Paese a livello di trasporti, ma l’Italia sta facendo il suo dovere per onorare gli impegni europei in termini di infrastrutture». E l’Ue farebbe un errore strategico gravissimo a dimenticarsi del Sud Italia, vera porta sul Mediterraneo e l’Oriente.