La Germania le province le taglia da tempo, ecco come

La Germania le province le taglia da tempo, ecco come

Mentre in Italia continua lo scontro tra l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), l’Upi (Unione province italiane) e il governo sull’abolizione delle province e l’accorpamento dei comuni, la Germania prosegue sul fronte delle riforme territoriali. Fin dagli anni ‘70 i Länder tedeschi sono infatti seriamente impegnati in una vasta opera di ottimizzazione della struttura dei diversi livelli di governo locale. Efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa sono da tempo la parola d’ordine. Svariate fusioni sono avvenute su scelta dei comuni interessati, altre sono state imposte dall’alto.

Fatto sta che degli originari 24.000 comuni, all’inizio degli anni ’80 la Germania ne contava appena 8000. Con la caduta del Muro, anche le neocostituite regioni orientali hanno deciso di ridisegnare la carta delle istituzioni vicine al cittadino, nel tentativo di comprimere gli sprechi e semplificare il quadro giuridico. Dopo Sassonia (2008) e Sassonia-Anhalt (2007), dal 4 settembre prossimo anche la fisionomia del Land Meclemburgo-Pomerania anteriore è destinata a cambiare. In particolar modo, è il Landkreis, ossia il livello di governo intermedio tra comuni e Länder, ad essere interessato dall’opera di razionalizzazione. Dai dodici attuali si passerà a sei, il più grande dei quali avrà dimensioni maggiori del Land della Saar. I nuovi nomi dei Landkreise li decideranno i cittadini con un referendum.

Il Landkreis o circondario viene spesso assimilato alle nostre province. In realtà è una “unione di comuni”, aggregatisi per coordinare tra loro l’erogazione di determinati servizi. Si tratta cioè di un livello di governo territoriale bottom-up e non top-down come quello creato in Italia con le province. Non esiste quindi un elenco delle competenze che sia uguale per tutti i Landkreise. Senza contare che le città principali – capoluogo, diremmo noi – sono di norma escluse dall’amministrazione dei circondari (Kreisfreie Städte, “città libere dal circondario”) e non condividono con nessun altro comune le loro competenze.

Come richiede un ordinamento genuinamente federale, la disciplina dei Landkreise è affidata dalla Legge fondamentale ai singoli Länder e non alla Federazione. È quindi dalle regioni o dagli stessi Kreise e non certo dallo Stato centrale che può partire l’iniziativa legislativa per eventuali riforme. «In Italia non solo siamo fuori tempo massimo, ma i recenti progetti del Governo sanciscono l’assoluto fallimento del ruolo delle Regioni e in particolar modo del Consiglio delle autonomie locali, previsto dall’art. 123 della nostra Costituzione», spiega a Linkiesta il professor Jörg Luther, ordinario di diritto costituzionale presso l’Università del Piemonte Orientale.

D’altra parte anche in Germania non sono mai mancate le proteste o i ricorsi. Proprio nel caso del Meclemburgo, è stato infatti il Tribunale costituzionale del Land il 18 agosto scorso a mettere la parola fine alle polemiche. Ad opporsi alla riforma erano le città libere di Wismar e Greifswald, che dal mese prossimo perderanno il loro status e saranno anch’esse inglobate nei nuovi macrocircondari: «Ci privano delle competenze in materia scolastica, di raccolta dei rifiuti e dell’assistenza sociale» si lamenta Arthur König (CDU), sindaco di Greifswald parlando con l’emittente Ndr.

L’esecutivo regionale si difende, richiamando i vantaggi messi in luce dal Landesrechnungshof (la Corte dei Conti del Land) in termini di economie di scala e riduzione della spesa pubblica – tra i 40 e i 50 milioni di euro annui. Oggi il parlamentino del Kreis Müritz ha quarantasette deputati, in futuro il nuovo macrocircondario ne avrà solo diciassette. Con il calo demografico di alcune zone era infatti soltanto rimasto il denaro per pagare il personale amministrativo: un costo di circa 200 euro a cittadino, quasi il doppio rispetto al vicino Schleswig-Holstein. Con la diminuzione dei fondi strutturali comunitari e dei sussidi provenienti dal Solidarpakt, il programma per lo sviluppo dei territori dell’ex Germania-Est che si esaurirà nel 2019, non v’era insomma altra scelta. E non è finita qui: «Ora bisogna intervenire drasticamente sui Comuni»- sostiene il presidente della Corte dei Conti Tilmann Schweisfurth – «Degli 814 comuni del Meclemburgo quasi 300 hanno meno di 500 abitanti».

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