Marrakech, la rossa. Per apprezzarla al meglio, ho scelto di seguire il consiglio che mi ha dato un amico, prima di partire: «Lascia la cartina nello zaino e accetta la possibilità di perderti nella medina». Così ho fatto e ho deciso che, per il primo giorno, fossero i miei piedi e i miei occhi a decidere dove condurmi. Partendo dalla Djema el-Fna, la grande piazza di Marrakech, sono andata alla scoperta dei vicoli, delle stradine e delle piazzette che tessono il suq cittadino.
Djeema el-Fnaa
Il souk des Teinturiers
Ho avuto la fortuna di capitare in città a fine maggio, quando la presenza di turisti non è così molesta per chi, come me, voleva godersi la città nel massimo relax. A ogni bottega un sorriso e
l’invito a entrare per ammirare “des bijoux berbere”, delle babbucce.
Ho raccolto, infine, l’invito di Rachid, uno dei giovani che anima le botteghe del “suq des teinturiers”. Mi ha mostrato i barattoli in cui conserva le polveri naturali con cui tinge le pezze e il modo con cui lavora palline di feltro colorato con cui crea collane e braccialetti per i turisti. Infine accetta di farsi fotografare nel suo laboratorio.