Cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota? Probabilmente non sta ad ingollare Pavesini, con le gambe in su, per ovviare a un abbassamento di pressione. Abbiamo anche dei dubbi che vada alla posta a pagare la bolletta dell’Enel. Ci manderà certamente il portiere, Riccardo Rossi, visto che gli comunica minuziosamente la taglia concordata per la luce ed il gas.
Ma allora cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota? Forse fa colazione con Fiona May, campionessa salto in lungo, e con la figlia. Con latte, miele e tanto pan di spagna. Ma solo se Valentina Vezzali, campionessa di fioretto, è in giro per il mondo, altrimenti va in campagna da lei, e si prendono a spigate di grano tra un Kinder cereali ed un altro.
Di sicuro, non è con Andrew Howe, campione salto in lungo, a mangiarsi il duplo. Perché quel poverino, manco fa la spesa, che arriva la vicina di casa che se magna già tutto.
Non le rimane che andare in Alto Adige, e approfittando del fatto che Alex Schwazer, campione di marcia, non si alleni, smezzarsi un Kinder Pinguì in due.
Invece no! Tutte inutili supposizioni le nostre. Federica Pellegrini, quando non nuota, si mette a scrivere. Mentre tutta Italia non dorme per seguire i suoi fatti amorosi, scioglie la riserva e confida nel suo blog che con il suo ragazzo è tutto finito.
E ci lascia, a noi tutti, a straziarci di dolore. In alcune aziende si osserva un minuto di silenzio subito dopo, per rispetto alla coppia. Nelle scuole fanno uscire prima i bambini. Al Parlamento, di converso, si mettono a lavorare, per far vedere che anche loro sanno reagire alla tragica notizia. “Quando ce vo’ ce vo’”.
Capelli biondi, spalle larghe, gambe lunghe e muscolose, braccia possenti. No, non è il ritratto del tuo ragazzo dei sogni, ma della Venere che nasce dalle spume del cloro. Federica: la bellissima della quale tutti si innamorano, per la quale tutti impazziscono. Del resto Venere è la dea dell’amore, era scritto nel destino o nella prima tessera di piscina di tanti anni or sono.
Tanti tatuaggi, piercing da brividi. Calendari osé e una dichiarazione di Tinto Brass che la vedrebbe bene come protagonista di un suo film erotico. Hai detto bene, Tinto, tu la vedresti bene, gli altri non la vedrebbero proprio!
Ma non è solo amore e gossip la sua vita. Tra uno spot tv, e uno scatto fotografico, la Pellegrini si aggiudica medaglie su medaglie diventando la prima atleta a vincere i duecento metri stile libero per due volte consecutive. Approfittando del fatto che, a quasi tutte le altre donne, non interessi la medaglia legata al collo con un nastro di tela qualunque. Perché sta sicura, mia cara, che se mettessero in palio orecchini di brillanti e borse Chanel modello 2.55, su quel podio con il cavolo che ci saliresti tu. Due volte, poi!
La bella Fede straccia cuori, e vittorie. Tra Roma, Parigi e Shangai, anziché farsi una sana passeggiate nelle classiche vie dello shopping, si innamora e si disinnamora. Si lascia e si prende. Dando il la ad epocali interviste che manco i dolori del giovane Werther. Qualcuno comincia ad attaccare i lucchetti al trampolino e alle corde tra una corsia ed un’altra. Mentre Muccino sta chiuso in casa con Moccia , a scrivere il sequel. Pellegrini, Marin e Magnini. Federica, Luca e Filippo. Qualcosa in più di Tre metri sopra il cielo: Duecento metri, a pelo d’acqua, in stile libero. No, non tre giovani atleti. Ma tre rompi balle!
Anziché mandare gli sms, agli amici stretti, per spiegare con chi si mettono e con chi si lasciano, tediano con questa storia infinita tutti noi, i cosiddetti comuni mortali. Sarcastico appellativo che riunisce in un unico girone tutto il resto degli italiani, quei pochissimi, che ancora non sono né soggetti ad intercettazioni, né sono mai stati invitati ad Arcore, né hanno mai partecipato ad un Reality, quanto meno sono mai andati a Formentera in vacanza.
Per carità, non è che tutto il male venga per nuocere. Grazie alle illuminate dichiarazioni di Marin, ci siamo interessati tutti di più al nuoto. Abbiamo scoperto che la sua eliminazione a Shanghai, non ha a che fare con l’aver toccato un altro bastoncino cinese, ma con l’aver nuotato con qualche chilo in meno, un po’ depresso. Abbiamo scoperto l’inefficacia dell’ennesima dieta, dopo quella dell’anguria e quella dei frutti gialli: la dieta del cuore ferito. Si perdono solo cinque chili in venti giorni, quando la love story finisce. Non è un granché in effetti. Rimaniamo fedeli alla cura Pozzetto-Verdone: sette chili in sette giorni e siamo pronti alla prova bikini, senza dover tornare single.
Marin e la sua coscienza a posto, ma poi ci sarà ora, luogo ed ospitata per ragguagliarci su tutto. Magnini e le sue telefonate notturne per spiegare alla famiglia e alla fidanzata che c’ è stato un equivoco. Pellegrini che, poverina, ogni uomo che le sta accanto diventa il suo fidanzato. Noi ci auguriamo che lui sia sempre consenziente.
Renato Zero in crisi: avesse potuto avere una così bella trama all’epoca de Il Triangolo no, la canzone sarebbe stata un evergreen disco come poche. Patty Pravo essendo donna, si sa, è più pratica, e sta realizzando Pensiero Stupendo remix con Raffaella Carrà e Bob Sinclair, come inno ufficiale delle prossime olimpiadi di Londra.
Insomma, abbiamo assistito ai mondiali dell’amore, versione Grande Fratello. Che se solo uno dei tre, ad un certo punto avesse detto, e che Dio ce ne scampi nei prossimi minuti, “Perché io sono una persona vera!”, ci saremmo dovuti rassegnare. Frittatona di cipolla, famigliare di Peroni gelata e, pardon, rutto libero. Avremmo acceso la tv, messo Canale 5, in attesa di vedere come sarebbe stata vestita stasera Alessia Marcuzzi.
Forse anche lo sport è in crisi, chi può dirlo. È un momentaccio per tutti, figurarsi per chi si guadagna il pane a suon di bracciate e di cronache sportive. Ma bisogna mettere un limite a tutto. Noi vi avvertiamo: al prossimo giornalista che si avvicina a uno di quei tre con il microfono, per fare domande non pertinenti, fossero anche interrogazioni sul classico costumino olimpionico, o su come facciano a togliersi quella maledettissima cuffia senza rimanere calvi, gli buchiamo, con estrema simpatia ed innata eleganza, le gomme della macchina.