Da quando nel 2009 la Lombardia ha unificato borse di studio e buoni per i libri di testo in un unico contributo in forma di voucher formativo, la “Dote scuola” è diventata una certezza per gli studenti delle scuole statali e paritarie, dalle elementari alle superiori. I voucher o buoni-scuola, assegnati per ragioni sociali o di merito (vedi qui i requisiti), sono spendibili presso la grande distribuzione, cartolerie, librerie, negozi di informatica e molti altri esercizi. Secondo la Regione guidata dal presidente Roberto Formigoni, «garantiscono la libertà di scelta delle famiglie e il diritto allo studio di ciascuno».
La Dote Scuola è una certezza anche per la società privata che gestisce l’erogazione e rendicontazione dei voucher. Dacché esistono, infatti, i buoni scuola lombardi sono affidati alla Edenred, la multinazionale che ha costruito il suo successo sui buoni pasto Ticket Restaurant. La società si è aggiudicata l’affidamento del servizio nel biennio 2009/10 e 2010/11, e adesso si accinge a replicare per il prossimo biennio scolastico. A luglio è stato reso noto che la Edenred Italia srl, braccio italiano del gruppo francese, è risultata vincitrice della gara indetta lo scorso marzo per gestire 300milioni e 800mila euro destinati agli studenti bisognosi o meritevoli residenti in Lombardia.
Peccato che il bando «della gara in oggetto non sia conforme alla normativa di settore». A esprimere un giudizio così netto è l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (Avcp). In un parere che sarà reso pubblico a giorni, e che Linkiesta ha potuto consultare, si legge «si intravedono sintomi di illogicità nella scelta di riconoscere una accentuata prevalenza agli aspetti qualitativi delle offerte». Come si può leggere nell’avviso di gara, il criterio dell’aggiudicazione sarebbe quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa: vuol dire che, oltre al prezzo, si tiene conto della valutazione di altri aspetti tecnici (qualità, pregio, data di consegna, estetica, assistenza post-vendita, etc.), attribuendo al punteggio di ogni elemento un peso percentuale nella determinazione del punteggio complessivo.
Su quanto debba pesare il prezzo, ovviamente, la questione è aperta. Comunque, la giurisprudenza amministrativa (Tar, Consiglio di Stato) è attestata sul fatto che, nel sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, «non può essere negata, in linea di principio, la garanzia dell’equilibrato rapporto qualità-prezzo, anche al fine di evitare un ingiustificato svuotamento di efficacia sostanziale della componente economica». In breve: se si trascura il prezzo, si rischia di rendere l’aggiudicazione troppo discrezionale. Dare troppo peso ad elementi come l’esperienza in servizi analoghi o il fatturato specifico maturato nel settore possono, peraltro, determinare una barriera all’ingresso nel mercato, restringendo di fatto la concorrenza.
Nel caso in questione al prezzo è stato dato un peso del 30% sul punteggio finale. Una scelta che, secondo l’Avcp, «appare illogica e contraddittoria perché finisce per svilire ingiustiticatamente una delle voci più significative per l’assegnazione dell’appalto». Si è creata una situazione per cui, una volta definito il punteggio dell’offerta tecnica (la valutazione qualitativa), la commissione giudicatrice è stata «nella condizione di definire, sostanzialmente l’esito della gara, pervenendo all’individuazione del vincitore». Traduzione: per come è stata strutturato il bando, il prezzo non ha influenzato la vittoria della Edenred. La quale, nello specifico, incasserà un centesimo per ogni buono scuola emesso (per inciso: dieci volte di più dell’appalto 2009/2011) più una commissione del 4% sul valore nominale dei buoni, corrisposta dagli esercizi commerciali affiliati. Totale ricavi stimati per Edenred: un milione e 600mila euro Iva esclusa.
A questo punto, però, non è chiaro cosa possa accadere. Il parere dell’Autorità sugli appalti pubblici non è vincolante, anche se certo rappresenta un importante punto a favore per eventuali ricorsi. Contattati al riguardo, né la Regione Lombardia né Edenred hanno fornito spiegazioni. Non è noto nemmeno se Regione e società abbiano già firmato un contratto di servizio. Si sa, invece, che in occasione della precedente gara, quella in cui debuttarono i Dote Scuola, la Commissione europea aveva censurato il comportamento della Giunta Formigoni. Inoltre, i servizi della Regione Lombardia si erano impegnati per iscritto – con lettera del 24 ottobre 2010 – a tenere conto del futuro parere dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Nella convinzione che tali impegni potessero garantire il rispetto delle regole comunitarie sugli appalti – si legge in un documento della la direzione Mercato Interno di Bruxelles – «la Commissione ritiene di non procedere ulteriormente nei confronti della Regione Lombardia, sulla base delle rassicurazioni ricevute». Formigoni se n’è dimenticato o ha cambiato idea, come gli capita un po’ troppo spesso?
Per appronfondire:
I tagli di Tremonti si fermano davanti agli appalti locali
LA POSIZIONE UFFICIALE DI EDENRED ITALIA
Abbiamo letto con attenzione l’articolo apparso oggi sulla vostra testata in merito all’appalto Dote Scuola di Regione Lombardia e desideriamo inviarvi una breve nota di commento.
Da oltre 10 anni Edenred opera in Italia nel settore dei voucher sociali. Siamo stati noi a portare nel nostro paese questa nuova modalità di gestione dei programmi sociali pubblici; un’innovazione importante che finalizza le risorse stanziate dagli enti e consente una gestione efficiente dei diversi capitoli di spesa. Infatti i voucher sono utilizzati e apprezzati da molti enti pubblici non solo in Italia, ma anche in altre nazioni per la loro tracciabilità e la metodologia di trasparenza che favoriscono. Edenred è partner di enti pubblici in vari paesi per la gestione di progetti di politica attiva, ad esempio in Francia, Brasile e India. Le nostre soluzioni di servizio ben si addicono alle presenti esigenze di risparmio della PA anche in Italia.
Ci siamo aggiudicati la gara indetta da Regione Lombardia per la Dote Scuola presentando la migliore offerta rispetto agli altri candidati. In assenza di un provvedimento di sospensione o annullamento da parte del giudice, abbiamo il preciso dovere di far fronte agli impegni assunti in gara. In caso contrario saremmo infatti inadempienti nei confronti della Regione. Tutto questo con trasparenza, serietà e correttezza: come da sempre il mercato ci riconosce.
Ufficio stampa Edenred Italia S.r.l.