Cassinetta di Lugagnano è un Comune alle porte di Milano, sulla sponda destra del Naviglio. Dal 2002, l’amministrazione è guidata dal sindaco Domenico Finiguerra, a capo di una lista indipendente, che ha cercato di modellare le sue politiche sulla base del rispetto dell’ambiente, del benessere cittadino e della lotta alla speculazione edilizia, varando, primo in Italia, un piano di governo del territorio a “crescita zero”. Il successo di una politica del genere è visibile dal numero crescente di persone che decide di andare ad abitare a Cassinetta. Ora, però, i tagli alla spesa previsti dalla manovra bis, rischiano di mettere tutto in discussione.
Che effetti avranno i tagli previsti dal governo?
Per ora, aspetto di vedere bene il decreto, appena esce. Certo, la ricaduta è prevedibile. Temo che sarà una situazione di lacrime e sangue.
Nessuno pensa il contrario.
Appunto. Io sono preoccupato: la manovra penalizza i servizi ai cittadini, in primis. Poi, che dire? È sempre così: Formigoni sbraita, sbraita ma alla fine taglia. E così, scendendo, si arriva a noi Comuni, l’ultimo anello della catena, cui tocca trovare le risorse aggiuntive.
Che effetti potrebbero avere i tagli, sui bilanci dei Comuni?
Molti. Uno di questi si tradurrà nell’attacco ai beni comuni. I tagli richiedono nuove risorse, e una strada sarà la vendita dei patrimoni dei Comuni. Con il rischio di un ennesimo peggioramento, sia nella gestione sia a livello di funzionalità. Insomma, partirà la corsa per quello stock di ricchezze che è ancora nelle nostre mani. Ad esempio, si ventila l’ipotesi di incentivare la privatizzazione e la liberalizzazione delle aziende pubbliche attraverso l’allentamento dei vincoli del patto di stabilità.
E voi che farete, a Cassinetta?
Dipende. Vedremo quale sarà l’entità. Per realizzare i nostri progetti di equilibrio urbanistico e attenzione ai servizi sociali, dovendo mantenere il pareggio di bilancio, abbiamo alzato l’Ici al massimo e introdotto prelievi su fasce di reddito nuove, però nel rispetto della legge, cioè in modo progressivo.
E ora? È più orientato a tagliare le spese per i servizi o ad alzare le tasse?
No, niente tagli. Temo che, se saremo costretti, preferiremo aumentare la pressione fiscale, per quel poco che il Comune può fare, certo. Se no, che altro? Toglieremo l’indennità degli assessori, che poi sono 70 euro, o metteremo in vendita l’unica auto blu che abbiamo, che poi è una Panda verde. Non possiamo fare di più: facciamo i salti mortali per tagliare gli sprechi o inventarci soluzioni alternative. Da tempo abbiamo eliminato le luci natalizie, e anche i fuochi d’artificio. Abbiamo ideato i matrimoni a mezzanotte, e tante altre cose. Faremo anche questo. Certo che..
Che cosa?
Insomma, non è che a Roma possono fare i caroselli e poi sono i Comuni a fare la faccia feroce. Ora è la gente a fare la faccia feroce. Ma con loro.
Cioè?
Manca la politica, adesso, non c’è proprio un’idea, un progetto. Nemmeno il centrosinistra ha uno straccio di alternativa: pensi che lascia alla Lega il ruolo di difensore delle pensioni. Ci vorrebbe altro: una nuova politica energetica, attenzione per la riduzione del consumo, meno interesse per le grandi opere ma più cura per il miglioramento di quello che c’è già. E, se serve, intervenire con tasse e tagli, ma per farlo occorre essere credibili. Ci vuole uno Stato che sappia dire no, a tutti quelli che cercano di approfittarne.
Accorperanno Comuni e Province. Che ne dice?
Non credo che capiterà a Cassinetta, che ha quasi 1.900 abitanti. In ogni caso, sono d’accordo, è utile. È un modo per razionalizzare le spese, e questo ci vuole. Certo, io sono per le economie di scala. Però, nel farlo, si sia saggi.