Viva la FifaBryant, in attesa di Bologna arriva a Milano

Bryant, in attesa di Bologna arriva a Milano

Un’ora e mezza di attesa per vederlo arrivare. La folla si accalca, nel campo di basket che sta proprio in mezzo al Parco Sempione di Milano. Tutto si ferma, anche il torneo di pallacanestro tre contro tre. Kobe Bryant agita le mani, saluta il pubblico, distribuisce sorrisi a tutti. «Sono molto contento di essere qui, vi amo tutti», dice in perfetto italiano. Kobe ha passato parte dell’adolescenza in Italia, perché il padre ha giocato nel nostro Paese a metà degli anni Novanta, tra Reggio Calabria e Reggio Emilia.

L’evento,“Milano Kalibro Kobe”, è inserito nel contesto del tour europeo – organizzato dal suo sponsor tecnico – della stella della squadra di basket statunitense dei Los Angeles Lakers. Kobe Bryant: il migliore, semplicemente. Oro olimpico a Pechino 2008, più di 27 mila punti in carriera e cinque volte campione della Nba, il campionato di basket più ricco e prestigioso della terra. Un torneo che però, nell’ultimo anno, ha registrato un pesante deficit. Le squadre hanno perso, al termine dell’ultima stagione, 300 milioni di dollari, circa 220 milioni di euro. Solo 8 squadre su 30 hanno presentato bilanci non in rosso. Tutta colpa, secondo i dirigenti dei club, degli ingaggi dei giocatori.

Alla scadenza del contratto collettivo, lo scorso 30 giugno, le squadre hanno così proposto ai giocatori di abbassare il salary cap, ovvero il tetto salariale, a 65 milioni di dollari. Una proposta appoggiata soprattutto dalle piccole squadre, che speravano di abbassare la spesa per gli ingaggi da 2,2 miliardi a 1,7 miliardi di dollari. I giocatori non hanno accettato tale abbassamento, così le squadre hanno imposto loro il lock out: niente partite, niente allenamenti e niente stipendio, in attesa di un accordo che per il momento non arriva.

Le stelle Nba hanno così molto tempo libero a disposizione. C’è chi, come l’italiano dei Denver Nuggets Danilo Gallinari, ha deciso tornare a giocare in Italia, nella Armani Milano, in attesa che la situazione oltreoceano si sblocchi. E c’è chi, come Kobe Bryant, continua a girare l’Europa. Kobe è arrivato al “playground” del Sempione alle 17.30. Ha posato per i fotografi, ha assistito alla finale del torneo tre contro tre ma non ha fatto vedere qualche schiacciata a canestro che i suoi fan attendevano. Una foto di gruppo con la squadra vincitrice ed è già il tempo di andare via.

Prima di risalire su un furgone, attorniato dalle guardie del corpo, abbiamo provato a chiedergli se anche lui sarebbe venuto in Italia, sponda Virtus Bologna. Il patron delle “V Nere”, Claudio Sabatini, sta provando in tutti i modi a portarlo sotto le Torri. Novecento mila dollari lordi a partita l’offerta. «Non lo so, devo aspettare ancora», spiega a Linkiesta, prima che la folla lo inghiotta. Sabatini, proprietario dell’omonimo Gruppo ideatore nel 1996 del Futurshow di Bologna, nei giorni scorsi si era detto disposto a coprire il 50%. L’altra metà verrebbe coperta da sponsor. Ma c’è un altro ostacolo da superare: l’assicurazione. Sabatini dovrà trovare, prima che cominci la stagione in Italia, un’agenzia disposta a coprire con una polizza gli 80 milioni di dollari di contratto che Kobe ha con i Lakers. I tifosi della Virtus attendono. Aggrappati a quelle sei parole di Bryant.

Foto di Alessandro Oliva

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