In termini di valore aggiunto il tessile-moda italiano rappresenta l’11% del manifatturiero, il doppio dell’auto. Fra Cina e aumento materie prime il settore sta passando attraverso una profonda ristrutturazione ma il processo di delocalizzazione si è decisamente ridimensionato. E nel 2010 i ricavi sono cresciuti del 7,2%, toccando quasi 50 miliardi di fatturato. Il problema qui non è il costo del lavoro, ma quello dell’energia.