Da un lato l’impatto delle due manovre estive sugli umori delle famiglie. Dall’altro, gli effetti a valle dell’aumento del costo del credito delle banche italiane, che quest’estate si è impennato in parallelo con il differenziale di rendimento fra titoli di stato italiani e analoghi tedeschi. La risultante è una contrazione del credito non solo per le imprese, come Linkiesta ha già segnalato, ma anche per le famiglie.
La domanda di mutui ipotecari da parte dei consumatori è infatti in forte calo almeno dalla tarda primavera. A maggio il numero di richieste di mutui presentate alle banche (a prescindere dall’esito) è calato del 14% rispetto allo stesso mese del 2010. Il calo si è ampliato al 17% a giugno, è tornato al 14% a luglio fino al crollo del 18% registrato ad agosto. Secondo Eurisc-Crif, che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie, nei primi otto mesi dell’anno la domanda di mutui è scesa del 10 per cento. E questa è solo una parte della medaglia, quella che attiene la domanda, depressa dall’atmosfera di stagnazione economica.
L’altro aspetto, non meno preoccupante, è la stretta in atto dal lato dell’offerta di mutui. Nelle prime settimane di settembre le banche hanno aggiornato i “listini prezzi”, ritoccando al rialzo lo spread (la maggiorazione) applicata al tasso Euribor (oggi intorno all’1,5% sulla scadenza a 3 mesi, e al 2% per la scadenza a 365 giorni) per i prodotti a tasso variabile. L’entità varia da istituto a istituto, ma non è mai inferiore a un punto percentuale. Questo vuol dire, per esempio, che un mutuo di 100 mila euro comporta maggiori interessi all’anno fra 600 e 700 euro, a seconda della durata del mutuo.
«C’è un aumento generalizzato degli spread legato alla difficoltà delle banche di reperire liquidità, e di farlo a costi contenuti», afferma Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it. Al momento, non si hanno dati sull’effetto dei rincari sull’erogazione del credito. In diversi casi, aggiunge il manager, «l’aumento di spread è stato di oltre due punti percentuali, creando delle differenze ancora più marcate fra le offerte migliori e le meno convienienti». In soldoni, vuol dire non meno di 1.200 euro l’anno. Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin (l’associazione degli operatori del credito al consumo e immobiliare), si aspetta una flessione marcata del numero di contratti stipulati e dei flussi erogati. Già nei primi sette mesi di quest’anno si sono ridotti sia i contratti (-6%) sia i flussi di credito (-4,6%). «La combinazione fra aumento degli spread per le banche stesseme, e quindi a cascata sui mutui, e la difficoltà a reperire liquidità – aggiunge – porterà a una maggiore selettività nell’erogazione del credito». Una selettività a volte così estrema da non far passare nessuno.
In qualche caso, infatti, l’aumento degli spread finisce è tale da mettere fuori mercato l’offerta di una banca. Nel foglio informativo aggiornato al 27 settembre, per esempio, Unicredit ha aumento lo spread massimo sul prodotto “mutuo a tasso variabile One” al 3,50% contro l’1,80 applicato in precedenza. Praticamente il doppio. A cui va aggiunto l’Euribor a 365 giorni, per un totale del 5,10 per cento. Ancora peggio fa Popolare di Vicenza: nell’ultimo aggiornamento del foglio informativo sui mutui casa, si prevede uno spread sull’Euribor annuale del 4,5 per cento. Per la banca vicentina come pure per Unicredit, i nuovi prezzi dei mutui sono certamente la conseguenza del maggior costo sostenuto per approvviggionarsi di liquidità. Ma è chiaro che, a queste condizioni, i prodotti resteranno sulle scaffale, scalzati dalla concorrenza. «Non possiamo ritirare il prodotto dal listino – spiega un banchiere che vive in prima persona questa situazione e preferisce mantenere l’anonimato – ma non possiamo nemmeno erogare in perdita; i nostri prezzi per ora sono chiaramente nella fascia alta del mercato, perciò se i clienti scelgono un altro istituto, non possiamo certo biasimarli». Insomma, alcune banche stanno uscendo, consapevolmente, dal mercato dei mutui per la prima casa: sembra paradossale ma è quello che sta succedendo.