Una settimana più nera che bianca, per la Juventus. Prima ci si mette il presidente Andrea Agnelli, che in un colpo solo annuncia che questa sarà l’ultima stagione di capitan Del Piero e che la società ha chiuso l’ultimo bilancio con un passivo di 95 milioni di euro (leggi la relazione finanziaria). Poi tocca al vanto della Vecchia Signora: il nuovo stadio. Che secondo la Procura di Torino potrebbe – in linea teorica – crollare. Ci sarebbero infatti delle irregolarità nella fornitura dell’acciaio usato per la costruzione dello Juventus Stadium.
Martedì 18 ottobre, Andrea Agnelli ha presentato il rendiconto all’assemblea dei soci della Juventus. Salato, salatissimo: davanti alla cifra di 95 milioni c’è un meno. Si tratta del passivo più pesante della storia del club bianconero, che ha reso necessario un aumento di capitale, subito ratificato dai soci, di 120 milioni di euro. In contemporanea Agnelli annuncia che Alessandro Del Piero è all’ultima stagione con la maglia numero 10. Un esercizio di stretching per la memoria: si sapeva da tempo che Pinturicchio avrebbe lasciato a Juve il prossimo maggio, anche se non si sa ancora se lascerà il calcio o continuerà da qualche altra parte. Magari negli Usa, dove i campioni in pensione dall’Europa vengono pagati assai bene.
L’annuncio del presidente della Juventus è sembrato a molti un modo per depistare il vero problema: il passivo in bilancio. Tema al quale Agnelli non si è potuto sottrarre: «Il bilancio 2010-2011 è intollerabile, il peggiore nella storia della Juve che sconta anche quattro anni di incapacità di rinnovamento, cosa che ha ingolfato il motore. Intollerabile sì, ma frutto della volontà di mantenere una Juve competitiva. Ma c’è il nuovo stadio, che rappresenta un esempio virtuoso, per la visione del gruppo Exor e per la capacità di investire in momenti difficili. L’investimento è iniziato infatti nel 2008 quando è cominciata la crisi economica internazionale. Il nuovo stadio rappresenta una fortissima discontinuità con il passato. Siamo la prima società in Italia a portare a termine un progetto del genere e la prima a raggiungere i nostri competitor europei».
Ecco, lo stadio. Un’altra grana, nella quale la Juve si è ritrovata però parte lesa. Ieri mattina, la polizia giudiziaria è arrivata nella sede del club per rilevare i documenti sulla realizzazione dell’impianto. Dalle indagini della procura torinese, è emerso che una delle ditte che ha partecipato alla costruzione dello Juventus Stadium avrebbe utilizzato acciaio non conforme ai requisiti richiesti. Cosa che ha portato la stessa procura a formulare l’ipotesi di reato di crollo colposo. Al momento, sono tre gli indagati: gli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta in qualità di direttori dei lavori, oltre a Giovanni Quirico, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Torino, come collaudatore. Oltre al reato di crollo colposo, viene contestato anche il reato di falso ideologico: il sospetto della Procura è che il problema dell’acciaio non conforme si sapesse, ma che sia stato coperto per permettere l’inaugurazione dell’impianto in tempo per l’inizio del campionato di serie A ad inizio settembre. Il quarto e ultimo reato contestato è quello di frode in commercio: in sostanza, la Juventus avrebbe pagato di più un acciaio in realtà scadente.
Nella tarda serata di ieri, la Juventus ha reso noto sul suo sito che la partita contro il Genoa, in programma a Torino sabato sera, si giocherà regolarmente. La decisione è arrivato dopo un vertice in Prefettura al termine del quale il sindaco Piero Fassino, responsabile della salute pubblica, ha concesso il nulla osta al match. Salva dunque la partita di campionato, salvi i tifosi e gli 82mila biglietti venduti per questa partita e la successiva allo Stadium, contro la Fiorentina, martedì 25 ottobre. In una nota, l’Amministrazione ha spiegato che «a scopo cautelativo, il Comune manterrà in ogni caso un’attività di monitoraggio fino al termine dell’inchiesta della magistratura». La procura ha inoltre disposto che una squadra di esperti, scelta all’interno del Politecnico di Torino, affianchi il Comune per una consulenza tecnica sull’agibilità dello stadio.