LO STATUS ATTUALE DELLA PALESTINA
Attualmente la Palestina siede al tavolo delle Nazioni Unite come “membro osservatore permanente”. Status concesso all’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), che rappresenta il popolo palestinese nel suo insieme: Gaza, Cisgiordania e campi profughi. L’Onu può soltanto ammettere un nuovo Stato tra i propri membri, o accettare le credenziali fornite dai rappresentanti di un nuovo Governo. Il riconoscimento di un nuovo Stato o Governo è un atto che solamente altri Stati o Governi possono concedere o negare. L’Onu non ha il potere di compiere tale riconoscimento.
LA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO
La Palestina, oggi rappresentata dall’Autorità nazionale palestinese (Anp) di cui Mahmud Abbas (Abu Mazen) è presidente, il 23 settembre formulerà una richiesta di ammissione come stato membro al Segretario Generale delle Nazioni Unite. La richiesta, che prevede il riconoscimento dei confini antecedenti il 4 giugno 1967, verrà esaminata in prima istanza dal Consiglio di Sicurezza. La candidatura dovrà ottenere il voto favorevole di almeno nove dei quindici Stati Membri del Consiglio, a patto che nessuno dei Membri Permanenti voti contro tale candidatura. La richiesta unilaterale dell’Anp di ammettere la Palestina come Stato membro delle Nazioni Unite, è in contraddizione gli accordi di Oslo del 1993-95, i quali prevedevano che l’iter per il riconoscimento dello Stato palestinese, avvenisse attraverso accordi diplomatici bilaterali con Israele.
IL CONSIGLIO DI SICUREZZA
Il Consiglio di Sicurezza è formato da 10 membri non permanenti e 5 membri permanenti. I primi vengono eletti dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e hanno un mandato di 2 anni. I membri permanenti non sono invece modificabili e rappresentano le nazioni vincitrici della Seconda guerra mondiale: Usa, Regno Unito, Francia, Cina e Russia. Gli Stati Uniti hanno già dichiarato che porranno il proprio veto alla richiesta della Palestina di diventare il 194esimo stato delle Nazioni Unite.
L’ASSEMBLEA GENERALE
A questo punto la palla passerebbe all’Assemblea Generale. La quale non può riconoscere la Palestina come Stato sovrano, ma elevarne lo status da “osservatore permanente” a “Stato non membro osservatore”. Per farlo ci vorrà il voto favorevole dei due terzi dell’Assemblea (129 voti). La condizione di “Stato non membro osservatore” potrebbe rappresentare la prima tappa verso la piena ammissione della Palestina a membro dell’Onu. Consentirà inoltre all’Anp di accedere allo Statuto della Corte Penale Internazionale. Se la Palestina fosse riconosciuta come “Stato non membro” perderebbe la sua precedente condizione di “osservatore” riconosciuta all’Olp. Ma in questo modo i milioni di profughi palestinesi oggi residenti in Siria, Libano e Giordania non verrebbero più rappresentati come parte del popolo palestinese.
*Il muro disegnato ha una funzione simbolica e non riflette il suo reale perimetro