ROMA – Nei corridoi di via Cristoforo Colombo si vocifera che ora i “palazzinari” romani più che felici saranno neri di rabbia. Ad agosto infatti già si ipotizzava che i vari Caltagirone e Toti, che sono le due principali famiglie di costruttori della capitale, avrebbero afferrato a piene mani i frutti del piano casa: l’ampliamento delle piste al Terminillo, oppure il porto di Tarquinia o meglio ancora il nuovo complesso direzionale ex Alitalia alla Muratella. Oggi però la musica nel Lazio è diversa ed è la stessa presidente della Regione, Renata Polverini, a testimoniarlo.
“Il governo è ostile a questa regione” ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa convocata in fretta per provare a spiegare il putiferio scoppiato nella sua giunta. Dieci assessori del Pdl che si dimettono e consegnano il mandato nelle mani della governatrice per protestare contro la decisione del governo. Il governo nazionale che, presentando ricorso contro il piano casa, mette all’angolo l’amministrazione, del suo stesso colore politico, quel laboratorio regionale che ha portato al vertice prima il sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo più di 10 anni di governo di centrosinistra e poi la Polverini come presidente della Regine Lazio. Se questo non è il redde rationem poco ci manca, ma i boatos non restituiscono la vera situazione che si vive in queste ore in Regione.
I tre commi del piano casa che sono stati impugnati dal governo e che ora andranno davanti ai giudici della Corte Costituzionale bloccano, almeno per il momento, la colata di cemento che potrebbe investire la Capitale e i territori limitrofi. La legge “piano casa” andrebbe pubblicata in Gazzetta ufficiale il prossimo mercoledì. A contare i giorni che separano il verdetto dei giudici su questo documento saranno i parchi protetti, come la riserva del Parco di Veio, oppure il parco dei monti Lucretili, o la riserva di Decima Malafede. Tutte zone sotto vincolo ambientale.
Per capire meglio serve qualche numero: 50 milioni di metri cubi di cemento, 15 di questi su aree vincolate. A beneficiare del piano casa sarebbero (state) anche le oltre 200 pratiche di sanatoria – vere e proprie richieste di condono -, che aspettano nei cassetti del comune di Roma. E ancora: le cubature desinate a servizi privati del Piano di Zona della Bufalotta, il centro direzionale Acilia Italcalble e quello di Tor Vergata, tutti trasformabili al 90% in edilizia residenziale con solo il 10% di servizi, in totale assenza di opere di urbanizzazione secondarie come scuole, parchi o asili.
Ad agosto i primi ad alzare la voce, mentre infuriava la battaglia fra i banchi della Pisana erano stati i Verdi con 17 pagine di impugnativa, depositate sulla scrivania del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e dei Beni Culturali Giancarlo Galan. Una situazione insostenibile per l’ecosistema Lazio. Proprio quel documento è stato usato per impugnare uno dei capisaldi del programma della governatrice.
Ma quello del piano Casa non è il primo scontro tra il ministro Galan e la Polverini. L’altro ring è un tema molto delicato per la regione Lazio: quello dei rifiuti. Alcune settimane fa il ministro aveva risposto ad un’interrogazione parlamentare con toni piccati nei confronti della giunta Polverini. Motivo: la Regione ha individuato per il dopo Malagrotta un’area dove si insistono diversi vincoli archeologici, senza però aver mai informato la Sovrintendenza. L’idea è quella di seppellire rifiuti vicino a tombe etrusche e i resti di un castello medievale nel comune di Fiumicino e Galan ha sottolineato che, per un’azione del genere, serve un parere obbligatorio dei tecnici dei Beni Culturali. Ma la Polverini ha risposto per le rime: “Non siamo tenuti a informare la Sovrintendenza quando il progetto è ancora in fase preliminare. Comunque, se il ministro Galan ha una soluzione migliore può sempre suggerirla”.
Probabilmente la giunta Polverini e il governo locale di centrodestra rimarranno sui propri scranni: l’incontro con il segretario del Pdl Angelino Alfano, che avverrà mercoledì, dovrebbe essere chiarificatore. Lo scontro istituzionale di queste ore potrebbe mostrare in realtà il suo vero volto, quello della lotta politica di correnti interne al Pdl, proprio a dimostrazione di come l’estenuante faccia a faccia nazionale avrebbe già gravi ripercussioni a Roma, nel Palazzo di Renata Polverini.
Per approfondire la nostra inchiesta del 4 marzo:
Il Piano casa del Lazio nelle mani dell’immobiliarista Carlino