«Questa mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor», canticchiava, anni fa, Michele Santoro, dopo l’editto bulgaro. Ora che ha trovato la libertà per cui ha sempre combattuto, sembra perfino che l’invasor sia diventato lui. Per carità, non si facciano paragoni eccessivi. L’unica cosa è questa: chi non volesse guardare Servizio Pubblico, il suo nuovo programma ha molto da faticare.
Deve evitare, nell’ordine: Telecupole Val d’Aosta, Telecupole Piemonte, Telelombardia, Rtte in Trentino, Free in Friuli e Telenuovo Antenna 3 Nordest. E poi Nuovarete S.M, Telereggio, Di.Tv, Telesanterno, Telemodena, Primocanale, Rtv38, UmbriaTv, Tv Centro Marche. Oppure niente T9, o Teleroma 56, Extra Tv, Rete 8, Telenorba (per Molise, Puglia, Basilicata), Telecapri, TCS, Videocalabria, Antenna Sicilia. Ma non solo: niente Sky (in particolare: no al canale 100, canale 500, canale 504). E, se si va su internet, niente Repubblica.it, niente Corriere.it, o il Fatto Quotidiano. O la pagina Facebook, o il sito www.serviziopubblico.it, o il sito dell’Idv. Manca qualcosa? Di sicuro.
Le istruzioni per sfuggire alla prima puntata, con ospiti Valter Lavitola, De Magistris, Della Valle (ma c’è anche Mieli, Travaglio, Ruotolo, la Costamagna reduce da La7) sono senz’altro carenti. Per la prima volta, un enorme network irretisce il Paese. È uno spettro che si aggira per le tivù locali e offre pacchetti di tre ore (con annessi visibilità, pubblicità e audience. Un affarone. Del resto Santoro, in Italia, capisce più di tutti di televisione. Tranne che uno, ovvio, e sempre lui. Il suo nemico, l’avversario, il punitore lo temeva perché sì, Santoro è il più bravo, dopo di lui. Si odiano, si stimano a vicenda. Santoro ha perfino lavorato per lui. Ognuno ha fatto la fortuna dell’altro. Uno gli regala voti, l’altro punti share.
Fino a quando qualcosa non ha più girato: forse uno sgherro troppo zelante, più realista del re. E Santoro non sta più alla Rai. Un autogol per chi aveva tutto l’interesse a mantenere un duopolio televisivo (e pubblicitario). Ne ha fatto nascere un terzo. No, non La7. Uno più vasto, una rete. Un nuovo polo che è più di un nuovo potere. Con tutte queste televisioni sembra che la libertà d’opinione in Italia sia piuttosto viva. Il ricco sacrificio di chi per la libertà è morto (metaforicamente) ha funzionato. Ma la nostalgia per l’antico nemico, ora che tutto sta cambiando, lo tornerà a colpire. Senza di lui, anche Santoro sarà un po’ meno sé stesso.