Ci sono notizie piccole che passano inosservate. Eccone una: all’aeroporto del Cairo (ma non solo, anche nella città) campeggia un cartellone pubblicitario della MobiNil, azienda di telefonia mobile egiziana. «Non c’è niente di nuovo in Egitto. Gli egiziani, come al solito, stanno facendo la storia» è lo slogan, che ammicca alla Primavera. Ma l’autore della citazione è d’eccezione: Silvio Berlusconi. Come, ancora lui? Nel poster è anche indicato come “Prime Minister of Italy”. Di nuovo?
L’immagine della pubblicità all’aeroporto del Cairo. Foto pubblicata il 13 gennaio su Twitter da Adel Abdel Ghafar @doolism
No. La pubblicità risale almeno al luglio 2011, quando Berlusconi non era ancora stato rimpiazzato da Mario Monti, ma era passata inosservata. La compagnia telefonica, che tra le altre cose evita di distinguere tra “Primo Ministro” e “Presidente del Consiglio”, è posseduta al 28,75% dalla Orascom (il resto è di France Télécom), che fa capo a Naguib Sawiris, il quale peraltro deve un risarcimento a Mediaset per violazioni del diritto d’autore, compiuto con il suo portale Libero.it. Non è il solo legame. Lo scorso 23 dicembre i due magnati hanno avuto un incontro definito “di cortesia”, a Palazzo Grazioli.
In ogni caso, come campagna di comunicazione (che strizza l’occhio alla primavera araba), i dubbi sollevati in chi la vede sono molti. Come nota il blogger Jon Worth, Berlusconi ha continuato a stare dalla parte di Hosni Mubarak, e il 4 febbraio addirittura lo consigliava come mediatore per la transizione. Inoltre, dal punto di vista internazionale, l’ex presidente italiano non ha mai goduto, si può dire, di un trattamento molto benevolo a livello mediatico. Almeno non da renderlo un testimonial d’eccezione.
Ma allora perché proprio lui? Si entra nel campo delle ipotesi. Forse è uno sbaglio. Sawiris, del resto, non è nuovo a queste cose. Quest’estate è stato denunciato da un tribunale islamico per offese alla religione. La sua colpa è stata aver pubblicato sul suo twitter un’immagine di Topolino e Minnie “dissacrante”, cioè il primo con barba lunga e tunica, la seconda con niqab fino agli occhi, e il fiocco rosa tra le orecchie. «Uno scherzo», ha detto (Sawiris è cristiano copto), che però ha provocato proteste a pioggia e richiesto scuse. Una mossa poco furba.
L’immagine pubblicata da Naguib Sawiris via Twitter, che ha suscitato grandi polemiche
Oppure, chissà, per un altro motivo, più personale. Secondo un’altra denuncia (tutta da verificare), Sawiris sarebbe stato aiutato, nella sua carriera, dall’ex presidente Hosni Mubarak, che gli avrebbe quasi regalato terreni edificabili e soprattutto venduto sottocosto la licenza per la MobiNil, sprecando così denaro pubblico. Chissà. Se è vero, però, la chiave per capire lo spot con Silvio potrebbe essere qui. Il dittatore potrebbe aver chiesto al magnate, anni dopo, di usare Berlusconi come testimonial. Un atto dovuto, un omaggio e un ringraziamento. Ma per cosa? Ovvio. Da Ruby in poi, lo sappiamo tutti.