Snocciola rosari per riparare all’offesa. Celebra la messa dall’alto di un camion parcheggiato in piazzale Libia, a due isolati dal teatro. Don Floriano Abrahamowicz, ex sacerdote lefebvriano espulso dalla fraternità per le sue esternazioni negazioniste riguardo alle camere a gas, è deciso a far sentire la sua voce contro quello spettacolo che giudica gravemente blasfemo. «Non è una maledizione contro Castellucci – dice –, ma una benedizione del Padre. Sul concetto di volto nel figlio di Dio è un’offesa al Signore, offesa a cui noi vogliamo porre rimedio con questa celebrazione».
Insieme a lui, un centinaio di persone, molte delle quali appartenenti al Circolo Culturale Christus Rex, gruppo da lui fondato quando ancora faceva parte della congrega lefebvriana. Sono i suoi fedeli, che si riuniscono ogni domenica nella parrocchia ricavata da un appartamento di Paese, in provincia di Treviso. Una trentina quelli più militanti, ma nelle feste le sue celebrazione raccolgono anche un centinaio di persone.
Sono uno dei tanti gruppi sedevacantisti. Cattolici che non riconoscono l’autorità dei papi successivi al Concilio Vaticano II, che avrebbe compiuto il crimine di aprire le porte al dialogo interreligioso e di legittimare le messe non in latino. Si riuniscono in appartamenti e magazzini riadattati a cappelle, si promuovono attraverso siti internet amatoriali. C’è un gruppo sedevacantista anche a Milano, e celebra messa in un palazzo di via Vivarini.
La critica al Concilio concluso nel 1965 è la ragione della scissione di Marcel Lefebvre, vescovo francese che nel 1970 ha dato vita alla Fraternità Sacerdotale San Pio X – nota ai più come congregazione dei lefebvriani. La comunità è sin dalla sua nascita in forte attrito con il Vaticano. Nel 1988 è stato scomunicato il suo fondatore per aver consacrato vescovi, senza alcuna autorizzazione, quattro sacerdoti: Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Alfonso de Galarreta e Richard Williamson.
Quando nel 2009 papa Benedetto XVI rimise loro la scomunica, Williamson fece scoppiare un caso internazionale per le dichiarazioni negazioniste nei confronti delle camere a gas naziste. Negli stessi giorni Don Abrahamowicz dichiarò ad un cronista della Tribuna di Treviso: «Io so che le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dirle se abbiano fatto morti oppure no».
Il sacerdote nega di essere antisemita, e sottolinea che, da parte paterna, ha origini ebree. Ma certamente è vicino alle teorie del negazionista francese Robert Faurisson, di cui ha sovente elogiato i lavori. Particolare che ha suscitato ancora più indignazione nei confronti della San Pio X, anche alla luce della vicinanza alla Fraternità di personaggi legati al mondo dell’estrema destra.
L’espulsione. La San Pio X chiese scusa per le uscite del vescovo “ribelle”. Abrahamowicz venne espulso. Williamson invece no. I lefevbriani, nonostante le critiche alla svolta “progressista” del Vaticano, hanno sempre mediato con le gerarchie cattoliche, cercando di evitare la rottura completa. Anche nelle proteste contro lo spettacolo di Castellucci – che durante le rappresentazioni francesi della pièce li hanno visti in prima linea – hanno voluto differenziarsi dal Circolo Christus Rex. Terranno anche loro una messa di riparazione, ma lo faranno sabato.
Alla manifestazione di Abrahamowicz ha partecipato invece la Militia Christi, movimento romano tradizionalista che basa la sua politica sul riconoscimento della “regalità sociale di Cristo”. Tra i punti del programma figurano la “lotta cristiana al Sionismo e alla Massoneria”, la “lotta agli attuali partiti”, e la creazione di un sistema economico “fondato sui corpi sociali intermedi”. Insomma, temi decisamente affini all’estrema destra. Del resto, davanti al Teatro Parenti, si sono radunati anche diversi membri di Forza Nuova.
Scismatici per scelta. A cercare la rottura definitiva con il Vaticano sono stati i quattro sacerdoti fondatori della congregazione Mater Boni Consilii, il più grande gruppo sedevacantista del nostro Paese. Fuoriusciti dalla San Pio X nel 1985, celebrano messa a Torino, in una chiesa vicino a Porta Nuova. Non sono più di una decina di pastori, e in Italia non hanno nessun vescovo di riferimento. A guidarli è Geert Jan Stuyver, che risiede in Belgio. Solo due dei fondatori, Don Francesco Ricossa e Don Giuseppe Murro, sono ancora in attività. Nelle proteste contro lo spettacolo di Castellucci non hanno però giocato alcun ruolo.