Pizza ConnectionMilano ha la commissione antimafia, ecco i nomi “Non sarà una vetrina”

Milano ha la commissione antimafia, ecco i nomi “Non sarà una vetrina”

Ieri sono usciti i nomi della commissione comunale antimafia di Milano. David Gentili (Pd) è stato eletto presidente con 33 voti, vice sarà Abagnale (Pdl). Ecco i nomi dei 17 consiglieri che staranno in commissione. Dovrebbero essere 18, ma si sta provvedendo ad un riconteggio dopo l’abbandono del consiglio comunale da parte dell’ex sindaco Letizia Morattii. Ecco i componenti della commissione:

David Gentili (PD) Presidente
Mattia Stanzani (PD)
Gabriele Ghezzi (PD)
Rosario Leonardo Pantaleo (PD)
Maria Elisa D’Amico (PD)
Carmine Abagnale (PDL) Vice-presidente
Riccardo De Corato (PDL)
Carlo Masseroli (PDL)
Manfredi Palmeri (III Polo)
Maria Moioli (Milano al Centro)
Mattia Calise (Movimento 5 Stelle)
Raffaele Grassi (IDV)
Anna Scavuzzo (Milano Civica x Pisapia)
Marco Cappato (Radicali)
Anita Sonego (Federazione della Sinistra)
Ines Quartieri (SEL)
Luca Lepore (LN)

Questi saranno affiancati dal comitato di esperti nominati dal sindaco Pisapia che sono Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Maurizio Grigo, Giuliano Turone e Gherardo Colombo, presieduti dal sociologo e scrittore Nando Dalla Chiesa.

Pubblicato il 24 gennaio 2012

La commissione consiliare Antimafia del Comune di Milano può cominciare i suoi lavori. Dopo la seduta del consiglio di ieri, protrattasi fino alle 22 circa, è arrivata l’approvazione alla delibera che istituisce l’organismo antimafia interno al Consiglio comunale della città meneghina. 28 voti favorevoli, astensione di Pdl, Lega Nord, che ha abbandonato l’aula prima della conclusione dei lavori e del grillino Mattia Calise.

Dopo sette mesi (la costituzione di una commissione comunale antimafia era stata promessa dal sindaco Giuliano Pisapia entro un mese dalle elezioni) di dibattiti e polemiche, anche interne alla maggioranza, la commissione, che sarà composta da 18 consiglieri (10 di maggioranza e 8 di opposizione), vede la luce. Sarà affiancata da un comitato di “esperti”, già nominati dal sindaco negli scorsi mesi, in cui siederanno Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Maurizio Grigo, Giuliano Turone e Gherardo Colombo, presieduti dal sociologo e scrittore Nando Dalla Chiesa

Immancabili in questi mesi attorno a questo tema le polemiche riguardo i cosiddetti “professionisti dell’antimafia” e riguardo la composizione della stessa commissione che ha fatto discutere maggioranza e opposizione. Attorno ai nomi di presidente e vice-presidente iniziano a circolare le prime voci e i primi dissensi: il nome che circola con insistenza fin dall’inizio è quello di David Gentili, consigliere del Partito Democratico e portavoce del Coordinamento degli amministratori del Pd della Provincia di Milano contro le mafie, che però secondo Carlo Masseroli (Pdl) «non [è] in grado di gestire in modo equilibrato questo ruolo», dopo aver chiesto chiarimenti sui rapporti di un altro consigliere del Pdl, Armando Vagliati (non indagato), sui rapporti col boss Giulio Lampada emersi dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.

Linkiesta ha raggiunto lo stesso Gentili dopo il voto di ieri sulla costituzione della Commissione consiliare antimafia, che farà parte delle commissioni permanenti del Comune.

Gentili, ora dalla carta bisogna passare ai fatti
Si, ma siamo fiduciosi: entro dieci giorni la commissione dovrà essere convocata dal Presidente del Consiglio Comunale e all’ordine del giorno ci sarà l’elezione del presidente e del vice-presidente della stessa commissione.

E qui siamo già a una prima polemica, cioè la spartizione di presidenza e vice-presidenza tra maggioranza e opposizione
Vedremo se sarà polemica. Per ora la maggioranza ha fatto pubblicamente il mio nome per presiedere la commissione, mentre la vice-presidenza, come io stesso ho avuto modo di dire più volte, vorremmo che andasse alle opposizioni. Io spero che le opposizioni diano un nome prima della convocazione, così da arrivare già con due nomi di fiducia alla prima riunione e non perdere altro tempo su questo e iniziare con i lavori.

Lei è l’indiziato numero uno per la presidenza. Il consigliere Carlo Masseroli del Pdl però nelle scorse settimane l’ha descritta come «poco equilibrato per il ruolo»
Se Masseroli ritiene «poco equilibrato» chiedere chiarimenti a un consigliere coinvolto in rapporti con un boss della ‘ndrangheta, io non sono dello stesso avviso. La mia era una richiesta di chiarimento, non un processo. Avrei fatto la stessa cosa con un consigliere della maggioranza. Vagliati, anche se non indagato, avrebbe dovuto chiarire la sua posizione davanti al Consiglio, e ho chiesto allo stesso consigliere di farlo anche perché l’ambito delle indagini ricadeva nell’ambito del del Piano di Governo del Territorio.

Quali saranno i primi lavori della commissione?
In una prima fase si lavorerà subito sul protocollo Expo2015 nell’ambito dei temi delle infiltrazioni criminali, delle white-list, dei controlli nei cantieri. Protocollo quest’ultimo che lo stesso ministro Cancellieri vorrebbe firmare entro fine mese, dato che già è slittato di un mese. Oltre a Expo poi, in queste prime battute, vi saranno all’attenzione della commissione i temi del racket e dell’usura per capire come il comune e gli altri partner possano creare una iniziativa amministrativa che possa essere utile a prevenire, denunciare e aiutare le persone che denunciano questi fenomeni. Poi ci sono anche altri temi che verranno affrontati mano a mano come il riciclaggio del denaro e le difficoltà del commercio, settori su cui il comune, alleandosi con la Procura, può reperire tutti i dati sui fenomeni e individuare i luoghi dove è possibile che siano riciclati i denari delle mafie.

Dovrete interfacciarvi con le altre Commissioni del comune e soprattutto vigilare sui protocolli già firmati
Esattamente, il lavoro deve essere necessariamente armonizzato. Si programmeranno riunioni con la Commissione Lavori Pubblici per il tema degli appalti, con la Commissione per l’urbanistica per tutto ciò che riguarda l’edilizia privata e convenzionata. Inoltre ci occuperemo dei beni confiscati alle organizzazioni criminali e dell’educazione alla legalità. Poi come si diceva occorrerà vigilare sui protocolli, perché a firmarli corrono tutti, poi all’atto pratico è probabile trovare la mancanza di mezzi, l’assenza di fondi e a volte anche di volontà e quindi questi protocolli poi nessuno li rispetta. Altro aspetto importante sarà interfacciarsi con la commissione competente sulla Polizia Locale che a Milano sul tema mafia sta svolgendo un lavoro non da poco. Si pensi per esempio all’operazione antimafia denominata Redux-Caposaldo (sugli interessi del clan Flachi, che hanno coinvolto anche settori della politica e dell’economia, nda) partita proprio da un’attività della Polizia Locale.

Come si interfaccerà questa commissione di consiglieri con il comitato di “esperti”?
Prima di tutto la commissione illustrerà il programma dei lavori al comitato e capire in che misura il comitato può essere utile nella consulenza per indirizzare i lavori. L’auspicio è quello che la nostra commissione consiliare sia una commissione aperta alla città. Personalmente mi piacerebbe che i lavori fossero resi pubblici praticamente in tempo reale e con la massima trasparenza. Il comitato di esperti invece avrà sicuramente un compito meno visibile, di raccolta delle denunce e di contatto diretto con assessori e sindaco. Insomma da una parte il tema della competenza e il sindaco, dall’altra a raccogliere le istanze ci saranno i consiglieri comunali che rappresentano le forze politiche in campo nella lotta alle mafie.

Torniamo ancora indietro, a quel «tempo perso». Ci sono voluti sette mesi per arrivare a questa commissione, su un tema che invece dovrebbe trovare una condivisione unanime. Cosa è successo in seno al consiglio comunale nell’arco di questo tempo?
Guardi, all’inizio ci siamo interfacciati direttamente con le associazioni e con le persone che in questi anni si sono trovati sul campo del contrasto alle mafie e all’illegalità, interrogandoci su quale fosse lo strumento più efficace. Alcuni sostenevano di istituire una commissione permanente come quella che si andrà creare nei prossimi giorni, altri sostenevano il modello del comitato Smuraglia (insediato nei primi anni ’90 in seguito ad alcune operazioni antimafia che rintracciarono le emanazioni di Cosa Nostra a Milano. Era una commissione mista tra ‘esperti’ e consiglieri comunali, nda). La soluzione individuata, cioè quella della commissione consiliare con esperti esterni, ha di fatto chiuso questa prima tappa. Da alcuni è stata vista come una mediazione, secondo me invece è stata una scelta di rispetto nei confronti del Consiglio, della Giunta e delle competenze del comitato di esperti nominato dal Sindaco.

Poi si apre una questione con le opposizioni
Si è aperta questa seconda tappa, quella che si è chiusa ieri, con qualche problema tra maggioranza e opposizione. Ci siamo confrontati, abbiamo litigato e siamo arrivati al voto di ieri con l’astensione del Pdl, del Movimento 5 Stelle, il voto a favore del Terzo Polo e l’abbandono dell’aula da parte della Lega Nord che non ho assolutamente compreso e mi ha lasciato anche spiazzato perché non è nemmeno stata motivata. Insomma un po’ di unità di intenti purtroppo è mancata, ma in Commissione ci saranno tutte le rappresentanze, una cosa che a novembre sembrava impossibile. Pdl e Lega allora non volevano nemmeno discutere sulla commissione, quindi un passo avanti è stato fatto.

Dal 2005 a oggi Milano ha tentato per tre volte di dotarsi di una commissione simile
E al terzo tentativo ci siamo riusciti. Il messaggio politico e culturale che emerge da questa cosa è molto forte, perché non è una commissione temporanea ma permanente, che si fa carico di quello che è un problema cronico, quello della mafia, per la città. Lo è da diversi anni e non è escluso che vada avanti a esserlo. E i problemi cronici delle città vanno affrontati con gli strumenti amministrativi adatti e con una politica pronta ad affrontarli questi problemi. In questi anni verremo giudicati anche per questo.

Questa mattina a Milano qualcuno si chiede che utilità abbia una commissione comunale antimafia. Le altre commissioni esistenti non erano in grado di affrontare il problema?
L’obiezione è sicuramente fondata. Però ci siamo resi conto in questi anni dell’efficacia di questo strumento specifico, come sono efficaci le commissioni lavori pubblici, Expo ed educazione, giusto per fare qualche esempio. Però queste commissioni continuano il loro lavoro con tanti altri temi da discutere. Da punto di vista della criminalità organizzata ci siamo resi conto della gravità del problema, e abbiamo quindi pensato che sarebbe stato utile avere un organismo che facesse un percorso unico sul tema. Una commissione che vada a interfacciarsi con tutte le altre, ma che vada a deliberare specificatamente sul tema per cui è stata istituita.

Chiudiamo con una nota politica e forse un po’ polemica: il tema ha trovato inizialmente la maggioranza divisa, e nei giorni del dibattito sulla commissione c’è stata anche qualche uscita infelice
In realtà la maggioranza dall’inizio era coesa sull’istituzione di una commissione consiliare permanente, con la sola eccezione di Basilio Rizzo che ha comunque avuto modo di dire la sua anche pubblicamente (Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale di Milano era a favore di un nuovo comitato Smuraglia, nda). In questi due giorni poi c’è stata la collega del Pd Rozza che ha suscitato delle polemiche citando i cosiddetti «professionisti dell’Antimafia». Qualcuno ha ricondotto le sue parole come indirizzate a Nando Dalla Chiesa, presidente del comitato di “esperti”, ma in realtà era l’auspicio che tra i banchi del consiglio qualcuno non utilizzasse questa commissione come strumento di consenso per farsi o rifarsi un’immagine.

Quindi il pericolo operazione di marketing è scongiurato?
Si, noi più di una volta abbiamo discusso anche di questo con le opposizioni cercando di tranquillizzare su questo punto. Non si faranno processi alle intenzioni in questa commissione, ma si cercherà di proporre iniziative in modo concreto, di lavorare e di approfondire, senza convocare conferenze stampa di promozione. Il compito sarà quello di studiare, proporre regolamenti e protocolli e vigilare sulle loro applicazioni.

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