Pizza ConnectionSoldi per farla finita con Eternit, Casale deve decidere

Soldi per farla finita con Eternit, Casale deve decidere

Il prossimo 13 febbraio il processo Eternit andrà a sentenza. Un epilogo giudiziario che vede gli occhi di tutto il mondo puntati sul tribunale di Torino dove verranno giudicati i due alti dirigenti di Eternit S.p.a Louis De Cartier e Stephan Schmideiney, di disastro doloso (per l’inquinamento e la dispersione nell’ambiente delle fibre di amianto) e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche.

Il tema ha trovato eco sulla stampa in queste settimane dopo l’offerta dello svizzero Schmideiny al Comune di Casale Monferrato: 18milioni e 300mila euro a titolo di risarcimento e l’uscita dalle parti civili dal processo con la clausola di non intentare ulteriori cause contro l’azienda. A metà dicembre la giunta di centrodestra del sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi aveva manifestato, con una nota visibile anche sul sito del comune, la volontà di accettare l’offerta arrivata dalla Svizzera, sollevando le proteste della cittadinanza che fino a quel momento aveva visto il comune al loro fianco.

Sul punto era intervenuto anche il ministro della Salute Renato Balduzzi che il primo di gennaio è stato proprio nella cittadina piemontese, in cui si contano 1800 morti da amianto dovuti, secondo l’accusa del processo, alla presenza degli stabilimenti Eternit. Il ministro in occasione dell’incontro aveva definito il caso amianto un emergenza nazionale e aperto un tavolo tecnico congiunto col ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Il tavolo si è aperto ieri a Roma con la partecipazione dell’Istituto Superiore della Sanità, Inail e Regione Piemonte.

Intanto il sindaco Demezzi si è reso disponibile a fare marcia indietro sulla scelta di accettare l’accordo con Schmideiney a fronte di finanziamenti concreti da parte del governo per coprire i costi delle bonifiche e di ricerca sulla cura del mesotelioma. «Alla luce di quanto emerso dall’incontro – ha commentato Giorgio Demezzi – la proposta di trattativa di Schmideiney, impone una riflessione più ampia». Per il sindaco di Casale Monferrato «L’impegno sottoscritto oggi apre una nuova fase per Casale e fissa azioni destinate sia a rimuovere l’amianto ancora presente sul territorio di Casale, e tutt’ora causa di inquinamento ambientale, sia a progredire nella ricerca, nella prevenzione e nella terapia del mesothelioma».

Il ministro Clini nell’incontro di Roma ha confermato l’arrivo di fondi immediati dal governo di 9 milioni di euro. Intanto il comune di Casale ha proposto un piano di bonifica da 47 milioni di euro, che verrà verificato dal ministero dell’Ambiente nelle prossime settimane, prevedendo anche la possibile apertura di una discarica per smaltire l’amianto. Oltre ai fondi erogati dal governo per il tramite della Regione Piemonte, anche l’Inail si è reso disponibile a elargire altri fondi per far fronte all’emergenza sia ambientale che sanitaria.

Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha assicurato un nuovo incontro dopo la sentenza del 13 febbraio, aprendo, come richiesto dalle varie associazioni, a una Conferenza Nazionale sull’Amianto. Conferenza, questa, prevista dalla legge che ha messo fuori legge l’amianto nel 1992, ma convocata una sola volta in vent’anni.

Sul fronte sanità, Balduzzi ha chiesto a Regione Piemonte di svolgere il proprio compito e l’Associazione Familiari Vittime dell’Amianto ha «rilanciato la possibilità di avere un centro di eccellenza su ricerca e protocolli sperimentali proprio nella città di Casale». Bruno Pesce, esponente di punta dell’Associazione dice a Linkiesta che tutto questo sarà possibile quando «si partirà col consolidamento del personale che fa ricerca sul mesotelioma. L’auspicio è che questo avvenga grazie alla Regione – continua Pesce – e che si rimanga tutti uniti».

Dopo l’incontro le parole del sindaco di Casale Monferrato sono sembrate più concilianti, ma, dato che l’offerta di Stephan Schmideiney scade il prossimo 31 gennaio, i casalesi cominciano a chiedersi anche su Facebook (nel gruppo Processo Eternit) se «ci vuole molto a dire non firmo? Queste parafrasi del sindaco dicono tutto e dicono nulla».

Per Casale Monferrato, quindi, occhi puntati sul 31 gennaio prossimo quando il sindaco deciderà se accettare o meno l’offerta del magnate svizzero già accettata dal Comune di Cavagnolo. Piccolo retroscena sul testo dell’offerta: rispetto al testo firmato dal Comune di Cavagnolo che accettò l’offerta dei legali di Schmideiny per la stessa cifra, dal documento reso pubblico dal Comune di Casale spariscono i riferimenti alla presunta filantropìa di Schmideiny. Si legge nel documento accettato dal comune di Cavagnolo: «Becon in aderenza al noto spirito filantropico di Stephan Schmidheiny, senza riconoscimento di alcuna responsabilità, intende eseguire un intervento (cioè i soldi dell’offerta, nda) di natura sociale ed etica».

Il testo integrale dell’accordo proposto al Comune di Casale Monferrato

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Nota: nel testo del documento è riportata la data del 31 dicembre 2011 (al punto 2.1): tale data è da intendersi, come da intesa tra i legali, ormai non più vincolante

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