Ancora. A quelli della Torre Garibaldi, grattacielo di Unicredit in Porta Nuova, non bastava aver superato, con astuzia, il Pirellone bis. Adesso scippano anche l’idea della festa di San Valentino. Uno smacco? Peggio. Una dichiarazione di guerra.
Roberto Formigoni sperava, aprendo il 39esimo piano di Palazzo Lombardia agli innamorati, di addolcire un poco la sua immagine. C’è tutto: musica dal vivo e fotografo. Aveva anche coniato lo slogan: «Ditevi di sì nel cielo di Milano». Zuccheroso quanto basta e soprattutto matrimonialista, come ci vuole. Insomma, un appuntamento per innamorati e con intenzioni serie. Subito, però, si è dovuto scontrare con le polemiche su coppie di fatto e omosessuali che hanno travolto l’iniziativa (ma l’hanno anche fatta diventare famosa)
Ora però, lo sfregio: anche sul grattacielo rivale, progettato da César Pelli e costruito da Manfred Catella di Hines Italia, ci sarà una festa per gli innamorati. Privata, sia chiaro. I selezionatissimi ospiti potranno entrare solo con l’invito. Un modo, anche questo astuto ed elegante, per risparmiarsi le polemiche sulle coppie di fatto.
Il problema è che, a Palazzo Lombardia, non hanno ancora mandato giù il sorpasso avvenuto lo scorso ottobre, quando il Pirellone bis ha smesso di essere il grattacielo più alto d’Italia. Con i suoi 161,3 metri, il Celeste dormiva sonni tranquilli. Erano ancora i bei tempi, quelli in cui, per guardare il resto del mondo, era necessario abbassare lo sguardo.
Poi, in poche ore, la beffa. Con alcuni elicotteri, i rivali hanno montato in cima alla Torre una guglia-pennone lunga 85 metri. È bastato poco. Il palazzo di Unicredit, con una mossa furba è passato da 146 metri a 230, superando anzi bruciando Palazzo Lombardia. Ed è il primo in testa alla classifica in tutta Italia.
Un affronto, e Formigoni non ci sta. «Non vale», rispondeva piccato. Secondo lui, Unicredit aveva truccato le regole del gioco: «Se andassimo a costruire un’antenna di mille metri sul Monte Rosa, sarebbe la montagna più alta d’Europa?», aveva detto. No, doveva essere la risposta. «I grattacieli hanno una loro altezza stabilita dall’uso». Le montagne, invece, «stabilita dalla natura». Sarà. Sta di fatto che il colpo di mano non valeva. Contano i mattoni, le pietre, il cemento.
Una polemica dal sapore medievale. Un’epoca in cui costruire torri indicava il livello di ricchezza e di potere di una famiglia. Ora i contendenti sono la Regione e una banca. Un simbolo? Chissà. Quello che è certo è che, nella lunga competizione, non sarà una festa per innamorati a cambiare le cose. E il governatore, più che preoccuparsi a contare i metri dei due palazzi, stabilendo chi bara e chi no, dovrebbe misurare ben altro. Ad esempio, il suo consenso.