La smentita è arrivata subito: con secchezza è intervenuta l’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, smontando tutto: non esiste nessuna parrocchia di Santo Spirito a Campobasso. E non esiste nessun don Achille. E non esiste, logica vuole, nemmeno la storia della partita di ostie contaminate dagli sclerozi della segale cornuta, un agente allucinogeno, che, secondo la storia diffusa da Abruzzoweb e ripresa dal Mattino, aveva trasformato la messa in un baccanale, uno “sballo”.
Peccato, perché era una storia bellissima. Meglio di un film: c’erano fedeli che vedevano apparire i propri santi preferiti, altri che, in preda a crisi mistiche, correvano ad abbracciare il crocefisso. Con, in più, il gustoso particolare delle due vecchiette armate di borsa, che inseguendo il parroco, il fantomatico don Achille, gridavano «Lei è il demonio». Altro che Blues Brothers. Altro che Esorcista. Il prete, travolto dal caos, si vede costretto a chiamare la polizia. E qui c’è il tocco di genio: la vista dei fedeli indemoniati ricorda a uno degli agenti gli scontri al G8: caso locale collegato con cronaca nazionale, anzi, mondiale. Ecco, forse si è un po’ esagerato.
Invece, domenica scorsa, le ostie sacre erano normali. E il rito della messa, si presume, è filato liscio come più o meno sempre. La storia, bizzarra e divertente, si rivela una bufala. Certo, si scherzi con i fanti ma si lascino stare i santi (anche quelli preferiti). Però dispiace vedere che, la storia un po’ carnevalesca dei fedeli “sballati”: alla fine, si è rivelata solo uno scherzo da preti.