Mentre continua il rastrellamento di azioni Fondiaria Sai, l’Isvap accende un faro sul patto stretto fra la Sator di Matteo Arpe e la Palladio Finanziaria. Secondo quanto risulta a Linkiesta, l’autorità di vigilanza delle assicurazioni ha chiesto alle due società di trasmettere senza indugio gli accordi parasociali siglati sul capitale di Fon-Sai per una quota complessiva dell’8 per cento. Martedì 14 febbraio le due società hanno annunciato di aver firmato un patto di consultazione, senza obblighi di voto, sulle rispettive quote (il 5% di Palladio, il 3% di Sator).
Secondo l’articolo 68 del Codice delle assicurazioni, chiunque acquisti una partecipazione in un’impresa di assicurazione in misura superiore al 10% è tenuto a ottenere preventivamente l’autorizzazione dell’Isvap. La norma si applica anche nel caso di acquisti da parte di più soggetti che «intendono esercitare in modo concertato i relativi diritti sulla base di accordi». «In qualsiasi forma conclusi», viene precisato. Ciò implica che l’autorità di vigilanza sia tenuta ad accertare se al tenore letterale dei patti sottoscritti corrisponde la sostanza. E da questo discende se la soglia autorizzativa del 10% si applica singolarmente a Sator e Palladio, o alla loro quota complessiva.
I comunicati diffusi dalle due società precisano che il patto «non prevede alcuna intesa od obbligo in merito all’esercizio dei diritti di voto». Ma parlano anche del «comune interesse a sostenere il piano di ricapitalizzazione» della compagnia, che prevede un aumento da 1,1 miliardi. Il che lascia ampio spazio alle speculazioni sui comuni progetti (opposizione alla fusione FonSai-Unipol, spezzatino, conversione dei prestiti subordinati in capitale), di cui hanno peraltro scritto diversi quotidiani negli ultimi due giorni. Progetti, però, su cui né Sator né Palladio Finanziaria hanno ancora detto nulla. Si sa solo che il patto durerà fino al 30 settembre 2012 e che, di comune accordo, potrà essere aperto all’adesione di uno o più soci sindacati.
Twitter: @lorenzodilena