“Non fate la guerra all’Iran, sennò salta il concerto di Madonna”

“Non fate la guerra all’Iran, sennò salta il concerto di Madonna”

Tra le voci di guerra nel Medio Oriente, le previsioni di uno scontro tra Israele e l’Iran sollevano timori e angosce. Ma, tra queste, ce n’è una curiosa. Come riporta il quotidiano israeliano Haaretz, è stato creato da poco un gruppo Facebook per appellarsi al primo ministro Bibi Netanyahu. E chiedergli di non attaccare l’Iran. Un movimento pacifista? No: la guerra si può fare, ma non prima del concerto di Madonna, fissato a Tel Aviv il prossimo 29 maggio. Insomma, si chiede solo di aspettare un po’ . Il gruppo, del resto, non ha pretese; si chiama proprio così: “Bibi, no! Non cominciare una guerra fino a dopo il concerto di Madonna”. Al momento ha pochissimi partecipanti (45) e solo 10 ne discutono. Una goccia, nel mare di Facebook.

Come petizione, può sembrare superficiale e offensiva. In fondo, in questo modo si riduce il problema della guerra alla cancellazione di uno spettacolo. Certo, si tratta di Madonna, la regina del pop (che sembra anche vicina alla fine della sua carriera) ma come confronto può sembrare esagerato. Anche se, in realtà, hanno brutti ricordi sulla questione. Come ricorda Haaretz, la cancellazione di concerti ed eventi per motivi di sicurezza è un fatto che, in Israele, accade troppo spesso. Nel 2010 si erano defilati i Pixies, i Klaxons e i Gorillaz Sound System, dopo gli scontri con la Freedom Flotilla, che provocò la morte di 8 turchi. Nel 2006, durante gli scontri con il Libano, erano stati i Depeche Mode a rifiutarsi di esibirsi, insieme ai Blond Redhead. Nel 2001, invece, i Red Hot Chili Peppers, ed erano i tempi della Seconda Intifada.

Stavolta, se si scatenasse la guerra all’Iran, toccherebbe alla Regina del Pop rimandare la data. Meglio aspettare, allora. E se poi, tra un ritardo e l’altro, l’attacco non partisse proprio, sarebbe ancora meglio. Un miracolo? Forse, ma almeno Miss Ciccone non avrebbe scelto di chiamarsi Madonna per niente.