Piero Giarda, ministro dei Rapporti col Parlamento (Afp)
PIERO ALPENLIEBE GIARDA – Supera brillantemente a sinistra il già indimenticabile Franco Tatò, detto il tedesco, del quale si narrava che salisse le montagne pensando, appunto, in lingua teutonica (vai a sapere se è vero o se invece è una pirlata messa in giro da qualche biografo troppo affettuoso), comprandosi un numero spropositato di baite, di cui nella sua scheda allega anche riscontro fotografico (Valsesia e Valsassina le valli preferite). Alla cinquantunesima, la famiglia, leggermente preoccupata, dà un colpo di telefono a Reinhold Messner per chiedere se è un comportamento normale o se, con dosi massicce di Levissima, il buon Pietro potrà anche tornare a comprare qualche garage in città. Prima di ogni consiglio dei ministri, costringe i colleghi a estenuanti gorgheggi di jodel. Gigantesco.
VOTO: 9
GIULIO TERZI DI SANT’AGATA – Pur avendo i suoi bei 65 anni, rimane il bellone del governo (impresa peraltro non titanica, se pensiamo al parterre ministeriale non proprio entusiasmante). Nelle sedute di Palazzo Chigi, dove la sobrietà del Professore ha ormai ridotto drasticamente l’autonomia dei singoli ministri (per vestirsi, concessi i soli colori blu e grigio), il nostro si intristisce in maniera sin troppo visibile, tanto che l’altro giorno, giusto per dare un tocco carnevalesco alla seduta, si è presentato vestito da Ammiraglio Nelson. Per un po’ nessuno lo ha filato, sino a quando il presidente del Consiglio, con appena un suono di campanella, lo ha fatto portare via da due commessi. Finite le pallosissime incombenze ministeriali, il nostro Terzi si trasforma nel Verdone che è in lui: indossato un «chiodo», da cui spunta una modesta, ancorchè patetica, peluria grigio-bianca, lo vedi sfrecciare con la sua Harley-Davidson 883 sul litorale di Ostia. Rombante.
VOTO: 6,5
CORRADO PASSERA – In questi mesi, molti ministri si sono domandati se il Passera ha una doppia vita. Soprattutto se lo chiedono le ragazze del governo, la Cance, la Seve e la Forne. La scheda dei suoi redditi non ha fatto che moltiplicare queste voci, non c’è neppure una sbavaturina, una passioncella, un abbonamento segreto a «Le Ore», insomma niente di niente, se non il grigissimo accumulo di beni, azioni, partecipazioni. La Cance, grandissima ultras giallorossa, sospetta persino che non abbia mai detto la parola «cazzo», ma è una sua personalissima convinzione supportata semplicemente dal fatto che il nostro Corrado non ha mai uno scatto d’ira. Ma la Seve, che è ancora più perfida, sta già facendo girare una malignità degna di una vera «bad» ministra: per quella casa che si è comprato a Parigi sta litigando con la moglie che invece la voleva a Londra. Lui però ama Parigi perché lì ci passa le sue serate più divertenti con Oreste Scalzone e i vecchi amici di Potop (segnalata qualche capatina di Paolo Mieli). Nostalgico.
VOTO : 6+
PAOLA SEVERINO – Da quando sono usciti i guadagni, la sua vita è diventata un inferno. Giusto ieri, il ministro Patroni Griffi le ha chiesto un cinquantino per fare la spesa: «Dai Paola, cinquanta più cinquanta meno, a te cosa cambia…?» Lei lo ha gentilmente mandato a spigolare. In effetti, nessuno si aspettava una botta da sette milioni di euro, ma la Seve ha pubblicamente ricordato (anche al Patroni Griffi che si è comprato una casa «agevolata» al Colosseo) che di quei sette, quattro sono finiti nella casse dell’Agenzia delle Entrate. In queste ore emergono altri ricaschi spiacevoli, tra cui una riunione carbonara di tutti i negozianti che servono abitualmente l’avvocatessa. All’ordine del giorno, una furiosa discussione sull’opportunità di dare un’aggiustatina a tutti i prodotti di cui la Seve sarebbe ghiotta. Il suo pusher di Nutella, il ben noto Armando, si è subito opposto all’idea di taroccare i prezzi: «Voi siete pazzi – avrebbe detto gli altri – se la signora si accorge dell’inghippo quella ci rovina per sette generazioni!» La Seve, comunque, si gode il suo momento di celebrità anche con un filo di calcolata perfidia: a tutti gli avvocati che le stanno sul gozzo ha mandato una vecchia cassetta de «I magnifici sette». Titanica.
VOTO: 9