Grigia e rosso fuoco. Quattordici metri quadrati di parete led traslucida su cui scorre una scritta: “Aperto dalle 7:00 alle 19:00”. La biglietteria di Ntv è un cubo futuristico incastrato al piano interrato di Porta Garibaldi, stazione dei pendolari milanesi. I più la costeggiano distratti. Un’anziana signora osserva sugli schermi la sagoma del nuovo treno, Italo. Una ragazza, perplessa, avvicina la mano ad una specie di enorme iPad incastrato nel muro. «È la concorrenza», taglia corto un ferroviere, stringendosi nel suo giubbotto Trenitalia, «chissà quanto durano». Sorride.
Nuovo Trasporto Viaggiatori è il nuovo operatore privato sulla rete ferroviaria ad alta velocità. Una compagnia controllata dalla Holding di Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo – che detengono il 33,5% del capitale con quote paritetiche – e partecipata da Intesa Sanpaolo e Ferrovie Francesi (al 20%), da Assicurazioni Generali (15%), Alberto Bombassei (5%), Isabella Seragnoli attraverso Mais SpA (5%) e Reset 2000 di Giuseppe Sciarrone (1,5%), che è anche l’amministratore delegato del gruppo. I 25 treni ad alta velocità messi in produzione da Ntv con un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro e realizzati dalla francese Alstom, non corrono ancora sui binari. Sei di questi ci arriveranno a partire dal 28 aprile data del primo viaggio di Ntv, dopo il via libera dall’Agenzia della sicurezza ferroviaria che li ha appena omologati. Ntv spenderà 140 milioni all’anno per garantirsi il passaggio sulle strade ferrate in gestione pubblica ad Rfi, la Rete ferroviaria italiana controllata dal Gruppo delle Ferrovie dello Stato.
La prima tratta ad essere servita sarà la Napoli Centrale-Milano Porta Garibaldi, con le fermate intermedie di Roma Tiburtina, Firenze Santa Maria Novella, Bologna e Milano Rogoredo: sette corse giornaliere da Milano a Napoli e otto da Napoli a Milano. Ma l’obbiettivo del gruppo di Montezemolo e Della Valle è quello di raggiungere entro novembre le 50 corse quotidiane sulle direttrici Salerno-Torino e Torino-Venezia, toccando 9 città italiane e 12 stazioni, dove Ntv sta terminando i lavori per aprire le «Case Italo», centri servizio dedicati ai viaggiatori. Per il momento ne sono pronte soltanto cinque: Milano Porta Garibaldi, Milano Rogoredo, Bologna Centrale, Napoli Centrale e Firenze Santa Maria Novella, appena aperta. A Roma Ostiense «Casa Italo» sarà affiancata dall’ufficio territoriale Ntv – che governerà tutto il traffico del Centro Sud – e dalla scuola di formazione per «ospitalità» e «tecnica», realizzata con il contributo della Provincia. Qui la collocazione del centro servizi Ntv è particolare: il terminal di Roma Ostiense è stato riqualificato con la collaborazione di Eataly, il gigante del cibo creato dal piemontese Oscar Farinetti.
«Abbiamo preso gli spazi che le Ferrovie dello Stato ci hanno dato», spiega Davide Rapp, 32 anni, architetto dello studio Stefano Boeri e project manager delle «Case Italo». «Assieme allo studio milanese di interactive design dotdotdot abbiamo lavorato per costruire luoghi ovunque riconoscibili, coerenti nei diversi contesti ferroviari e immediatamente identificabili». Dalla stazione di Milano Garibaldi Ntv farà partire la sua corsa inaugurale, diretta a Napoli. Un unico ambiente di 200 metri quadrati con biglietterie touch screen alle pareti e un isola centrale per l’assistenza ai clienti. Poltrone in pelle rossa Frau, società di cui lo stesso Montezemolo è azionista di maggioranza con il 52% delle azioni, e connessione wifi.
Casa Italo a Santa Maria Novella
Ma prima ancora che sui binari, la sfida con le Ferrovie dello Stato è cominciata all’interno delle stazioni. Ntv la gioca in trasferta: i maggiori scali ferroviari italiani sono di proprietà di due società del gruppo guidato da Mauro Moretti: Centostazioni e Grandi Stazioni, di cui Fs detiene il 60%. Grandi Stazioni – il cui restante 40% è in mano di Eurostazioni, controllata da Benetton, Caltagirone e Pirelli con quote del 32 % e una piccola partecipazione di Ferrovie Francesi (1,8%) – nasce nel 1998 per riqualificare e gestire, anche commercialmente, le stazioni più importanti d’Italia. Lo stesso obbiettivo dichiarato da Centostazioni – che gestisce 103 grandi e medie stazioni italiane – e ha tra i suoi azionisti di minoranza Società Aeroporto di Venezia, Manutencoop, Investimenti Immobiliari Lombardi e Pulitori ed Affini SpA, riuniti nella cordata privata Archimede 1, che ne detiene il 40%. Da loro Ntv ha affittato gli spazi in cui organizzare i propri servizi di biglietteria e di supporto ai passeggeri.
Grandi Stazioni e Centostazioni hanno una forte vocazione immobiliare, secondo la loro mission, che pone come obbiettivi valorizzare e reinventare le zone di interscambio ferroviario come «centri urbani di attrazione, animati dalla presenza di attività commerciali, terziarie e di comunicazione». Per Susanna Bernardini, architetto di Grandi Stazioni, «le stazioni sono macchine da guerra, hanno costi di gestione altissimi. La loro valorizzazione commerciale è un processo mondiale». In Italia il modello è stato sperimentato per la prima volta a Roma Termini per poi essere esportato a Milano Centrale. Qui la ristrutturazione è durata 5 anni, conclusa nel 2010, con una spesa di 120 milioni di euro: «Abbiamo creato 95 spazi commerciali, oggi sono tutti affittati», continua Bernardini.
A Milano Centrale passano ogni giorno 320mila persone, 120 milioni ogni anno, che dopo la ristrutturazione per arrivare in biglietteria passano di fronte alle vetrine dei negozi per salire ai binari camminano su lunghi tapis roulant intrecciati. «Un labirinto», lo hanno definito i critici, sottolineando come con la vecchia scale mobile e gli sportelli all’ingresso il percorso per arrivare dalla metro ai treni fossero molto più breve: 178 metri, contro gli attuali 332. E che per far posto ai negozi è stata sacrificata anche la vecchia sala d’attesa, ora inglobata nella Feltrinelli più grande d’Italia. «Ma era un luogo ingestibile, pieno di senzatetto», si difende Susanna Bernardini. «Oggi la sala d’attesa è la stazione stessa, con centinaia di sedute diffuse nei vari piani, tra spazi comuni, biglietterie e locali commerciali. Secondo le nostre indagini il 99,70% degli utenti sono soddisfatti».
Le sale d’attesa di Ntv sono state pensate per tempi di permanenza brevi. I progettisti hanno stimato che il 70% degli utenti passerà in Casa Italo meno di 5 minuti, lo stretto necessario per comprare un biglietto. Il 20% rimarrà meno di 15 minuti e solo un 10% si tratterrà oltre. Per ora al banco informazioni di Porta Garibaldi sono in due. Distribuiscono volantini e rispondono agli interessati: «Saremo operativi da inizio aprile», dicono. «Aspettiamo solo di poter comunicare il prezzo dei biglietti». Che verranno messi in vendita da metà mese.