Ma in tutto questo bailamme di articoli 18 che cadono e poi risorgono, di flessibilità in uscita ma poi forse anche in entrata, di licenziamenti più facili ma anche di (eventuali) ricorsi alla magistratura, di garanzie che si polverizzano ma che si ricreano (dovrebbero) sulla media-lunga distanza, di precari che restano precari e chissà quando si libereranno da questo marchio d’infamia, di imprenditori che si lamentano perché pagano un cicinin in più di contributi, insomma di lavoratori privati che in queste ore sono con il fiato sospeso perché non sanno che destino gli toccherà, ci sorge, esile, dal profondo, dal più sperduto luogo dell’anima, una domandina semplice semplice: ma i dipendenti statali continuano a stare con il sedere al caldo?
20 Marzo 2012