Un don Mazzi in forma Champions, provocatore straordinario che va all’attacco di un retaggio borghese, quel politicamente corretto che ci mette tutti – animali ed essere umani – sotto lo stesso tetto di «creature del Signore». E invece no, il prete di strada (e di televisione), inverte l’ordine dei fattori e il prodotto cambia, eccome se cambia. Sentite qui: «Italiani, non spendete soldi per salvare cani e gatti, ma destinate denaro alle nostre strutture. Noi salviamo vite umane. Noi recuperiamo quei ragazzi che la società bolla come irrecuperabili. Aiutateci! Si incazzeranno gli animalisti, ma io dico quello che penso».
Il grido di don Mazzi parte da una semplice constatazione: «Quest’anno i bilanci piangono, abbiamo debiti per 2 milioni di euro, perché i servizi pubblici non ci pagano dal 2004. Mandare avanti la baracca costa 450mila euro a mese. E lo Stato dov’è? Siamo soli».
Adesso a voi l’ardua sentenza, cari lettori. Si deve scegliere tra umani e altre creature del Signore, la necessità deve portare a una scelta magari anche dolorosa, oppure, come da politicamente corretto, un colpo al canile e un colpo ai drogati?
In una parola: e se avesse ragione don Mazzi?
11 Aprile 2012