Il turismo al Giglio? Soffre più della crisi che della Concordia

Il turismo al Giglio? Soffre più della crisi che della Concordia

ISOLA DEL GIGLIO  (GR) – Non del tutto immobile, non del tutto certa del suo futuro, la Costa Concordia è ancora là, di fronte al porto del Giglio, adagiata su un fianco, quasi in posa.

La nave ha raggiunto il suo terzo mese di attraccaggio (non autorizzato) nelle acque dell’isola. Ormai fa parte del paesaggio, e lo farà almeno per un altro anno. Una situazione che sta creando due fenomeni opposti, nella vita pacifica e marittima dell’isola, che va avanti soprattutto grazie al turismo estivo.

Da un lato, il rito delle fotografie, a cui partecipano gruppi di turisti italiani e stranieri che si fanno immortalare con la nave dietro le spalle. Dall’altro, il calo delle prenotazioni per l’estate: una intera stagione dove anche i turisti dovranno fare i conti con le conseguenze ambientali del tragico naufragio e la presenza del relitto, visione osservabile da ogni angolo di Giglio Porto.

Riguardo all’incremento di visitatori “fotoreporter”, gli esercenti gigliesi mostrano sentimenti contrastanti. Un primo commento lo abbozza la barista di uno dei due bar centrali di Giglio Porto: «In questo periodo è normale che venga più gente per vedere la Concordia. Prima non ci conosceva nessuno, adesso sono di più, ma solo per la nave. Vengono soprattutto nel weekend e. se va bene, pernottano». Ma non tutti sono contenti: «Questi nuovi turisti fanno toccata e fuga, non consumano – spiega un’altra cameriera, da un bar che si affaccia direttamente sul porto, da dove si può vedere tutto il lato affondato – Servono solo alla nave e agli spazzini. Se venissero un’intera settimana per visitare l’isola e vedere anche la Costa sarebbe perfetto, ma così come fanno non serve a nessuno».

La proprietaria di un ristorante lì accanto, che mai fino a quella notte di gennaio si sarebbe immaginata che il panorama che si gode dalla sua veranda potesse venire così tanto stravolto, ammette che in questo periodo il numero dei clienti è aumentato. Ma «solo a pranzo – specifica – perché a cena è uguale». Cioè, vengono, scattano qualche foto ma non restano a dormire.

Il turismo toccata e fuga è permesso dalla vicinanza del Giglio alla terraferma. Bastano 50 minuti per percorrere col traghetto la tratta Porto Santo Stefano-Giglio Porto. La maggior parte delle fotografie alla Costa Concordia viene scattata proprio sui traghetti: per entrare e uscire dal porto le imbarcazioni passano a pochissimi metri dallo scafo semi-affondato.

Insomma, come spiega Elisa, gigliese che lavora per la Pro Loco Isola del Giglio e Giannutri: «In questi mesi è davvero venuta più gente e continua a venire. La stragrande maggioranza resta 2 ore, fa le foto e torna a terra; pochi altri ne approfittano per vedere il resto dell’isola e in qualche caso pernottano».

Per quanto riguarda l’estate, «le prenotazioni sono in calo, sia negli alberghi, sia nelle agenzie che affittano appartamenti – spiega Elisa – ma non c’entra il relitto: è tutta colpa della crisi economica». In che senso? «I turisti abituali sanno che il disastro ecologico è stato scongiurato, ma non prenotano perché non sanno ancora quanto potranno spendere». I potenziali nuovi clienti, invece, «temono di nuotare in acque sporche: non sanno che tutti i 2.500 metri cubi di carburante e acque nere sono stati estratti, e ignorano che ora la nave è monitorata e isolata con speciali panne. E non comprendono che l’isola è grande – si estende per 22 km quadrati –, che il porto è solo una minima parte e che il mare è bello e trasparente come sempre. La Concordia non aiuta, certo. Ma il calo è dovuto più ai pochi soldi che gli italiani si trovano in tasca».

Per reagire a questa situazione il Comune di Isola del Giglio ha convocato pochi giorni fa una riunione con tutti gli esercenti turistici per elaborare una strategia di marketing. La prima iniziativa è stata appendere un manifesto informativo sulle vetrine di negozi, bar e ristoranti in cui si ricorda ai visitatori che «il giro dell’isola rappresenta un’attrazione unica per le straordinarie bellezze».

E quanto all’essere l’isola della foto-ricordo alla nave di una tragedia dove sono morte diverse persone «la morbosa curiosità è nella natura umana, non va né demonizzato, né esaltato – dice Cristiano Pellegrini, responsabile comunicazione del Comune – i gigliesi lasciano fare, stiamo reagendo a quello che è capitato con rispetto e riguardo, soprattutto nei confronti delle vittime. La gente che viene a fare le foto – prosegue – percepisce questo atteggiamento, e anche se ognuno fa i conti con la propria coscienza, l’importante è che si rispettino i gigliesi come i gigliesi rispettano loro. Senza mai scordarsi che in quella nave sono morte 32 persone».  

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