In Francia le espulsioni con lo scotch sono all’ordine del giorno

In Francia le espulsioni con lo scotch sono all’ordine del giorno

Nastro marrone da pacchi attorno alla bocca, per impedire urla e proteste. Fascette di plastica ai polsi per impedire i movimenti ed evitare reazioni violente. Così ieri (17 aprile) hanno viaggiato due giovani tunisini respinti dall’Italia e imbarcati (a forza) a bordo di un aereo Alitalia: tristi scene di ordinaria espulsione. Che solo uno dei passeggeri a bordo, il fotografo Francesco Sperandeo, ha avuto la prontezza di catturare e divulgare via internet.

Contrariamente a quanto si possa pensare, però, non si tratta di un caso isolato: il meccanismo di espulsione dei migranti privi di permesso di soggiorno prevede, in molti casi, l’accompagnamento alla frontiera e il rimpatrio a bordo di un aereo e non di rado le maniere da parte della polizia sono piuttosto spicce. «Vengono spesso usati voli di linea, ma difficilmente ci si accorge di questi episodi», spiega Fulvio Vassallo Paleologo, docente universitario e membro dell’Asgi (Associazione giuridica per gli studi sull’immigrazione). Spesso, infatti, prevale il disinteresse dei passeggeri che accettano in silenzio quello che sta avvenendo. Diversamente da quanto è avvenuto diverse volte a bordo di molti voli in partenza da Parigi o Bruxelles.
Bastano pochi minuti di ricerca su internet, infatti, per imbattersi in diversi video realizzati e pubblicati in rete dagli stessi passeggeri che, di fronte alle grida disperate dei condannati all’espulsione, protestano contro il trattamento riservato ai migranti. Riuscendo, in molti casi, a fermare la “deportazione coatta” verso il Paese di origine.

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«In questi casi è il comandante dell’aereo a valutare la situazione», spiega Vassallo Paleologo. Se ravvisa che a bordo non ci siano le condizioni per viaggiare in sicurezza». In Francia, qualche anno fa, anche i sindacati sono scesi in campo per chiedere agli azionisti di Air France-Klm di cessare l”utilizzo della flotta per le espulsioni dei sans papier.

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«Il rispetto dei diritti fondamentali vale per tutti i cittadini, anche per coloro che non hanno un titolo di soggiorno valido», puntualizza Vassallo Paleologo. Essere costretti a viaggiare incerottati e con le fascette ai polsi rappresenta un trattamento inumano e degradante. Sanzionato dalla Convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo». E anche per quanto riguarda le modalità “operative’ dell’espulsione resta qualche perplessità: l’uso delle fascette, del nastro adesivo o di altri dispositivi per tenere sotto controllo i migranti non viene disciplinato da nessuna norma, da nessun regolamento. «Il comportamento è discrezionale, non è scritto da nessuna parte che il trasporto debba avvenire secondo queste modalità», conclude Vassallo Paleologo.

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La macchina delle espulsioni, tra l’altro, ha già avuto le sue vittime. Come Semira Adamu, 20enne nigeriana, morta soffocata nel 1998 da un cuscino a bordo di un aereo che avrebbe dovuto riportarla dal Belgio alla Nigeria. A premerle il cuscino sul viso, due agenti di polizia, che volevano smorzare le sue grida di protesta. O come Jimmy Mubenga, angolano di 46 anni, morto nell’ottobre 2010 mentre si opponeva al rimpatrio forzato a Luanda (articolo dal Guardian). Non voleva lasciare la moglie e i figli che vivevano in Inghilterra. Sulla vicenda è in corso un processo, ma le testimonianze di alcuni passeggeri portano a pensare che l’uomo sia morto a seguito delle violenze subite a bordo del veicolo.

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