(articolo originariamente pubblicato su Nordesteuropa.it nel maggio 2006)
Il Gruppo Gambari ha offerto altri 38 milioni di euro per acquistare dalla provincia di Venezia il 3,8% della società concessionaria dell’autostrada Serenissima. In precedenza il Gruppo Gambari aveva acquistato dall’Unicredit un primo 20,3% della stessa società. pare evidente quindi che il Gruppo Gambari abbia tutta l’intenzione di continuare a crescere di peso all’interno della Serenissima.
La Serenissima, dopo essere stata costituita nel 1952, finì di completare la realizzazione dell’autostrada Brescia-Padova nel 1962. Soci erano comuni, province, camere di commercio e casse di risparmio. non vi erano privati tra i soci giacché le stesse casse di risparmio furono trasformate in società per azioni e “privatizzate” nei primi anni ‘90. Logiche pubblicistiche hanno quindi guidato la gestione della società per tutti i primi cinquant’anni della sua esistenza.
Al momento del conferimento dell’azienda bancaria della cassa di risparmio di Verona, Vicenza Belluno e Ancona in una società per azioni alla neo costituita s.p.a bancaria fu attribuita anche la partecipazione nella Serenissima. Nel momento in cui la Cassa di risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona è confluita nel gruppo Unicredito si è completato il processo di privatizzazione dell’azienda bancaria e per la prima volta la Serenissima è venuta ad avere un socio che agisce in una logica di profitto come qualsiasi società quotata. L’Unicredit ha quindi ritenuto di vendere la propria partecipazione in un’asta nella quale ha avuto la meglio il Gruppo Gambari. A rilevare la quota dell’Unicredit ci aveva provato anche la Fondazione cassa di risparmio di Verona ma essa si ritirò di fronte all’indisponibilità di alcuni degli altri maggiori soci ad addivenire a qualsiasi accordo per un governance condivisa. Di fronte alla novità portata dall’entrata di un socio privato, gli enti pubblici soci si sono divisi tra quelli che hanno pensato di dismettere la partecipazione e quelli che si sono battuti per conservare alla società una maggioranza pubblica. Questi ultimi hanno dato vita ad un patto di sindacato che controlla una risicata maggioranza.
È così accaduto che la provincia di Venezia abbia venduto un primo 1,4% della società e che la provincia di Vicenza abbia esercitato la prelazione sulla base di una valutazione della società in linea con quella pagata da Gambari. La presidente della provincia di Vicenza è una sostenitrice convinta della necessità di conservare una maggioranza pubblica e non avrebbe remore ad impiegare a fondo la capacità di indebitamento dell’ente che presiede per giungere allo scopo. Che poi la provincia di Vicenza abbia i mezzi per competere in una scalata alla Serenissima con un qualsiasi gruppo finanziario di adeguata forza e dimensioni è questione tutta da vedere.
La dal Lago sostiene la sua tesi sulla base di due argomenti (intervista al Giornale di Vicenza 15 dicembre 2005): a) se la Serenissima interessa tanto ai privati a maggior ragione deve interessare agli enti pubblici; b) la Serenissima è strategica per la viabilità vicentina e la società è un mezzo per realizzare tutta la viabilità complementare.
Si tratta di argomenti che non convincono:
a) gli enti pubblici debbono utilizzare le risorse – scarse di cui dispongono per esercitare le loro competenze e quindi non per fare quel che fanno o possono fare i privati ma, al contrario, per realizzare quegli interventi che nessun privato realizzerebbe ma che sono di interesse generale;
b) il mezzo attraverso cui far realizzare alla Serenissima opere di viabilità complementare di interesse provinciale è la negoziazione tra concedente e concessionario nel mentre par difficile sostenere che una società per azioni, nella quale soci privati hanno investito centinaia di milioni di euro, anziché perseguire il profitto, distribuisca sotto forma di strade non a pedaggio i propri denari al territorio.
Anzi, se la provincia di Vicenza seguisse l’esempio della provincia di Venezia e vendesse la sua partecipazione nella Serenissima ne ricaverebbe circa 90 milioni di euro che sono una cifra di tutto rispetto se si volesse realizzare qualche strada. Certo non si parteciperebbe più al gioco delle nomine nell’appetitoso consiglio della Serenissima ma forse varrebbe la pena di pensarci. È ragionevole ritenere che Gambari continui ad spendere decine di milioni di euro nella Serenissima per poterne ricavare un profitto e non certo per realizzare strade che interessano alla provincia di Vicenza. Gambari, come qualsiasi imprenditore, può anche prendere dei rischi d’impresa che sono insiti in qualsiasi investimento.
La presidente della provincia di Vicenza potrebbe avere qualche maggiore difficoltà a spiegare che ha sottratto risorse agli investimenti dell’Ente per acquistare una partecipazione azionaria nel momento in cui non tutto andasse per il verso giusto e la partecipazione perdesse di valore. La continua ascesa del Gruppo Gambari nel capitale della Serenissima non potrà non far esplodere queste contraddizioni e c’è da sperare che in quel momento le partecipazioni che gli enti pubblici hanno nella Serenissima e che valgono, ai prezzi delle ultime aste, circa 750 milioni di euro possano ancora trovare un’adeguata valorizzazione.
“Neostatalismo in Provincia”, Nordesteuropa.it, maggio 2006 – Mala Gestio: perché i veneti stanno tornando poveri di Massimo Malvestio edito da Nordest Europa editore e Marsilio