«Ragazzo etero cerca generosi per problemi di natura economica». L’Italia della crisi è l’Italia di NyEtero, ma anche di GiovaneCasanova, EscortRiservato91 e Dirty Feet. Ragazzi di vent’anni che, nascosti dietro un nickname su Internet, mettono in vetrina e in vendita il proprio corpo per soldi: per guadagnare e costruirsi un futuro, o più semplicemente per essere indipendenti dai propri genitori. Escort, gigolò, prostituti. Si mettono in mostra sulla vetrina che Planet Romeo, social network per omosessuali, concede loro, e aspettano di essere contattati. Prendono appuntamento, incontrano i clienti, intascano i soldi. Provano a immaginare un avvenire migliore.
Un lavoro come un altro? Forse. «Ho 19 anni e non sono bellissimo fisicamente – racconta a Linkiesta un ragazzo che si nasconde dietro il nickname Dirty Feet, di Cremona. Sono molto invidioso dei miei coetanei che, non si sa come, hanno tutto: in particolare i romeni. Io sto cercando lavoro ma non lo trovo: qui dove abito io l’unica cosa che puoi fare è zappare o mungere le mucche. Se permettete, visto che mi sono sudato il diploma, miro a qualcosa di meglio. Mio papà mi dà pochi soldi, non me la sento di pesare su di lui. Ecco perché per sopportare qualche spesa extra metto in vendita il mio corpo, sperando di racimolare qualcosa. Ho iniziato da poco, ma spero che le cose si mettano bene».
«Ho iniziato a fare l’escort tra i 17 e i 18 anni – spiega invece NyEtero, brianzolo – avevo dubbi sulla mia sessualità, e in più la paghetta che mi davano i miei era molto scarsa. E così mi sono nascosto dietro al bisogno di denaro per togliermi ogni dubbio. Adesso continuo a fare l’escort perché mi porta un buon guadagno, arrivo anche a cinque mila euro al mese. I soldi? Li metto da parte e ne uso pochissimi: risparmio per potermi comprare una casa».
Insomma, si diventa escort anche per colpa della situazione economica del Paese. «Di sicuro – analizza GiovaneCasanova, 22enne di Roma – questa crisi sta portando diverse persone a fare cose che normalmente non farebbero: soprattutto i giovani. Io non ho qualifiche particolari, e in più in questo periodo finiscono a spasso anche i laureati. Un giorno mi piacerebbe avere un lavoro che mi dia da vivere, possibilmente full time, che mi faccia guadagnare almeno mille euro al mese, che mi permetta di salire di livello impegnandomi. Ho iniziato a fare l’escort per curiosità, ora lo faccio soprattutto per guadagnare qualche soldo. E va bene così».
Non la pensa allo stesso modo EscortRiservato91, di Ferrara: «Questo non è un lavoro da crisi. Diciamo che è un lavoro per non finire nell’ambito dell’illegalità: sono le attività illegali, come lo spaccio di droga, a essere più remunerative in periodi come questi, anche perché l’utilizzo di droga, in epoca di crisi, aumenta sempre».
Una via per avere un futuro, insomma. Facile? Non tanto. Ancora Dirty Feet: «Io ho 20 anni, eppure sono diverso dalla massa omologata. A Milano c’è tanta concorrenza. Non solo di italiani, ma soprattutto di ragazzi dell’Est Europa: sono più fighetti e anche più bastardi, dicono di essere eterosessuali e cercano di arricchirsi facendo gli escort. Se cerchi i profili di escort a Milano, ogni giorno ne spuntano fuori almeno venti». E anche reclutare i clienti non è un’impresa semplice: «Spesso pesco dei gran bidonari, o persone che vorrebbero fare cose che io non faccio. C’è addirittura chi non vuole pagarmi, o chi pretende uno sconto. Ma io non sono la Standa, non faccio saldi».
Non è tutto rose e fiori, insomma. Per tanti aspetti diversi: «Ho provato un sacco di volte – racconta NyEtero con rassegnazione – a dire ai miei amici e ai miei genitori che faccio l’escort: non mi prendono mai sul serio e pensano che io scherzi. Ho 23 anni, sono fidanzato da dieci anni con una ragazza e sono follemente innamorato di lei. Ma non posso dirle la verità». Senza contare i rischi di contrarre malattie. «No, da quel punto di vista sono tranquillo, ho un dottore come cliente, e quindi ho le analisi gratuite», sottolinea NyEtero, come se un’analisi fatta dopo un rapporto a rischio fosse garanzia di buona salute.
E il rischio di fare incontri pericolosi? «Quello c’è sempre – conferma Dirty Feet – Ma, del resto, ci sono rischi dappertutto, in ogni situazione: ogni lavoro ne ha. E poi la cosa in parte mi eccita anche. In ogni caso cerco sempre di organizzare incontri che vadano a buon fine, sia per me che per i clienti: le persone da evitare le riconosci subito, anche su Internet».
Fare l’escort diventa, quindi, un’opportunità di carriera, non voluta ma accettata. «Avrei voluto una vita diversa – conclude Dirty Feet – ma giunto a questo punto, e considerando che la vita è una sola, non mi resta che continuare su questa strada. Mi sento sereno, globalmente. A volte, triste e solo. Vorrei uscire di casa, andare via con un lavoro sicuro. Non voglio finire in mezzo a una strada. Quando uno è sicuro può fare tutto». L’Italia della crisi è anche questa.