Quelle due saracinesche abbassate nel centro di Milano

Quelle due saracinesche abbassate nel centro di Milano

Milano, corso Garibaldi. Nel quartiere Brera, cuore pulsante della movida cittadina, da tre anni ci sono due saracinesche abbassate. Nel locale, di proprietà del Comune, continua ad accumularsi polvere su polvere. Prima c’era un negozio di cellulari. Ma da quando l’attività ha chiuso, nessuno è mai andato ad alzare quelle serrande. E chi ha provato ad affittare il garage, come il signor Angelo Pattini, proprietario della storica panetteria “Pattini e Marinoni” e dell’antica enoteca “Moscatelli”, non riesce a venirne a capo. «Abbiamo provato in tutti i modi ad affittarlo per allargare il nostro locale», dice, «ma alla fine non abbiamo mai trovato il bandolo della matassa». E così, in una zona in cui per un monolocale di 50 metri quadri si spendono anche 2 mila euro al mese, palazzo Marino preferisce lasciare disabitato un bene di 70 metri quadri che potrebbe fruttare molti quattrini alle magre casse di piazza della Scala.

Il locale inutilizzato si trova in corso Garibaldi 91, proprio accanto all’enoteca “Moscatelli”, già rilevata nel 2005 dai proprietari del panificio “Pattini e Marinoni”, al civico 95 della stessa strada. «Per fortuna il lavoro va bene», spiega Pattini, «e quindi pensavamo di allargarci nell’immobile accanto, dove prima c’era un negozio di telefonia». Più volte il signor Angelo e la sua segretaria si sono rivolti all’ufficio Demanio del Comune di Milano, presentando, come ribadisce il commerciante, «più di una richiesta di affitto». Ma alla fine, aggiunge, «non abbiamo mai trovato la persona giusta con cui parlare e non abbiamo mai ricevuto risposta».

Tanto da esser ricorsi anche all’aiuto di un vigile della zona, che «è andato a chiedere di persona agli uffici competenti informazioni sulla nostra richiesta d’affitto e poi è tornato dicendo che si sarebbero fatti vivi». Il punto è che il signor Angelo non ha mai ottenuto dal Comune neanche il permesso di poter visitare il locale. «Riusciamo a vedere quello che c’è dentro», racconta, «solo guardando attraverso i buchi della saracinesca».

Nei tre anni di richieste compilate, telefonate e file negli uffici del Comune, a palazzo Marino intanto è anche cambiato il colore dell’amministrazione. «Quando c’era la Moratti», dice Angelo Pattini, «negli uffici comunali non si veniva a capo di niente. Con Pisapia pensavamo che qualcosa sarebbe cambiata, in realtà ti trovi davanti sempre le stesse persone e gli stessi problemi».

L’assessore alla Casa, demanio e lavori pubblici del Comune di Milano, Lucia Castellano, contattata da Linkiesta.it ha risposto di non aver «mai ricevuto una email da parte di Pattini». Certo, dice, «non ricordo a memoria tutti i locali di proprietà del Comune, ma verificherò la condizione dell’immobile di Corso Garibaldi». Basta, assicura l’assessore, «che il signor Pattini invii una email al mio indirizzo di posta elettronica e provvederemo subito a prendere in considerazione la sua richiesta». «Manderò subito l’email», risponde felice il signor Angelo, «e staremo a vedere».
 

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