Il 29 giugno, cattolici da tutto il mondo raccolgono il “Peter’s Pence”, donazioni per il sostegno economico del Papa e del Vaticano. È giunto il momento di tagliare il rifornimento di denaro alle istituzioni corrotte del Vaticano – e la Chiesa Cattolica Tedesca deve esporsi per supportare il Papa nel suo tentativo di eradicare la corruzione.
Lo scandalo è bollente: gli alloggi del Papa sono stati violati da una spia e, come in un giallo, il colpevole è il maggiordomo. L’ultimo maggiordomo che aveva creato un caos simile era stato quello di Lady D., che fece infuriare la casa reale britannica trasmettendo alla stampa informazioni private sulla principessa. Ma lo scandalo attuale è molto più importante e potenzialmente distruttivo delle rivelazioni sulla Casa di Windsor. Il mariuolo del Vaticano ha trasmesso la corrispondenza privata del Papa alla stampa.
Quando Joseph Ratzinger è asceso al trono papale come Benedetto XVI nel 2005, ha giurato di regnare in un Vaticano infestato dal cancro della corruzione. Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, la corruzione è fiorita come se non ci fosse mai stata la Riforma e i Borgia ancora fossero dediti a pratiche incestuose nel Palazzo Apostolico. I pettegolezzi a Roma sostengono che semplici operazioni amministrative potessero essere comprate per 10.000 euro. Una foto ricordo con il Papa potesse essere comprata, se c’era disponibilità a spendere adeguatamente. È un investimento: una foto con il Papa può aiutare a stimolare gli affari di un’azienda e migliorare la reputazione di un imprenditore in Italia e in altri paesi cattolici.
I pettegolezzi affermano poi che l’ex-segretario privato di Giovanni Paolo II, Stanislao Dziwisz (nominato poi vescovo di Cracovia) fosse dietro la corruzione. Negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II, Dziwisz era l’uomo più potente del Vaticano e controllava l’accesso al Papa malato.
Quando Benedetto XVI si è trasferito in Vaticano, ha interrotto le sedute fotografiche. La motivazione ufficiale era che l’agenda del Papa fosse diventata troppo intensa, ma i bene informati propongono un’altra versione. Giovanni Paolo II aveva concluso un accordo con la Curia: si sarebbero ignorati a vicenda. In retrospettiva, potremmo anche speculare che l’ultimo Papa fosse sempre in viaggio perché risultavano più utili i suoi sermoni pubblici che le sue negoziazioni interne con la Curia.
Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer disse una volta, rispondendo alla domanda sul perché non fosse mai andato a fare un pellegrinaggio a Roma, che non desiderava perdere la sua ultima scintilla di fiducia nei confronti del Vaticano. A giudicare dalle voci che giungono da Oltretevere, possiamo affermare che, oggi, non c’è davvero alcun divertimento a essere cattolici. Dobbiamo dar fiducia a Benedetto XVI nel suo tentativo di affrontare le eminenze grigie del Vaticano – uno Stato che solo sulla carta è governato dalla monarchia assoluta del papa. La pulizia è iniziata con la dismissione di Gotti Tedeschi dallo IOR. Il problema, però, è che determinate azioni come queste suscitano senz’altro reazioni, che sicuramente arriveranno.
Lo svantaggio di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è quello di non essere italiani. Anche se hanno vissuto a Roma per lungo tempo, ciò non è sufficiente. Le strutture e i rapporti del Vaticano sono difficili da comprendere. La decisione di Giovanni Paolo II di nominare un maggior numero di cardinali dall’America Latina, dall’Africa e dall’Asia (che poi hanno votato all’elezione successiva) è stata un passaggio fondamentale per rompere il dominio italiano sul Vaticano.
La Chiesa Cattolica Tedesca ha oggi il compito di sostenere l’uomo che siede sul Soglio di Pietro. Benedetto XVI è sotto attacco. I cattolici tedeschi hanno una forte influenza su Roma, perché garantiscono un regolare sostegno monetario al Vaticano. E allora quest’anno i tedeschi non devono fare donazioni in occasione del “Peter’s Pence”. Questa è la disobbedienza cattolica!
Sarebbe un’azione vera, che unirebbe coloro che, da sempre, criticano la Chiesa. Per una volta, la battaglia non dovrà essere per temi tradizionali, sul celibato dei preti e il sacerdozio femminile. Adesso il Papa ha davvero bisogno dei critici della Chiesa!
*traduzione di: Stefano Caserano