In questi mesi, si sono rincorse numerose le voci (e le conseguenti smentite) di un suo diretto impegno in politica: da ex “valletta”, super corteggiata per una poltrona di ministro da Silvio-l’imprenditore, a Marianna post-moderna, il cui merito (?) è aver lanciato un tardivo j’accuse al Governo Berlusconi, di cui la sua Confindustria è stata la principale azionista.
Mentre il suo spazio politico di riferimento si affolla di potenziali candidati (Montezemolo, Passera, etc.) e mentre lascia una struttura elefantiaca e in crisi di identità, dopo gli indiscussi insuccessi della sua gestione (abbraccio mortale con il governo Berlusconi, sottovalutazione della crisi fino alla tarda primavera 2011, uscita della Fiat, etc), sembra che Emma guardi altrove: cervello in fuga verso Bruxelles, dove nonostante tutto gode di ottima stampa e dove è consuetudine, per la classe dirigente italiana, godersi la pensione o ritirarsi in attesa di un nuovo posto al sole nel Belpaese.
In Viale dell’Astronomia nessuno conferma, ma fonti tedesche raccontano invece che spin doctors, sherpa, ambasciatori confindustriali tessono la tela – che sembra ormai pronta – per farle assumere la guida della Confindustria europea (Businesseurope), un gigante dai piedi e dalla testa d’argilla, sulla cui utilità in molti si interrogano a Bruxelles: un bilancio di oltre otto milioni di euro, 41 federazioni presenti in 35 Paesi, circa 700 mila euro di contributo confindustriale (al pari di quello di Germania, Francia e Regno Unito), a fronte di un peso specifico molto ridotto, se messo a confronto con le altre lobbies industriali (Confindustria compresa) a livello europeo.
La data del debutto dovrebbe essere il prossimo anno. Con la benedizione – udite, udite! – dell’associazione federale dell’industria tedesca (BDI), sedotta da quella che, oltre le Alpi, è percepita ancora come una lady di ferro al cui cospetto i Governi italiani si inchinano. Non è un caso, dunque, se il 24 maggio l’attuale Presidente di Businesseurope, il tedesco Jürgen Thumann, parteciperà all’Assemblea annuale di Confindustria per dare il suo personale endorsement alla candidatura della Marcegaglia.
Un anno è un tempo molto lungo in politica. Soprattutto per questa Europa in piena crisi. Nessuno può dire con certezza cosa rimarrà della madre e matrigna chiamata Unione europea. Così, la nostra Emma avrà un bel da fare per mantenere in caldo e appetibile la postazione di Presidente degli industriali europei. Una cosa è certa, comunque vada sarà un successo: se sbarcherà a Bruxelles, se riuscirà ad affossare (o rilanciare?) Businesseurope, ma soprattutto se consentirà ai corrispondenti italiani da Bruxelles di avere più spazio per scrivere di questioni europee (al grido di “purché se ne parli”).
*Club Archimède