Napolitano dica a Bondi che sul Quirinale può tagliare

Napolitano dica a Bondi che sul Quirinale può tagliare

Una limatina preventiva alle unghie del commissario Bondi, tecnico dei tecnici (tecnico tra i tecnici?). La si può cogliere già nella prima bozza del provvedimento, dove si specifica che dal decreto legge sulla celeberrima «spending review» sono esclusi «la Presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale e il Parlamento». Motivo? Ulteriormente burocratico. Questi tre organi, considerati autonomi, possono vantare la «protezione» della nostra Carta Costituzionale, anche sotto il profilo economico. Per cui – questa è la sostanza – o si autoriformano oppure non se ne fa nulla.

Naturalmente, eviteremo di tediarvi con il dotto parere di qualche costituzionalista che potrebbe spiegarci (e magari anche convincerci) che l’autonomia di queste istituzioni non implica anche l’elemento economico. Del resto, perché mai? Perché i nostri padri costituenti dovevano pensare – allarmati – che un bel giorno di molti e molti anni dopo si sarebbe presentato alla porta un tal Bondi con dei forbicioni da giardiniere e dunque proteggersi preventivamente con più di sessant’anni di anticipo?

Bondi agirà in totale autonomia sui ministeri. Benissimo. Resta misteriosa, molto misteriosa, la differenza – in termini di struttura e in termini di spesa – tra un ministero e, ad esempio, la Camera dei Deputati. Entrambi assumono dipendenti, entrambi hanno dipendenti. Entrambi spendono per la cancelleria (ad esempio), entrambi hanno una mensa (in appalto). Ecco, la mensa. Perché il commissario Bondi avrà diritto di verificare la correttezza della gara con la quale la ditta «Y» ha vinto il servizio al tal ministero e non potrà farlo per la Camera dei Deputati?

Suvvia, non ci nascondiamo dietro una Carta, con tutto il rispetto. Lo diciamo da anni che va riformata per le sue parti più vetuste e adesso caliamo le braghe davanti all’autonomia «economica» del Parlamento, della Presidenza della Repubblica e della Corte Costituzionale?

Anche in questo caso, poi, è giusto fare le differenze del caso. Sulla volontà (sulla capacità) di autoriformarsi da parte di Camera e Senato, non sono agli atti riscontri sensibili. E non risultano battaglie epocali per tagliare sui costi, o se ci sono state le gazzette non ne hanno dato il meritevole riscontro. Già meglio la Presidenza della Repubblica, un filo più vicina al senso della realtà che accomuna anche i cittadini. Ogni tot ci rende edotti su questo o quel risparmio, in modo da tamponare la nostra sana inquietudine. Coltre fittissima, poi, sulla Corte Costituzionale, di cui non si sa assolutamente nulla. Qualcuno sa qualcosa sui costi degli uffici, della carta, delle graffette?

Inutile girarci intorno, qui ci aspettiamo un intervento da parte del nostro capo dello Stato, a cui non piacerà punto d’essere considerato – proprio lui! – un privilegiato. Batta un colpo e presto, gentile Presidente, anche perché delle tre istituzioni che possono vantare una protezione costituzionale, la sua è certamente quella più attenta alla questione-costi.
E come spesso accade, quando si apre una questione, dopo il danno ci sarebbe anche la beffa. Già, perché sul sito del governo, si è appena aperta una finestra proprio per i cittadini, quelli che vorranno indicare luoghi, strutture, situazioni in cui far arrivare la scure del commissario Bondi. Nel nostro piccolo, ve ne abbiamo già segnalati tre: presidenza della Repubblica, Parlamento e Corte Costituzionale.  

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