Razzismo e welfare per anziani: ecco i neofascisti greci

Razzismo e welfare per anziani: ecco i neofascisti greci

È la conferenza stampa di Alba Dorata, convocata subito dopo la pubblicazione dei primi dati elettorali. La scena cui si assiste è dura, a suo modo inquietante: Nikolaos Michaloliakos, 55 anni, fondatore e ideologo del movimento, sta per fare il suo ingresso. Ai giornalisti viene gridato di alzarsi in piedi, «in segno di rispetto per il capo». Chi non lo fa viene cacciato dalla sala. Inizia la conferenza stampa: «Veni, vidi, vici», scandisce Michaloliakos. «Tutti i non nazionalisti, ora, dovranno avere paura di noi», continua, a metà tra l’affabulazione alla Demostene e l’esaltazione per un risultato impensabile sino a qualche mese fa.

Con la crisi economica, l’ascesa di Golden Dawn è stata rapida: è passato dallo 0,57% delle scorse elezioni all’attuale 6,97%, dall’avere un solo rappresentante nel municipio di Atene ad avere 21 eletti nel Parlamento ellenico. Il simbolo di Golden Dawn è una svastica stilizzata e l’epos del partito raccoglie a piene mani tutta la simbologia della destra più estrema, fatta di croci celtiche accanto a saluti romani. Il suo leader è un personaggio controverso: arrestato già nel 1976 per aver aggredito un giornalista ai funerali di Evangelos Malios, poliziotto famoso per le sue torture ai prigionieri politici durante la giunta, viene poi condannato a un anno di carcere per detenzione illegale di armi ed esplosivi. Uscito di prigione, crea il giornale Chrysi Avgi (Alba Dorata) che si trasforma, nel 1993, in un vero e proprio partito.

Dopo un decennio di irrilevanza politica, nel 2005 il partito fu addirittura sciolto, ma il movimento non ha mai smesso di esistere, attivandosi soprattutto per scontrarsi con gruppi anarchici e antifascisti. Appena sette anni dopo, Alba Dorata tocca il 10% dei consensi ad Atene e nell’Attica. È qui, infatti, che la crisi economica si fa sentire fortissima, inasprendo la convivenza tra le etnie e amplificando le paure dei greci nei confronti degli stranieri. Guardando alla mappa dei risultati elettorali, si può notare chiaramente come le zone dove risiedono più stranieri sono quelli dove il partito ha ottenuto più consensi: le province al confine con la Turchia, da cui passa il 90 per cento dei clandestini che entrano in Europa; le aree metropolitane di Atene e Salonicco; i porti sul mar Ionio da cui partono le imbarcazioni che portano i clandestini in Italia.

Mappa dei risultati elettorali da www.guardian.co.uk

Ma non è solo questo. Persino a Kalavitra, dove nel 1943 i nazisti sterminarono 848 persone, o a Distomo, dove 218 persone furono uccise dalle forze di Hitler nel 1944, Golden Dawn ha superato il 6 per cento. È questa l’altra faccia dell’austerità. Se, come spesso viene sostenuto, la rigidità di Angela Merkel è legata alla cultura monetarista tedesca, al tentativo di evitare le spirali inflattive che hanno fatto crollare Weimar, alla trauma per l’ascesa del nazionalsocialismo hitleriano, ecco un perfetto esempio di eterogenesi dei fini.

Sullo statuto di Golden Dawn sta scritto che solamente «chi è Ariano di sangue e Greco di discendenza» può entrare nel partito. Golden Dawn rifiuta ogni tipo di immigrazione e propone l’espulsione generalizzata degli immigrati, anche se residenti regolarmente in Grecia da molti anni. Per i refrattari a lasciare la Grecia, propone l’arresto e il soggiorno forzato in campi di lavoro. Il programma del partito di Michaloliakos richiama il rivendicazionismo novecentesco, reclamando la Tracia, la Macedonia e Creta. Propone di mettere mine lungo il confine con la Turchia per fermare l’ingresso di clandestini.

Anastasia è una dei tanti giovani sconcertati da questa avanzata dell’estrema destra: «Hanno preso un sacco di voti, mi vengono i brividi. Il problema è che la gente sembra sottovalutare questa deriva». Il rammarico di Anastasia, che ha studiato in Italia ma vive e lavora nel suo Paese, è pari al suo desiderio di cambiamento. «Ma non questo cambiamento», aggiunge.

Negli ultimi anni le aggressioni dei militanti di Alba Dorata si sono succedute con intensità crescente: particolarmente noto l’attacco all’interno di una moschea, durante una cerimonia religiosa di immigrati del Bangladesh. Ma non è in questo modo che il partito ha costruito il suo vero consenso elettorale. «Stanno riempendo un vuoto lasciato dallo Stato», dice Dimitri, giovane tassista. «È la prima volta che voto un partito di estrema destra, ma che vi aspettate? Mia moglie è terrorizzata e io lavoro per le strade, voglio che qualcuno ci protegga. Dovremmo imparare da voi italiani con gli albanesi: gli avete affondato le barche e quelli non sono più venuti a rompervi le palle», ci spiega convinto, in un ottimo inglese.

Dimitri è l’unico che incontriamo ad ammettere il voto per Goldewn Dawn, tutti gli altri parlano di conoscenti lontani: «Mia madre mi ha detto che una sua amica ha sentito da una sua amica che la madre, molto anziana, non potrà dimenticarsi di Golden Dawn quando andrà a votare – ci dice Xenia – Lei vive nel centro di Atene e la cosa di cui ha più paura al mondo non è la crisi, ma gli immigrati che popolano le strade sotto casa sua. Prima era sua figlia che le portava la spesa, perché lei non osava uscire, ma da qualche mese è Alba Dorata ad offrire questo servizio: se chiami al loro numero, mandano un paio di loro a casa tua, e ti accompagnano dove vuoi andare, a fare la spesa, o anche a trovare degli amici. Per molti anziani, è Golden Dawn a risolvere i problemi della vita quotidiana». 

Quello dell’assistenza ai pensionati è una storia che raccontano in molti ad Atene. Sembra quasi una leggenda metropolitana: il nazista rasato, nerboruto e dagli occhi duri con la piccola vecchietta che lo segue e mezzo metro di distanza, ringraziandolo sul portone di casa mentre si fa consegnare la busta della spesa. Verificarla di persona, incontrando qualche membro del movimento, sembra impossibile.

Quando, ben prima del 6 Maggio, abbiamo provato a contattarli per un’intervista, la risposta è stata secca: «Abbiamo materiale da distribuire, aspettate la conferenza stampa dopo le elezioni», ci ha detto uno dei responsabili del partito, agganciato dopo una lunga trattativa e dopo essere stati raccomandati dalla sezione cretese del partito. Alla domanda se potevamo accompagnarli durante la distribuzione del materiale, la risposta è stata secca: «Assolutamente no». Una battuta, però, ci è stata concessa: «Se abbiamo contatti in Italia? Certo, conosciamo Casa Pound e Forza Nuova». Difatti Forza Nuova, già domenica sera, non ha tardato a commentare: «Alba D’oro entra nel parlamento greco. Onore ai camerati greci fratelli di Forza Nuova, un esempio per tutti noi, un monito per tutti gli altri».  

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