Bankitalia aiuti il Paese utilizzando il suo oro

Bankitalia aiuti il Paese utilizzando il suo oro

L’Italia ha fretta, deve agire per mettere in sicurezza quella quota di debito che eccede il 100% del Pil, circa 300 miliardi. Di certo non abbiamo il tempo per aspettare le decisioni europee, perché mentre Bruxelles discute di unione bancaria e unione politica il nostro tessuto industriale si indebolisce: si parla di lunghi processi politici, mentre oggi servono risposte immediate a problemi contingenti.

La mancanza di fluidità sul mercato del credito dura da troppo tempo, le imprese non riescono a investire, perdono competitività e diventano possibili prede. Continuiamo ad aspettare l’Europa come Godot e non affrontiamo la realtà: a prevalere sono costantemente gli interessi tedeschi che dicono no agli eurobond senza curarsi dei Paesi più fragili, dove la situazione diventa sempre più problematica. Il motivo è evidente: con la crisi i bund tedeschi sono diventati bene rifugio per eccellenza e con il rendimento attuale, negativo anche in termini nominali, il debito tedesco ha un costo molto basso che permette di finanziare gratuitamente lo Stato con conseguente guadagno in competitività del sistema industriale.

È chiaro che in questo contesto l’Europa non riesce a trovare risposte concrete ai problemi, anche perché le difficoltà hanno specificità diverse, che cambiano da Paese a Paese: per l’Italia è l’alto debito, per molti altri è la fragilità del sistema bancario. E adesso, dopo aver abbozzato le necessarie riforme, dalla previdenza al lavoro, l’Italia ha bisogno di un’azione che da un lato metta sotto controllo il debito e dall’altro sia espansiva, scongiurando un nuovo aumento delle tasse o l’annunciato rincaro dell’Iva che avrebbe solo un effetto repressivo sull’economia reale.

Un’azione che potrebbe essere condotta da Banca d’Italia, attraverso l’utilizzo delle sue riserve auree. Un intervento da parte dell’Europa non avrebbe, infatti, la stessa rapidità e incisività, mentre un’operazione da parte della Banca d’Italia, sarebbe mirata a risolvere i nostri problemi del momento. Ovviamente ci sono varie soluzioni per l’utilizzo dell’oro di Bankitalia, ma pensiamo che la più efficace sia l’emissione di un’obbligazione collateralizzata dalle riserve e un contestuale acquisto di Titoli di Stato. Con i 100 miliardi di riserve in oro potremmo garantire un’emissione da 300 miliardi con rating elevato.

Sarebbe quindi debito di alta qualità, quello più ricercato dagli investitori in questo momento di crisi. E proprio per questo siamo convinti che otterremmo di pagare uno spread medio di 125 punti base, lo stesso a cui trattano i titoli di Stato francesi, che ci garantirebbe un differenziale positivo di almeno 250 punti base con un gettito di 7,5 miliardi l’anno. Questo flusso potrebbe essere impiegato a sostegno dell’economia, oppure reinvestito in BTP che – nell’ipotesi di un’emissione decennale – alla scadenza dell’obbligazione porterebbe la garanzia del collaterale al 60 per cento. Un intervento del genere avrebbe un effetto positivo sull’intera curva del debito, riducendo in maniera considerevole il costo del denaro, con evidenti benefici per l’economia: le banche che hanno acquistato miliardi di titoli di Stato vedrebbero rivalutarsi i loro attivi, migliorando la propria solidità. E per questo siamo convinti che in questo modo le banche sarebbero meno restie a prestarsi soldi tra di loro e soprattutto tornerebbero a finanziare le imprese.

È chiaro, a livello europeo ci sono resistenze a una manovra del genere, ma si tratta di rilievi formali e non certo sostanziali perché una manovra che mettesse in sicurezza il debito italiano, sarebbe nell’interesse dell’intera Europa. E potrebbe essere d’ispirazione per Portogallo e Spagna, detentori di grandi riserve in oro. Insomma se è vero che questa manovra potrebbe essere in contrasto con lo spirito dei Trattati, e al limite dei vincoli giuridici che regolano la gestione delle riserve, è altrettanto vero che non lo sarebbe con gli obiettivi. Come d’altra parte ha dimostrato di poter fare la BCE intervenendo sul mercato secondario dei titoli di Stato.
Con questo intervento Banca d’Italia darebbe un contributo determinante a risolvere la crisi italiana.

*amministratore delegato di Camperio Sim
 

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