Non solo Sator e Palladio, che hanno appena ripresentato e integrato la loro offerta dell’8 giugno per il salvataggio di Fondiaria Sai, prolungandone la validità fino al 10 agosto. All’orizzonte, infatti, si intravvedono anche i fondi Apax e Clessidra, che secondo diverse fonti finanziarie sentite da Linkiesta starebbero guardando con interesse gli ultimi sviluppi della vicenda, anche se non hanno ancora preso una decisione. I due fondi stanno valutando se affiancarsi a Sator-Palladio o promuovere cordate alternative.
Insomma, l’intervento degli uomini del tribunale di Milano sta producendo un effetto dirompente nella partita Fondiaria Sai: spingere la compagnia e la holding che la controlla, Premafin, verso una selezione competitiva delle offerte, secondo una logica di mercato. Non, dunque, la “soluzione di sistema” imposta da Mediobanca e Unicredit, le due principali banche creditrici dell’intera filiera Ligresti. E nemmeno la soluzione giudiziaria paventata da alcuni osservatori.
Il pm Luigi Orsi, titolare dell’indagine sul gruppo Ligresti, ha ritenuto plausibile e condivisibile l’iniziativa intrapresa dall’avvocato Alessandro Della Chà – il custode giudiziale delle azioni Premafin sequestrate ai due trust off shore (The Ever Green e The Heritage). Con una richiesta inviata il 26 giugno al cda di Premafin, Della Chà ha chiesto di convocare nuovamente l’assemblea straordinaria di Premafin per revocare l’aumento di capitale riservato a Unipol (deliberato lo scorso 12 giugno), che se eseguito consegnerebbe il controllo della holding e di FonSai alla compagnia bolognese che fa capo al mondo Coop. L’obiettivo è individuare una soluzione attraverso una comparazione fra tutte le offerte sul tavolo. Alla richiesta del custode giudiziale, in serata si è aggiunta quella dell’azionista Paolo Ligresti, titolare di una quota del 10%, che chiede anche la revoca del cda in carica, accusato di non avere mai preso in considerazioni le offerte di Sator e giudicato in conflitto di interessi.
Il cda di Premafin, tuttora presieduto da Giulia Ligresti, sorella di Paolo, si riunirà domani mattina per decidere sul da farsi, anche alla luce della relazione inviata dal custode giudiziale. Intanto, le banche creditrici di Premafin hanno scritto alla holding per fare presente la loro “preoccupazione”, ricordando che l’accordo di risanamento sottoscritto è subordinato all’esecuzione dell’accordo con Unipol. Ma, secondo fonti finanziarie vicine all’operazione, Mediobanca si starebbe già preparando al peggio con un piano B, finora tenuto nel cassetto: abbandonare la soluzione Unipol al suo destino, e mettere insieme un gruppo di fondi, capitanati dall’alleato Andrea Bonomi, patron di Investindustrial e presidente della Banca Popolare di Milano, per tentare di competere sullo stesso terreno della Sator di Matteo Arpe e della Palladio di Roberto Meneguzzo. Nelle scorse settimane, Bonomi ha però smentito l’agenzia Mf Dow Jones che lo dava per interessato alla compagnia assicurativa, controllata più di trent’anni fa dalla nonna Anna Bolchini Bonomi.
Twitter: @lorenzodilena
Documenti
Relazione del custode giudiziale, comunicazione delle banche creditrici, lettera di Unipol
Proposta Sator -Palladio, Fairness Opinion di Vitale & Associati (*)
(*) Si segnala al lettore che due partner della società, diversi dai firmatari della Fairness Opinion, sono soci de Linkiesta